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Per i testimoni di Geova “votare è scelta personale”, nessun divieto

di    -    Pubblicato il 5/03/2013                 
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La Sala Del Regno Di Fermignano

URBINO – Quella di andare o no a votare per le elezioni è solo una questione di coscienza per i testimoni di Geova. Non esiste nessun comandamento che lo vieti perché “i testimoni  decidono personalmente quali comportamenti assumere nelle varie situazioni della vita, voto compreso”. Queste le parole di Lorenzo Torcoletti, addetto stampa della circoscrizione di Urbino: una comunità che nel territorio che va dalla città ducale fino a Fano raccoglie più di mille fedeli.

Abbiamo intervistato Torcoletti per avere un quadro chiaro sul comportamento che un testimone di Geova deve avere in merito alle elezioni politiche. Una notizia pubblicata la settimana scorsa sul sito del Ducato aveva infatti acceso un dibattito sulla questione. Durante le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio una famiglia, presentatasi come aderente al culto di Geova ed entrata al seggio per votare, si era lamentata per la presenza di un crocifisso nell’aula del voto. Molti hanno ritenuto infondata la notizia, sottolineando come nessun testimone di Geova vada alle urne, in quanto incompatibile con la propria fede. Alcuni hanno interpretato l’articolo come un tentativo di diffamazione dell’intera congregazione religiosa.

Nelle parole di Torcoletti c’è invece una ferma volontà di stemperare i toni della polemica che ha preso vita sulla nostra pagina web: “Siamo politicamente neutrali e rispettiamo l’indipendenza dello stato laico. Sono i singoli testimoni di Geova che personalmente traggono dalle scritture indicazioni su come comportarsi. Non siamo interessati ad appurare se l’episodio descritto sia vero o no né se i protagonisti siano davvero dei testimoni. A differenza di alcuni commenti apparsi sul sito, da parte nostra non c’è nessuna intenzione di polemizzare”.

Le ‘linee guida’ del comportamento dei Testimoni di Geova erano state ampiamente illustrate in una rubrica del 1 novembre 1999 apparsa sulla Torre di Guardia, la rivista quindicinale edita dalla congregazione religiosa. Sulla rubrica “Cosa pensano i Testimoni di Geova delle votazioni?” si legge: “In quanto a dare personalmente il voto a un candidato alle elezioni, ciascun testimone di Geova decide in base alla propria coscienza addestrata secondo la Bibbia e a come intende la responsabilità che ha verso Dio e verso lo Stato (…) La decisione se recarsi o meno alle urne è lasciata a ciascun Testimone”.

“Ciascuno è libero di fare le proprie scelte in questo campo – prosegue Torcoletti – noi non facciamo propaganda astensionistica. Crediamo che ognuno sia libero di votare indipendentemente dalla propria fede”.

Torcoletti ci spiega infine la posizione della congregazione in merito al crocifisso, senza entrare però nella polemica: “Noi crediamo che Gesù non sia morto su una croce ma su un palo. Inoltre il simbolo di morte di Gesù non è per noi un simbolo di adorazione”.

Sullo stesso argomento:

27 commenti to “Per i testimoni di Geova “votare è scelta personale”, nessun divieto”

  1. Mirco scrive:

    Torre di Guardia 1 novembre 1999 pagina 28-29.

    Domande dai lettori

    Cosa pensano i testimoni di Geova delle votazioni?

    Nella Bibbia ci sono princìpi chiari che permettono ai servitori di Dio di avere la giusta opinione al riguardo. Sembra comunque che non esista nessun principio contrario al votare in sé e per sé. Per esempio, non c’è motivo per cui un consiglio direttivo non possa decidere per votazione le questioni inerenti alla propria società. Spesso le congregazioni dei testimoni di Geova prendono decisioni circa l’orario delle adunanze e l’impiego dei fondi della congregazione votando per alzata di mano.
    Che dire però del votare alle elezioni politiche? In alcuni paesi democratici ben il 50 per cento della popolazione non va a votare il giorno delle elezioni. In quanto ai testimoni di Geova, essi non interferiscono nel diritto altrui di votare; né fanno alcuna campagna astensionistica. Rispettano le autorità debitamente costituite a seguito di tali elezioni e cooperano con esse. (Romani 13:1-7) In quanto a dare personalmente il voto a un candidato alle elezioni, ciascun testimone di Geova decide in base alla propria coscienza addestrata secondo la Bibbia e a come intende la responsabilità che ha verso Dio e verso lo Stato. (Matteo 22:21; 1 Pietro 3:16) Nel prendere questa decisione personale, i Testimoni tengono conto di una serie di fattori.
    Primo, Gesù Cristo disse riguardo ai suoi seguaci: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:14) I testimoni di Geova prendono seriamente questo principio. ‘Non facendo parte del mondo’, sono neutrali rispetto agli affari politici del mondo. — Giovanni 18:36.
    Secondo, l’apostolo Paolo si considerava “ambasciatore” di Cristo fra i suoi contemporanei. (Efesini 6:20; 2 Corinti 5:20) I testimoni di Geova credono che ora Cristo Gesù sia stato intronizzato quale Re del celeste Regno di Dio e che loro, come ambasciatori, devono annunciarlo alle nazioni. (Matteo 24:14; Rivelazione [Apocalisse] 11:15) Ci si aspetta che gli ambasciatori siano neutrali e non interferiscano negli affari interni del paese in cui vengono mandati. In qualità di rappresentanti del celeste Regno di Dio, anche i testimoni di Geova si sentono analogamente in obbligo di non interferire nella politica del paese in cui risiedono.
    Un terzo fattore da considerare è che chi col suo voto contribuisce a eleggere un candidato può diventare responsabile di ciò che questi farà. (Confronta 1 Timoteo 5:22, Parola del Signore). I cristiani devono valutare attentamente se intendono assumersi questa responsabilità.
    Quarto, i testimoni di Geova tengono in alta stima la loro unità cristiana. (Colossesi 3:14) Quando le religioni si immischiano nella politica, spesso ciò causa divisioni fra i loro aderenti. Imitando Gesù Cristo, i testimoni di Geova evitano ogni ingerenza nella politica e mantengono così la loro unità cristiana. — Matteo 12:25; Giovanni 6:15; 18:36, 37.
    Quinto ed ultimo fattore, stando fuori dalla politica i testimoni di Geova hanno la libertà di parola che consente loro di annunciare l’importante messaggio del Regno a persone di qualsiasi idea politica. — Ebrei 10:35.
    Alla luce dei princìpi scritturali su esposti, in molti paesi i testimoni di Geova decidono personalmente di non votare alle elezioni politiche, e la legge del paese riconosce loro questa libertà. Che dire però se la legge impone ai cittadini di andare a votare? In tal caso spetta a ciascun Testimone prendere la propria decisione di coscienza basata sulla Bibbia su come intende affrontare la situazione. Se qualcuno decide di recarsi alle urne, è una decisione sua. Ciò che fa nella cabina elettorale è una questione fra lui e il Creatore.
    La Torre di Guardia del 15 marzo 1951, a pagina 89, diceva: ‘Quando Cesare obbliga i cittadini a votare . . . [i Testimoni] possono recarsi alle urne ed entrare nella cabina elettorale. È qui che essi devono fare il segno sulla scheda o scrivere ciò che hanno deciso. I votanti possono fare ciò che vogliono con la loro scheda. Perciò quivi alla presenza di Dio è dove i suoi testimoni devono comportarsi in armonia con i suoi comandamenti e in accordo con la loro fede. Non è nostra responsabilità istruirli su ciò che devono fare con la loro scheda’.
    Che dire se un marito incredulo insiste che la moglie cristiana si rechi alle urne? Ebbene, lei è sottoposta al marito, così come i cristiani sono sottoposti alle autorità superiori. (Efesini 5:22; 1 Pietro 2:13-17) Se ubbidisce al marito e si reca alle urne, è una sua decisione personale. Nessuno dovrebbe criticarla. — Confronta Romani 14:4.
    Che fare se in un paese la legge non obbliga ad andare a votare, ma c’è forte ostilità nei confronti di coloro che non vanno alle urne, i quali magari rischiano anche di essere aggrediti? O che dire se i singoli individui, pur non essendo obbligati per legge ad andare a votare, vengono in qualche modo seriamente penalizzati se non si recano alle urne? In queste e in situazioni analoghe, il cristiano deve prendere la propria decisione. “Ciascuno porterà il proprio carico”. — Galati 6:5.
    Può capitare che certuni inciampino vedendo che durante le elezioni nel proprio paese alcuni testimoni di Geova vanno alle urne e altri no. Potrebbero dire: ‘I testimoni di Geova non sono coerenti’. Le persone devono però riconoscere che in questioni come questa, che implicano la coscienza individuale, ciascun cristiano deve prendere la propria decisione davanti a Geova Dio. — Romani 14:12.
    Qualunque decisione personale prendano nelle diverse situazioni, i testimoni di Geova si sforzano di salvaguardare la propria neutralità cristiana e la propria libertà di parola. In ogni cosa confidano in Geova Dio perché dia loro forza, sapienza e aiuto per non compromettere in alcun modo la loro fede. Dimostrano così di avere fiducia nelle parole del salmista, che disse: “Tu sei la mia rupe e la mia fortezza; e per amore del tuo nome mi guiderai e mi condurrai”. — Salmo 31:3.

  2. squi bili scrive:

    Proprio carico di fronte a Dio… è una decisione di coscienza.

  3. Mario70 scrive:

    La solita “strategia teocratica” messa in azione!
    Se domandaste ad un testimone di Geova per strada se hanno votato un qualsiasi partito politico vi risponderà di no, perché loro sono neutrali e votando un partito politico sarebbe come se tradissero il Regno di Dio, del resto nell’articolo precedente potete leggere commenti sinceri di testimoni di Geova dove ammettevano candidamente che in quanto testimoni non votavano, se invece chiedeste la stessa cosa a qualche testimone più in alto come anziani o sorveglianti o beteliti (esattamente come quello che ha risposto a questo articolo), allora ecco che esce tutta l’ipocrisia che abbiamo letto sopra “il testimone può andare alle urne e poi deciderà in base alla propria coscienza e bla bla bla ” frase ipocrita che nasconde il fatto che se il testimone andasse alle urne, votasse e LO FACESSE SAPERE AGLI ALTRI TESTIMONI, sarebbe considerato dissociato, ovvero scomunicato ed ostracizzato dagli altri testimoni come un qualsiasi altro disassociato.
    Fate molta attenzione quando leggete frasi di “smentita” come quelle sopra e fate domande dirette per farli uscire allo scoperto.

  4. Francesco Franco scrive:

    Ufficialmente i Testimoni di Geova, ma meglio sarebbe dire il “Corpo Direttivo” sembra lasciare spazio alla coscienza del singolo testimone cosa fare o non fare alle votazioni, ma le cose stanno un po’ diversamente.
    I TdG mirano ad ottenere l’intesa con lo stato italiano, intesa che porterebbe dei grandi benefici sia economici, l’otto per mille sia organizzativi, i quali potrebbero avere accesso la dove ora non possono, motivo per cui non diranno mai ai loro adepti di non andare alle urne (o scritto urne e non votare).

    ,Andando alle urne si soddisfa almeno apparentemente(davanti allo stato) il diritto della persona di compiere il proprio dovere (perché tale si tratta), ma, il TdG si guarda bene di apporre effettivamente un suo voto politico, poiché fare questo significa a detta del Corpo Direttivo, violare la neutralità cristiana, e quindi si sostiene quell’apparato politico tanto condannato dalla suddetta organizzazione, paragonando tale sistema politico ad una “Bestia Selvaggia” ad un “Dragone” come riportato nell’Apocalisse, il quale come tutti ben sanno all’infuori dei Testimoni di Geova che il suo linguaggio è altamente simbolico.

    Se qualche Testimone di Geova dichiarasse ufficialmente di aver votato un certo partito, verrebbe disassociato, espulso o scomunicato come dir si voglia dalla sua organizzazione, con tutte le conseguenze derivate in seguito dall’Ostracismo, un “Modus Operandi” dei Testimoni di Geova.

    Dire dunque che votare sia una scelta personale del singolo Testimone di Geova, è fuorviante, si nasconde la verità, e si apparisce per quello che effettivamente non sono.

    Ovviamente tutte le mie affermazioni poggiano sulle documentazioni ufficiali dei Testimoni di Geova, di cui non ho nessuna difficoltà a procurare.
    Francesco Franco

  5. Nile scrive:

    Assomiglia alla questione del sangue: ciascuno decide personalmente se accettare la trasfusione, ma la accetta (e non si pente) viene espulso.
    Io ho un amico che è stato denunciato per essere andato a votare, è stato incalzato dagli anziani che gli hanno fatto un comitato giudiziario e quindi è stato espulso. Questa sarebbe scelta personale ?
    La verità è che quella organizzazione non tollera chi partecipa alla vita politica, però non può dirlo apertamente perchè altrimenti si complica l’iter per un accordo sull’ 8 per mille con lo Stato Italiano.
    Non possono esporsi al pubblico dicendo chiaramente che esiste il divieto di voto e allora camuffano la realtà con dichiarazioni fuorvianti.

  6. lu scrive:

    Per chi è credente e si definisce cristiano Gesù è il massimo esempio di condotta nella vita, e crede che nei vangeli è riportato quanto sia necessario conoscere della sua condotta di vita.
    Da quanto mi sembra di ricordare in nessun punto dei vangeli Gesù ha mai costretto qualcuno a fare o non fare qualcosa piuttosto ha sempre incoraggiato i suoi seguaci a tenere una condotta che rispettasse il più grande comandamento: Amare Dio con tutto il cuore, la tua anima e con tutta la tua mente e con tutta la tua forza ed in sequenza amare il prossimo come se stessi (Vangelo Marco capitolo 12).
    Inoltre nella preghiera modello Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare affinché il Regno di Dio possa venire sulla terra e solo in questo modo si sarebbe fatta la Sua volontà sia in cielo che anche sulla terra.
    Detto questo mi chiedo da credente:
    Quale essere umano si può arrogarsi il diritto di costringere qualcuno a fare qualcosa e definirsi cristiano?
    Chi può mettere in discussione le motivazioni altrui senza conoscerle affondo? Con quale diritto?
    Fondamentalmente votare uno o l’altro partito significa condividerne il programma politico, gli scopi e obiettivi, e portarli avanti ma se in quanto essere intelligente e pensante non condivido quanto mi viene illustrato oppure non credo che questi uomini potranno portare a termine tutte le loro promesse devo in ogni caso sostenerli?
    Per quale motivo?
    Ma la democrazia non implica la libera scelta anche di non esprimere una preferenza nel caso in cui questa non ci fosse?
    E nel caso in cui non votassi nessuno, perché fondamentalmente non credo in nessuno di questi uomini, significa questo che mi hanno fatto il lavaggio del cervello?
    E cosa più importante: cosa farebbe Gesù di fronte ad una scelta simile?

  7. Mario70 scrive:

    Sono sempre e solo interpretazioni umane caro Lu, ti potrei citare il famoso detto “date a Cesare le cose di Cesare” e il governo è cosa di “Cesare”, potrei citarti Giuseppe e chiederti che carica politica aveva? E Daniele e i suoi fratelli che incarichi avevano? o il centurione romano, il proconsole o potrei citarti quello che scrisse Paolo ai Romani riguardo il fatto che le autorità sono messe da Dio e meritano rispetto e onore, ma non servirebbe a nulla perché tu non sei libero di pensarla in maniera diversa dal gruppo di persone che si sono autoproclamate “lo schiavo fedele e discreto” in nessun luogo nella bibbia è scritto di non votare, ma tutto questo non servirebbe a nulla perché qualcuno ha deciso per te quale è l’unica interpretazione giusta, in questa discussione non è messa in dubbio la libertà di non votare, ma la Libertà di votare e il tuo corpo direttivo si è presuntuosamente arrogato questo diritto: ovvero obbligare chi lo segue a non poter esprimere preferenze su chi vuole che lo governi, questo noi deploriamo e denunciamo, ed il fatto che usi mezze verità e modi di fare ipocriti riguardo questo fatto per loro tornaconto personale è inammissibile.
    Tu dirai che nessuno ti obbliga a non votare vero?
    Apparentemente ti autoilludi che sia così, e lo sarebbe se tu non avessi delle conseguenze se liberamente potessi scegliere di votare, ma come lo vuoi chiamare se non RICATTO morale il fatto che se tu votassi i tuoi anziani ti considererebbero dissociato?
    Svegliati caro!

  8. Omar scrive:

    L’addetto stampa Torcoletti ha risposto correttamente anche se da addetto stampa. Sono un TdG e vorrei completare la risposta.
    L’argomento “neutralità politica” è un principio FONDAMENTALE dei t. di Geova, per questo i Testimoni generalmente non si recano neppure alle urne a meno che sia obbligatorio come in certi paesi. Ma se un TdG ritiene in coscienza che andare a votare non violi il principio di neutralità può fare quello che vuole PURCHE’ non ne faccia pubblicità. Lo faccia ma non cerchi di turbare il concetto che hanno gli altri su questo. La consideri una sua decisione privata e nessuno obbietterà nulla. Se verrà visto recarsi alle urne nessuno gli dirà alcunché! Sono fatti suoi e della sua coscienza. Se invece inizia a dire ad altri che ha votato per tizio o caio allora viola il principio di neutralità. E’ così difficile capirlo? Questa risposta è UFFICIALE e faceva parte della risposta all’interrogazione parlamentare che alcuni onorevoli fecero sulla faccenda, la si può leggere qui: http://www.tdgonline.net/indice/articoli/risposta-int.htm. In particolare dove si dice:”Circa il voto, in particolare, questo, come noto, è espresso segretamente per cui nessuno può controllare chicchessia e interferire su chi ne esercita il diritto. ***Propaganda politica, dichiarazioni di appartenenza o militanza politica, potrebbero invece comportare problemi per il mantenimento dell’unità all’interno delle comunità*** e della fratellanza e della purezza del messaggio evangelico.” (Asterischi miei)
    Saluti
    Omar

  9. papà61 scrive:

    sono un testimone di geova toscano. Sono inattivo e Dissento ormai da piu di un anno dalle loro teorie astruse, avendo “fatto il bereano” come loro dicono di fare, avendo cioè scavato a fondo nelle loro dottrine e nel loro modo penetrante e assillante di pilotare le vite degli adepti.

    Mi sono pertanto ieri, preso la briga di interrogare un anziano della mia congregazione. Riassumo qui la risposta che il signor D.N mi ha dato ieri sera telefonicamente.

    “A VOLTE SIAMO COSTRETTI A TACERE PARTE DI VERITA’ O, IN CASI ESTREMI, A MENTIRE AL SOLO SCOPO DI NON RECARE BIASIMO AL NOME DI GEOVA.
    NON SIAMO AUTORIZZATI, NE’ VOGLIAMO, FAR SAPERE ALLE PERSONE COSE PRIMA “DEL TEMPO STABILITO”, QUINDI LA RISPOSTA DEL FRATELLO PORTAVOCE E’ CORRETTA ANCHE ALLA LUCE DI QUANTO GESU CI COMANDA DI FARE, CIOE’ DI “NON DARE LE PERLE AI PORCI””

  10. Francesco Franco Coladarci scrive:

    I Testimoni di Geova, riferendomi nello specifico al “Corpo Direttivo” disassociava (scomunicava) chi poteva in qualche misura condividere le iniziative dei vari partiti, accusandoli di “Violare la neutralità cristiana”, ma in modo “Ipocrita” essi stessi non si sono fatti scrupolo di aderire alle Nazioni Unite, le quali sono sempre state definite da loro come il covo di Satana, accampando motivazioni infantili, illogiche sul motivo di tale adesione, ed in modo ipocrita ne sono uscite quando il giornale inglese “The Guardian” smascherò tale condotta, come definire tale condotta da parte della classe dirigente se non ipocrita?.

    Nello stesso modo, cioè, nel modo ipocrito, affermano che il Testimone di Geova è libero di andare a votare, bene, che ci dicessero non a me, ma alle istituzioni, al pubblico, cosa accadrebbe se il Testimone di Geova confessasse di aver votato un determinato partito?
    Questa è la domanda che richiede una chiara risposta, e non le affermazione Tautologiche.

    Francesco

  11. Mario70 scrive:

    Ringrazio chi mi ha preceduto dei commenti lasciati, ringrazio anche il testimone di Geova Omar che ha espresso ingenuamente (ingenuamente rispetto a chi nega fino alla fine la verità ) come stanno le cose:
    1) i tdg non votano perché così gli ha insegnato il loro corpo direttivo
    2) se sono obbligati a recarsi alle urne ci vanno ma annullano la scheda
    3) se per caso dicessero pubblicamente di non aver annullato la scheda ma di aver votato verrebbero considerati dissociati dai testimoni di Geova con tutte le ripercussioni ostracizzanti che ne conseguono.

    Il fatto che tutto questo accade se esprimono agli altri di aver votato è cosa ovvia altrimenti come farebbero i loro anziani a saperlo e a prendere i necessari provvedimenti di cacciarli via?
    Anche se un testimone di Geova uccidesse qualcuno senza dirlo a nessuno non avrebbe ripercussioni (se non venisse scoperto ovviamente), il fatto che puntualizzano una cosa del genere fa ridere per quanto è banale, ma gli serve per far credere agli altri (in primis ai politici) che “nessuno vieta al testimone di recarsi alle urne” oramai siete in grado di capire da soli cosa in realtà è nascosto dietro questa frase e l’utente “papà61″ lo ha spiegato perfettamente.

  12. Omar scrive:

    Dai commenti dei detrattori e dei criticoni emerge che a loro non interessa la libertà del TdG di votare senza avere conseguenze, ma di votare e sbandierare la propria preferenza politica senza avere conseguenze! Ipocriti che non siete altro. Vi rode che la nostra posizione nella legislazione corrente è ineccepibile e inattaccabile proprio grazie al “segreto dell’urna” imposto dalla legge. Siete ridicoli quando dite che se costretti dalla legge ad andare alle urne i TdG devono però mettere scheda bianca..e chi può verificare se si mette scheda bianca o se viene espressa una preferenza?? Non sapete dove arrampicarvi e solo chi soffre di paranoie come voi non riesce a capire il PERFETTO equilibrio tra i nostri principi e le leggi dello Stato. Studiatevi un po’ di educazione civica come si faceva una volta, ma non dai nostri apostati che si rodono il fegato giorno e notte…

    ad maiora

    Omar “l’ingenuo”

  13. papà61 scrive:

    Il punto rimane che la società Torre di Guardia con sede a brooklin, di fatto detta ordini e leggi, sotto form di “consigli”, ai suoi adepti controllando di fatto ogni aspetto della loro vita, salvo poi, se interrogati dalla stampa e al solo scopo di ingraziarsi le autorità civili (vedi 8xmille, ONU ec), di lavarsene le mani dicendo FALSAMENTE che il testimone di geova è libero di fare ciò che vuole nella sua coscienza. Niente di piu falso. il resto sono solo chiacchiere accademiche. Il punto è che la torre di guardia viola le liberta fondamentali e i diritti civili dei suoi adepti, i quali sono prima di tutto cittadini. Io e la mia compagna siamo stati “disciplinati” pochi mesi fa perchè siamo assieme da due anni (non conviventi) e non siamo ancora sposati per problemi pratici e personali. Questo vi sembra non sia un limitare le libertà personali? in quale cavolo di versetto biblico è fissata la data di un fidanzamento? Vogliamo parlare del sangue? dell’università? della scelta del lavoro? NIENTE, NULLA E’ LASCIATO ALLA LIBERTA’ PERSONALE MA E’ GUIDATO DALLA TORRE DI GUARDIA, E SE NON FAI COME DICONO LORO HAI DELLE CONSEGUENZE NELLA TUA VITA, IN QUANTO OGNI DISCIPLINA, DALLA SEGNATURA ALLA DISASSICIAZIONE HA EFFETTI ANCHE SUI TUOI FAMILIARI TESTIMONI DI GEOVA. VI BASTA? FINITELA DI PRENDERE IN GIRO LE PERSONE.

  14. Gabriele scrive:

    Siamo alle comiche. Vorrei fare un appunto ad Omar, tutto quello che hai scritto è vero, c’è però una cosa secondo me sbagliata che hai fatto, cioè rispondere a questo manipolo di complottisti manifestamente furiosi – esempio tipico di un certo underground molto diffuso in rete. Sostanzialmente abbiamo a che fare con persone che accusano i Testimoni di Geova (cioè la loro organizzazioni e i loro fedeli) di un reato, ovvero il FALSO IDEOLOGICO. Questi complottisti però si guardano bene dal fare i seguenti passi:

    1) La denuncia (art. 333 c.p.p.) è un atto con il quale chiunque abbia notizia di un reato perseguibile d’ufficio ne informa il pubblico ministero o un ufficiale di polizia giudiziaria.
    Il cittadino non ha l’obbligo giuridico di sporgere denuncia.

    2) L’esposto è una denuncia-segnalazione che qualsiasi cittadino può compiere per rappresentare al pubblico ministero o ad un ufficiale di polizia giudiziaria una situazione che, a suo avviso, potrebbe assumere rilievo penale.

    Perché invece di informare le autorità preferiscono riempire la rete con le loro bizzarre teorie complottiste ? È molto semplice, la risposta è che non sono persone serie.
    Quindi cos’hai fatto di sbagliato secondo me Omar? Be’, la tua risposta è fin troppo seria se calata in questo clima da barzelletta, qualcuno potrebbe pensare che tu sia al loro livello. Meglio non rispondere a certe provocazioni paranoiche.

  15. Silvio scrive:

    Caro Omar Orefice, quadretto dell’apparato CCTdG, non fare il piagnucoloso, ricordati che vivrai in eterno in quanto Testimone di Geova! che figura fai fare alla parola di Geova davanti agli increduli?
    Hai sentito cosa ti dice il tuo fratello in fede Gabriele? Non proseguire più con i post! Obbedisci! potresti scoprire cose che è bene e giudizioso non dire in pubblico!
    Il fratello Gabriele è animato dallo Spirito di Geova, ascoltalo! Ma tu caro Omar ti ricordi quanto pubblicavi su quotidiani regionali la tua prosopopea (si fa per dire) esortando un povero disgraziato ex Tdg vittima di ostracismo familiare, dopo la sua fuoriuscita dal gruppo (o setta? fate voi), di essere più “virile” invece di lamentarsi delle conseguenze del suo atto?
    E adesso tu che fai? piagnucoli per mezzo di una sorta di autocommiserazione?

  16. Silvio scrive:

    (2)

    # papà61: per quello che hai scritto nel post in data 9 marzo 2013 alle 13:17, perchè non pubblichi per intero il nome del ministro di culto TDG – e la congregazione dove svolge il suo ufficio -?
    Che ci sarebbe di male? E o non è il suo ministero di culto legale? E’ o non è riconosciuto dalle pubbliche autorità come tale? E allora? Non è violazione della privacy. E’ una citazione di un dirigente di culto nell’esposizione di una materia afferente al suo ministero cultuale.
    E’ forse reato pubblicare nomi e cognomi di sacerdoti e vescovi cattolici, o di rabbini ebraici o pastori valdesi, quando vengono citati per argomenti relativi al loro ufficio? O gli anziani delle congregazioni TDG devono far occultare al pubblico le proprie funzioni confessionali?

  17. papà61 scrive:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Falso_(ordinamento_penale_italiano)

    Un portavoce che tace parte di verità non commette alcun reato penalmente perseguibile, ne d’ufficio nè a querela di parte.
    cerchiamo di informarci prima di gettare fango. Il punto è che il pubblico che legge la notizia riportata sopra, la prende per veritiera senza sapere che cosa si cela nella verita che Torcoletti, e altri membri dei tdg come lui, nascondono scientemente, al solo scopo di far apparire accattivante e priva di pericoli l’adesione al geovismo.
    Una domanda che non si fa nessuno. Ma perché i dirigenti stessi del geovismo hanno talmente paura delle loro dottrine, da doverle celare al pubblico in tutto o in parte, non assumendosi la responsabilità nei confronti di esse, se sanno essere ispirate da Dio, e di conseguenza giuste?

  18. stefanoc599 scrive:

    Il Testimone di Geova può , se decide in coscienza di farlo, andare a votare.
    Ciò che si fa all’interno della camera elettorale lo si decide secondo la propria coscienza.
    Vediamo che ne pensa la Bibbia:

    -Gesù Cristo disse riguardo ai suoi seguaci: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:14)

    -l’apostolo Paolo si considerava “ambasciatore” di Cristo fra i suoi contemporanei. (Efesini 6:20; 2 Corinti 5:20) I testimoni di Geova credono che ora Cristo Gesù sia stato intronizzato quale Re del celeste Regno di Dio e che loro, come ambasciatori, devono annunciarlo alle nazioni. (Matteo 24:14; Rivelazione [Apocalisse] 11:15) Ci si aspetta che gli ambasciatori siano neutrali e non interferiscano negli affari interni del paese in cui vengono mandati. In qualità di rappresentanti del celeste Regno di Dio, anche i testimoni di Geova si sentono analogamente in obbligo di non interferire nella politica del paese in cui risiedono.

    -un altro fattore da considerare è che chi col suo voto contribuisce a eleggere un candidato può diventare responsabile di ciò che questi farà. (Confronta 1 Timoteo 5:22, Parola del Signore). I cristiani devono valutare attentamente se intendono assumersi questa responsabilità.

    -i testimoni di Geova tengono in alta stima la loro unità cristiana. (Colossesi 3:14) Quando le religioni si immischiano nella politica, spesso ciò causa divisioni fra i loro aderenti. Imitando Gesù Cristo, i testimoni di Geova evitano ogni ingerenza nella politica e mantengono così la loro unità cristiana. — Matteo 12:25; Giovanni 6:15; 18:36, 37.

    -ultimo fattore, stando fuori dalla politica i testimoni di Geova hanno la libertà di parola che consente loro di annunciare l’importante messaggio del Regno a persone di qualsiasi idea politica. — Ebrei 10:35.

    Alla luce dei princìpi scritturali su esposti, in molti paesi i testimoni di Geova decidono personalmente di non votare alle elezioni politiche, e la legge del paese riconosce loro questa libertà. Spetta a ciascun Testimone prendere la propria decisione di coscienza basata sulla Bibbia su come intende affrontare la situazione. Se qualcuno decide di recarsi alle urne, è una decisione sua. Ciò che fa nella cabina elettorale è una questione fra lui e il Creatore.

  19. Franz scrive:

    Fratellastri vi prego smettetela di dire cavolate,sono stato tdg,e non è permesso a nessuno di andare a votare,neanche scheda bianca,sarebbe sempre un voto.Se lo fate per avere il,4/8,..x mille dallo stato , è squallido ,non dimenticate,che per voi i governi sono sotto il potere di satana,non potete fare compromessi,quindi vi sottomettereste a satana,quando un tdg va alle urne.sceglie in automatico di dissociarsi.Questi giochetti di dire non dire, li potete attuare con chi non conosce come vi muovete,ma chi è stato tdg sa che non dire tutta la verità,non significa mentire per voi,ma neanche tutta la verità dite.Quindi siate chiari,che il vostro Dio ,vi vede nel seggio elettorale e anche la vostra società.

  20. papà61 scrive:

    Stefano.Ok prendiamo per buona che sia una decisione personale e si rechi a votare. Dopo, cosa gli succede qualora gli anziani lo vengano a sapere? Se non ha conseguenze, ok ma se ha delle conseguenze, allora non si puo ammettere che sia una questione di sola coscienza. Come dire: vota pure, poi ne paghi le conseguenze.

  21. Mario70 scrive:

    Quando ancora non c’era la prospettiva di guadagnare dei soldi facendo compromesso con lo stato, quando non si conoscevano i rischi derivanti dall’incitare a non votare e non era necessario ingannare i lettori e i politici con la “strategia teocratica” (ovvero tacere parte della verità o addirittura mentire come hanno fatto e continuano a fare alcuni testimoni che hanno scritto sipra) le cose erano molto chiare e lo dimostrano le parole inequivocabili di questa loro pubblicazione:
    La Torre di Guardia del 15 marzo 1951: “Poiché non esercitano il voto popolare neppure per eleggere i servitori consacrati entro l’organizzazione teocratica, essi non considerano giusto esercitare il diritto di voto con cui persone non consacrate sono elette ad incarichi politici mondani. Non scelgono di condividere la responsabilità per i peccati commessi da questi mondani eletti alle cariche governative. Essi vogliono preservarsi puri da questo mondo”.

    Torre di guardia 15 ottobre 1957:

    “quando questo mondo giunge alla sua ardente fine alla guerra di Armaghedon, tutti i governanti della terra e i loro sostenitori, di qualunque ideologia politica o confessione religiosa, saranno contro il Re dei re e Signor dei signori … I poteri politici saranno sconfitti da Cristo Gesù e dai suoi eserciti celesti e saranno scagliati nel “lago che brucia con zolfo”, la Geenna di eterna distruzione”.
    Oggi i cristiani testimoni di Geova, come i testimoni di Geova nei primi giorni del Cristianesimo, si serbano incontaminati dal mondo. Essi coscienziosamente si astengono dal partecipare alla politica di questo mondo, sì, anche dal votare. Sanno che la partecipazione politica non solo sarebbe inutile ma porterebbe la disapprovazione di Dio”

    In seguito il problema venne trattato in segreto, per nostra fortuna degli ex anziani dei testimoni di Geova hanno raccolto delle lettere che i loro dirigenti inviavano alle congregazioni, per trattare casi “delicati” come questo, una di queste lettere è questa:

    ” “È violazione di neutralità l’azione di chi esprime il voto preferenziale. Per violare la neutralità occorre più che presentarsi, occorre esprimere la preferenza. Se qualcuno fa ciò si dissocia dalla congregazione per aver violato la sua neutralità. Ci risulta che le persone spiritualmente mature non si presentano quando, come in Italia, non è obbligatorio. Altrimenti si manifesta una condotta ambigua. Nel caso in cui una persona si presenti e sia un nominato [ovvero una persona con incarichi particolari] potrebbe essere rimosso. Non avendo una nomina nella congregazione comunque, la persona che si presenta manifesta di essere spiritualmente debole e come tale sarà considerata dagli anziani.
    È bene lasciare che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Nel darti la risposta ti indirizziamo alla torre di guardia 1.10.70 p 599 e ‘Vita eterna’ cap. 11. È utile fare presente questo, più che alle adunanze, nelle conversazioni private. Certo anche alle adunanze possiamo dare risalto alla necessità di essere neutrali, tuttavia la materia è così delicata che i dettagli è meglio darli a voce, in privato” (SCC:SSC 15.7.78)”

    Non credo che servano altre prove!

    Ecco cosa pensano veramente i testimoni di Geova del voto e della politica, il resto è solo ipocrisia e falsità.

  22. Omar scrive:

    Citare pubblicazioni di 30 e 50 anni fa dimostra che avete anche dei problemi con il tempo. I TdG con il passare degli anni si trasformano, ma non voi che rimanete ai tempi di Rutheford, il vostro “preferito” (anni ’20-’40). Chi si abbevera da voi (poveretti) ripetono le vostre ridicole e anacronistiche accuse, come il rifiuto dei trapianti e delle vaccinazioni ecc ecc… Pur di sputacchiare l’impossibile.
    Continuate pure a suonarvela e a cantarvela da soli.

    Notte! …in tutti i sensi.

    Omar

  23. Mario70 scrive:

    Chi dimentica o nasconde la propria storia è un negazionista, mi ricordi certi neonazisti che negano l’olocausto dicendo che è una esagerazione montata ad arte dai filo amenricani, per nostra fortuna tutte le vostre pubblicazioni si possono trovare e sono inequivocabili, per quanto riguarda il voto nulla è cambiato da allora, solo che all’epoca c’era ancora un po’ di ingenuità nel raccontare la verità, la “strategia teocratica” ancora non aveva attecchito bene, per quanto riguarda il resto, continua pure a sottovalutare la gravità dei morti per non aver accettato i vaccini o i trapianti o i derivati del sangue, quando ancora non era “questione di coscienza” solo per ubbidire a stupide dottrine umane uscite fuori dallo spirito di-vino dei fumi dell’alcool del vostro “schiavo fedele e discreto”.

  24. Silvio scrive:

    Reitero la richiesta a papà61:

    per quello che hai scritto nel post in data 9 marzo 2013 alle 13:17, perchè non pubblichi per intero il nome del ministro di culto TDG e la congregazione dove svolge il suo ufficio?
    Che ci sarebbe di male? E’ o non è il suo ministero di culto legale? E’ o non è riconosciuto dalle pubbliche autorità come tale? E allora? Non è violazione della privacy. E’ una citazione di un dirigente di culto nell’esposizione pubblica di una materia afferente al suo ministero cultuale.
    E’ forse reato pubblicare nomi e cognomi di sacerdoti e vescovi cattolici, o di rabbini ebraici o pastori valdesi, quando vengono citati per argomenti chiarificatori relativi al loro ufficio? O gli Anziani delle congregazioni TDG devono far occultare al pubblico le proprie funzioni confessionali?
    Il loro rapporto gerarchico con i semplici affiliati/proclamatori è forse un rapporto associativo segreto? Solo gli Anziani tengono l’amministrazione apicale degli affari cultuali delle congregazioni e costituiscono i comitati giudiziari, ricevono le circolari dalla Congregazione Centrale in esclusiva, fanno le visite per “chiarificazioni” spirituali se uno vive da TDG o sta cedendo a tentazioni “mondane” ecc. Tutto questo deve restare segreto alle autorità pubbliche e all’opinione pubblica? Se è le pubbliche autorità ne sono al corrente non c’è ragione per non citare i nomi e cognomi di questi ministri di culto su cose inerenti il loro ufficio cultuale.

    E’ importante illustrare presso l’opinione pubblica le posizioni reali di un’organizzazione in merito ad una materia attraverso le dichiarazioni di suoi amministratori in carne ed ossa, nell’esercizio delle loro funzioni ecclesiastiche.
    Serve anche per scoprire:

    1) chi dice bugie, chi la verità, chi mezza verità ecc.;
    2) far emergere pubblicamente – se esistono – differenze di giudizio e di vedute tra gli amministratori di culto e i vari seguaci dell’organizzazione religiosa che si prende in esame. Differenze inerenti la dottrina ufficiale ma che si vogliono tenere nascoste per ragioni di difesa “del proprio deretano” all’interno dell’organizzazione stessa (specie se si occupano posizioni nella pianta organica della “carriera teocratica”).

    Insomma, far emergere il sommerso, davanti all’opinione pubblica, citando le medesime parole dei dirigenti della baracca.

  25. Sergio scrive:

    Lo sanno tutti che i testimoni di Geova non vanno a votare ,,, prima di pubblicare stupidaggini e continuare ad alimentare odio vs i Td.G ,,, informati e verifica la fonte della notizia…

  26. Nello80 scrive:

    Si certo si è liberi di fare quello che si vuole!!!!
    Ma nel senso che nessuno ti impedisce fisicamente di recarsi alle urne e poi votare.
    Del resto, a me non impedisce nessuno nemmeno di commettere fornicazione.
    Ma se io tdg commetto fornicazione e dopo un certo periodo di tempo lo confesso o vengo scoperto vado incontro ad un comitato giudiziario con la molto propapile dissassociazione.
    Quindi domando:
    Se io tdg in Italia dove non c’è l’obbligo di andare alle urna, e vivo in una famiglia dove non ho nessun problema attinente alla questione, se sono servitore di ministero, anziano , pioniere regare, etc. spiegatemi cosq succede se vengo scoperto o confesso che sono andato solo alle urna ma ho annulato la scheda, e cosa succede se dico che in coscienza pur sapendo che il regno di Dio ridolv3rà tutti i problemi ho ritenuto votare una persona che ritengo brava ed onesta la quale è candidata in una lista civica?

    P.S. Sono un TDG da più di 30 anno

  27. Nello80 scrive:

    Scusate per gli errori ma sto con il telefonino