C’è ma non si vede. E non si può dire che non si senta. Qualcuno parla di “puzza asfissiante”, altri di “tanfo insopportabile”. C’è chi non può più aprire le finestre di casa, perché invece di ‘arieggiare’ l’ambiente, si rischia di trasformare le stanze in una fetida cloaca. E il cattivo odore sale anche dalle tubature. Dai lavandini, dagli scarichi del bagno di chi abita in località Le Conce e dintorni.
E’ la puzza che arriva dal depuratore, “vecchio di almeno vent’anni e non proprio in forma”, ci dice qualcuno. Da quel depuratore che, andando oltre la Benelli e proseguendo per via della Stazione, si trova in fondo ad una stradina interna – non asfaltata – accanto alla Scuola di Giornalismo di Urbino. Tra questa e una villetta abitata da due studenti. Molto ben nascosto.
“Il tanfo si sente di più quando piove e c’è umidità; un po’ di meno quando c’è il sole o tira vento” spiega una ragazza che abità lì vicino. Come oggi. Effettivamente il cattivo odore è più blando, se lo porta via, lontano, questo vento. Ma noi del Ducato abbiamo controllato nei giorni scorsi. Siamo andati fin sotto la stradina. Giorno dopo giorno. E abbiamo visto e sentito ciò che succede. Acqua marrone scuro, che dovrebbe essere già depurata, esce dalle tubature di scarico e si riversa nel torrente a valle, in una quantità e con una violenza impressionanti.
Proviamo a risalire il corso d’acqua. Arriviamo fin sopra Le Conce, subito a valle dell’ex conceria sulla Statale 73bis al km 69 (dove tra l’altro ci sono problemi ai tubi fognari, con ulteriori fastidiosi olezzi per l’intero vicinato) . Torniamo giù e lo seguiamo fin dove confluisce, attraverso il fosso delle Lavandaie, direttamente nel fiume Metauro. Da lì l’acqua che esce dal depuratore proseguirà fino all’Adriatico.
Ieri abbiamo notato un via vai di camion, in mattinata. Tra loro c’era un mezzo della Marche Multiservizi. Era successo qualcosa? Si era rotto qualcosa? Non lo sappiamo, anche perché dalla ditta ci dicono di non essere a conoscenza né di guasti, né tantomeno di quell’acqua scura che esce dal depuratore:, “E se fosse vero non sarebbe normale!”. Così al telefono l’ingegner Careri. Che conclude: “Controlleremo!”. Ma intanto tutto scorre.
Ma cosa depura o dovrebbe depurare questo depuratore? L’abbiamo chiesto all’Arpam, alla dottoressa Bezziccheri del Servizio Acque. “Acque reflue urbane”, la risposta. “Liquami domestici, liquami di ditte e acque meteoriche”.
L’abbiamo chiesto anche alla Marche Multiservizi. La risposta è un po’ diversa: “Liquami domestici civili, scarichi di fognature domestiche e meteoriche”. Non ‘liquami di ditte’. “La cosa certa è che non arrivano fanghi dall’esterno”.
Ma ieri, oltre il cancello che dà accesso alla struttura, c’era un camion attrezzato per separare i fanghi. Un camion della Rpa s.r.l. (Risanamento Protezione Ambientale) di Fano che “si occupa di centrifugare e aspirare i fanghi” – come confermato dalla Marche Multiservizi – separando la parte liquida (che va nel depuratore e poi nel Metauro) da quella secca (che presumibilmente va in discarica). Pare sia prassi: la Rpa arriva per fare questo tipo di lavoro a cadenza periodica. Il dubbio è che, di tanto in tanto, carichi di fanghi provenienti da altre zone, vengano portati qui per essere depurati. Lo esterniamo all’ingegner Careri che risponde negativamente: “Il camion lavora e separa fanghi già presenti nel depuratore”.
La puzza a monte della stradina che porta al depuratore quasi non si sente. C’è molto vento. Ma scendendo più a valle, l’olezzo comincia a salire. E solo qualche giorno fa, quell’acqua, la stessa che dalle Lavandaie arriva al Metauro, era densa e scura. Le tubature sono vecchie e obsolete. Un passante che abita vicino da tempo le guarda e dice: “Non dovrebbero essere così. E da lì non dovrebbe uscire acqua sporca. Prima non succedeva”