URBINO – Come la nostra penisola sia diventata quella che oggi conosciamo lo ha spiegato Corrado Augias nel suo appuntamento alla libreria Montefeltro. Lo scrittore, giornalista e conduttore televisivo – che oggi pomeriggio terrà una lectio magistralis nell’ambito del Festival del giornalismo culturale – ha presentato nel gremito cortile del Collegio Raffaello il suo libro intitolato I segreti d’Italia, un cammino tra passato e presente alla ricerca di quei corsi e ricorsi storici che hanno segnato il nostro paese.
In un viaggio all’interno dell’Italia, da Palermo a Venezia – entrambi crocevia di culture ma radicalmente opposte tra di loro – Augias si è interrogato su come la nostra penisola sia diventata allo stesso tempo culla della bellezza e sia riuscita così fortemente a sbiadire nel tempo.
“La nostra – ha spiegato l’autore all’ attenta platea – è una penisola sbilenca, con un’unità politica traballante ma gloriosa: spesso gli intellettuali, per poter operare al meglio, sono dovuti andar via da qui. Hanno cercato luoghi in cui esplicitare al meglio il loro talento. Qui i mezzi sono limitati e ci sono sempre state troppe gelosie e rivalità”.
Attraverso molte storie, da quelle realmente accadute ad alcuni ricordi personali, dal giovane Leopardi in partenza da Recanati a Roma, passando per il primo ghetto ebreo e alla fine della gloriosa repubblica veneziana venduta da Napoleone con il trattato di Campoformio, finendo anche nella fortezza di San Leo, dove morì Cagliostro.
“Il paese di cui siamo cittadini – ha raccontato ancora l’autore – è un paese svantaggiato dalla geografia . Non possiamo incolpare nessuno. Questo è un luogo in cui la difficoltà di comunicazione c’è sempre stata. Il fattore geografico ha influenzato la sua storia provocando la disunione del Paese”.
Ecco perché il giornalista ha sentito la necessità di scrivere un romanzo in cui raccontare questa nazione Italia, fatta di luoghi, opere, monumenti, ma anche letteratura e personaggi, di cronaca, alla ricerca di quella memoria che fa degli italiani ciò che sono oggi, per capire, partendo da lontano, come si sia arrivati a questo punto.
Partendo dagli eventi e dai protagonisti dipanare una storia che è quella dei centocinquanta anni dell’ancor giovane Italia. Con l’auspicio, ha concluso Augias, di “non abbandonare la speranza di migliorare nuovamente”.