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Legge sulla Via: perché la Consulta ha bocciato le Marche

URBINO – Con la sentenza 93/2013 del 20 maggio scorso, la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge regionale numero 3 del 26 marzo 2012, che disciplina la Valutazione d’impatto ambientale per la Regione Marche.

In particolare sono state riconosciuti incostituzionali i criteri per decidere l’assoggettabilità o meno dei progetti alla procedura di Via. I progetti coinvolti dalla legge sono i più svariati: infrastrutture, palazzi, discariche, edifici pubblici e privati.

La prima motivazione di incostituzionalità, secondo la consulta, non deriva dal contrasto con una norma statale, bensì con una direttiva europea (2011/92/EU). La direttiva specifica come sia necessario sottoporre ogni progetto a uno screening ambientale che tenga conto, non solo delle dimensioni dei progetti (come previsto dalla legge regionale), ma anche di altri elementi:

  • cumulo con altri progetti;
  • utilizzazione delle risorse ambientali;
  •  produzione di rifiuti;
  • inquinamento causato;
  • altri disturbi ambientali

Con la legge 30 del 19 ottobre 2012 la Regione aveva già cercato di aggiustare il tiro. Secondo la Consulta, però, non ci sono prove che il nuovo testo sia mai stato effettivamente applicato.

Dopo la sentenza della corte, la Giunta regionale ha diffuso un comunicato in cui, assieme ai punti cardine della nuova proposta di legge, dichiara di voler inviare una lettera al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai ministri per sottolineare come la carenza normativa non sia solo regionale, bensì un problema di legislazione nazionale.

“La stessa legislazione nazionale – recita il comunicato – non risulta a questo punto conforme alla normativa europea, creando un evidente pregiudizio legislativo, di non facile gestione, nel corretto e trasparente svolgimento dei processi amministrativi di autorizzazione.

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