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Il maggiore Fava lascia Urbino: “Per sempre legato a questa terra”

di e    -    Pubblicato il 7/06/2013                 
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Il comandate Walter Fava

URBINO – Trentaquattro anni appena compiuti (il 2 giugno), originario di La Spezia, le mani che giocherellano nervose con la semplice fede che porta all’anulare, gli occhi scuri e timidi che si abbassano per celare i “non posso proprio rispondere”, ma anche per  l’emozione che certi saluti ti mettono addosso.

Walter Fava, maggiore della compagnia dei Carabinieri di Urbino, sta facendo i bagagli: “Scusate sono in ritardo, ho  tutto sotto sopra, pensate che devo ancora chiudere le valigie”, lo confida sottovoce, con la timidezza che lo contraddistingue, quasi a volersi scusare. Fava lascia il Montefeltro per trasferirsi a Roma; assumerà l’incarico di stato maggiore al comando generale dell’Arma dei Carabinieri.

“Non pensate che in questi anni abbia voluto evitarvi o essere scortese con voi. E’ il mio carattere: sono schivo”. Lo dice sulla porta del suo ufficio; lo dice uscendo, quasi fosse una confidenza che prima proprio non poteva fare ma oggi sì. A metà tra l’emozione dell’uomo e il dovere del carabiniere.

Sono passati quasi 6 anni da quando è arrivato ad Urbino. Veniva dalla Calabria dove era stato comandante della compagnia dei Carabinieri di Bianco, nella Locride: “Un territorio difficile – dice – sopratutto per il clima ostile che si respirava, non certo da parte della cittadinanza, quanto dall’esterno”.

Ma ad Urbino è stata un’altra storia. Un po’ perché  i “crimini efferati” si contano sulle dita di una mano (e ne avanzano persino) ma sopratutto perché qui il Maggiore ha vissuto una “tappa fondamentale della vita”: ha messo su famiglia.  “Qui mi sono sposato e due anni e mezzo fa è nata mia figlia Eleonora. Questi sei anni, anche per questo motivo, sono stati un pezzo di vita. Rimarrò indissolubilmente legato a queste terre  e anche per il rapporto che i cittadini hanno qui con i Carabinieri”.

Ascolta l’audio del Maggiore Walter Fava

Urbino Walter Fava l’ha vista cambiare. Ripercorre veloce le operazioni più importanti: “Gli omicidi nel novembre 2008 a Urbino e quello del giugno 2009 a Urbania. Sempre nel 2009 c’è stata l’operazione che ha portato alla chiusura del night club Blu notte, con l’arresto dei quattro titolari per sfruttamento della prostituzione in concorso”.

Il comandante Fava nei giorni del nevone

Il Maggiore ha vissuto qui gli anni della crisi economica, della difficoltà della piccola industria e delle bollette sempre più salate da pagare. Anni duri, anche per una città che si regge sul turismo e sull’ateneo.

Un’università e una popolazione studentesca che spesso fa discutere per gli schiamazzi notturni e per le rivendicazioni “ma che – dice Fava – è un elemento determinante nella vita di Urbino e con cui noi e tutte le altre forze di polizia abbiamo sempre cercato di dialogare, prestando massima attenzione ad ogni iniziativa di protesta o di festeggiamento”.

Non si sa ancora chi lo sostituirà. Da oggi fino a settembre il suo incarico sarà però provvisoriamente assunto dal luogotenente Giuseppe Paolillo. “Ho avuto l’onore – conclude, salutando – e il piacere di vivere in una cornice di assoluta bellezza e in questa terrà tornerò sicuramente da turista. Il mio non è un addio ad Urbino, ma solo un arrivederci”.

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