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Sanità, un’ambulanza in più per l’area vasta 1 di Urbino e Urbania

di    -    Pubblicato il 12/06/2013                 
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URBINO – Potrebbe arrivare un’ambulanza in più nell’area vasta 1, che comprende i comuni di Urbino e Urbania. La proposta, tra i ‘nodi’ sanitari della provincia, è stata votata ieri dai consiglieri in commissione sanità alla Regione.

Il documento mira a conservare i punti di primo intervento territoriale della rete emergenza e il sistema di ambulanze, le “Potes” , (ambulanza attrezzata per la rianimazione) che affronta le situazioni di emergenza sia sul luogo, sia durante il trasporto fino all’ospedalizzazione. Il sistema ha infatti il compito di stabilizzare il paziente in fase critica e trasferirlo in sicurezza al pronto soccorso, entro 8 minuti nell’area urbana ed entro 20 in area extraurbana.
“Bisogna preservare questo servizio – ha spiegato la consigliera Elisabetta Foschi – siamo in emergenza sanitaria ed è necessario contrastare sia il taglio dei posti letto, che ha colpito la regione più di altre, sia la riduzione dei mezzi con medico a bordo”.

In realtà l’intenzione era quella di destinare due mezzi: “È necessario riequilibrare il territorio – ha spiegato ancora Foschi – e avevamo chiesto un’ambulanza per Urbino e una per Urbania. Con tutta probabilità, sarà solo Urbania a essere dotata di ambulanza in più con medico a bordo, mentre un’altra andrà al distretto sanitario di Calcinelli. Ma è comunque un buon inizio”.

Durante la seduta, la commissione ha approvato altri ordini del giorno: provvedimenti urgenti per il pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro, la riduzione della “mobilità passiva e delle liste d’attesa”, da contrastare con un incremento di posti letto nella provincia, e la necessità di dotare l’area vasta di personalità giuridica. “I tagli alla sanità – ha chiarito Foschi – sono lineari e vengono fatti non conoscendo il territorio. Il consiglio regionale dovrebbe cambiare la legge e creare cinque aree vaste con personalità giuridica autonoma, affinché i territori abbiano un proprio budget e ci sia una gestione ragionata”.

Ora la palla passa ai sindaci e organizzazioni sindacali: a loro la commissione chiederà un parere nei prossimi giorni.

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