URBINO – “Urbino campus. Una città a misura d’uomo e di studente”. È uno dei tanti slogan che si trovano sui volantini che pubblicizzano la città e l’università. Una città “ideale” di cui però, secondo gli urbinati del ‘Comitato cittadini del centro storico Urbino’ è rimasto ben poco.
È di quattro giorni fa l’aggressione di Giovanni Zanni, residente in via Bramante, da parte di cinque studenti a cui aveva solo chiesto di abbassare la musica. “Ci auguriamo davvero sia un episodio isolato – dice uno dei cittadini del comitato – ma il clima che si è creato non è dei migliori”. Zanni si è sentito rispondere “pago 400 euro al mese e faccio quello che mi pare”. Una risposta che secondo il comitato è sempre più frequente: “Il comune dice che si può fare”, “Non è ancora mezzanotte”, “È il giovedì urbinate, se non ti va bene vai a vivere in campagna”. Maleducazione, strafottenza, vandalismo: così i cittadini che vivono nel centro storico – qualche centinaio – descrivono il giovedì sera. Una serata che dovrebbe essere di divertimento e che invece – dicono – tiene in ostaggio la città. O meglio: quello che è rimasto della città. Gli urbinati che risiedono nel centro storico sono infatti solo 5%. “Negli anni c’è stato uno spopolamento e ora ne stiamo pagando le conseguenze”.
Una critica diretta prima di tutto contro gli “altri”, quelli che se ne sono andati in periferia affittando la propria casa, qualcuno per necessità, altri per lucrarci. Sei studenti dove ce ne potrebbero abitare tre, nessuna manutenzione, abusivismo, incuria. Una situazione che “è peggiorata negli ultimi cinque anni” perché secondo il comitato non è vero che dieci anni fa quando gli studenti erano di più si stava peggio. “Allora si conviveva, urbinati e studenti e non c’erano episodi di vandalismo come quelli di oggi”. Ci raccontano di schiamazzi fino al mattino, macchine rigate, specchietti rotti, fioriere ribaltate e soprattutto sporcizia ed escrementi sotto le porte di casa.
Il centro storico non è un campus, ripetono: “non si può paragonare Urbino a New York e quattromila persone ogni giovedì sera in un centro storico così piccolo sono decisamente troppe”. L’anno scorso – ci racconta una cittadina del comitato – è venuta l’ambulanza in piazza perché qualcuno si era sentito male e sai il vandalo di turno cosa ha fatto? Ha rubato la lettiga. Io ho studiato qui e anni fa queste cose proprio non le ricordo”. Studenti a Urbino ce ne sono sempre stati, ma quelli che prima non c’erano e invece oggi si, sono i vandali. Quelli che non rispettano la legge, le persone e le cose. Delinquenti veri e propri, capaci di picchiare un cittadino che gli ha semplicemente chiesto di fare meno rumore. “Ciò che è successo a Giovanni poteva succedere a chiunque”. Quello del comitato non vuole essere un attacco agli studenti perché – ci tengono a ricordarlo – la persona che ha soccorso il signor Zanni è stato proprio uno studente.
Parte della responsabilità di questa situazione di tensione e inciviltà, secondo il comitato, è da cercare dentro il palazzo del comune: “Il comune non alza un dito, si voltano dall’altra parte con la scusa che la situazione è troppo difficile da affrontare”. Urbinati contro studenti, studenti contro urbinati. Una diatriba che secondo il comitato molte volte viene creata ad arte dall’amministrazione stessa perché “in fondo noi e gli studenti vogliamo le stesse cose, quelle che l’amministrazione non ci dà: una città più vivibile, spazi di aggregazione, svaghi”.