URBINO – Ci sono voluti sei mesi e 80.000 euro per riaprire il cinema Nuova Luce, che tornerà in attività entro dicembre. Il locale di via Veterani sarebbe dovuto essere pronto a giugno con la nuova tecnologia digitale e invece la programmazione non riprenderà prima del prossimo mese.
Ma cosa ha fatto ritardare tanto i lavori? Da oltre 10 anni il cinema è in causa con il proprietario della casa adiacente per i livelli di volume troppo elevati. Proprio nel mese di giugno scorso, quando il Nuova Luce era chiuso per il passaggio al digitale, è arrivata la prima sentenza che giudicava il titolare Marco Lazzari colpevole di inquinamento acustico. In seguito al verdetto sono cominciati i lavori di insonorizzazione. Per ottenere l’isolamento sonoro tutta la zona del palco è stata eliminata portando a una riduzione della sala di circa sei metri e alla perdita di 30 posti a sedere.
Come spiega Lazzari, “oltre al passaggio al digitale che ha richiesto più tempo del previsto, abbiamo anche dovuto insonorizzare la sala”. “I lavori – aggiunge Lazzari – dovevano iniziare a settembre ma sono slittati di oltre un mese perché l’ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico della Curia, ente proprietario del cinema, era fuori per lavoro”. Ora per poter riaprire bisogna attendere solo le misurazioni acustiche che verranno fatte intorno al 3 dicembre.
Questi lavori sono costati oltre 80.000 euro, circa 60.000 per il passaggio al digitale (l’80% verrà recuperato tra i finanziamenti della Regione e gli aiuti dello stato) e 20.000 euro per l’isolamento acustico. Cifre ben più alte rispetto a quelle previste, ma il titolare si dice comunque soddisfatto di essere passato al digitale perché questa nuova tecnologia “mi permette di fare molte cose che l’analogico non mi consentiva come ad esempio attaccare videoproiettori per conferenze o proiettare mostre fotografiche senza dover noleggiare ulteriori apparecchiature”.
Il biglietto come dichiarato precedentemente costerà 6 euro – 50 centesimi in più – e verranno mantenute alcune offerte settimanali. Per adesso il 3D resta un miraggio perché ha dei costi troppo elevati: “una lente costa 17.000 euro e a questa cifra andrebbe aggiunto il costo degli occhiali monouso che sarebbero altri 2.000 euro”.
Rimane il ‘limite’ della zona ztl che “ci ha fatto diminuire l’afflusso di pubblico – sottolinea Lazzari che poi aggiunge- è come incentivare le persone che non abitano dentro le mura ad andare nei multisala dove possono arrivare comodamente in macchina”. Secondo il titolare – e non è l’unico a sostenerlo – l’ideale sarebbe consentire l’accesso nelle ore notturne per favorire anche le attività commerciali.