URBINO – Ha fatto impazzire commercialisti, sindaci, politici e soprattutto cittadini, in un rincorrersi di “sì si paga”, “no non si paga”, “si paga ma non tutti”. Scongiurata la prima rata di settembre – per la quale si sono trovate a fatica le coperture – rimane la seconda. Il Governo assicura: “Troveremo i soldi necessari”. I cittadini si fidano. Se lo dicono – pensano – sarà così. E invece così non è. È di pochi giorni fa infatti l’ultima puntata della telenovela preferita dai contribuenti italiani: la seconda rata dell’Imu non si paga ma – quasi fosse il figlio illegittimo di Ridge Forrester – compare la “mini-Imu”. La tassa riguarda circa 2700 comuni italiani, quelli cioè che hanno alzato le aliquote oltre il minimo fissato al 4 per mille. Lo stato coprirà il 60% di questo “di più”, mentre ai cittadini toccherà il restante 40. Il termine per il versamento è il 16 dicembre.
Possono però tirare un sospiro di sollievo gli urbinati. L’assessore al bilancio Maria Clara Muci l’ha detto e ridetto: “Qui nessuna mini-Imu”. Il comune di Urbino non si trova tra quei 2700 Comuni che chiederanno un sacrificio ai propri cittadini: aveva mantenuto e continuerà a mantenere l’aliquota sulla prima casa al minimo. Per le seconde case e gli altri immobili (tra i quali ci sono anche le attività commerciali e quelle produttive) l’amministrazione locale ha invece deciso per un aliquota al 9,5 per mille, di un punto cioè più bassa rispetto alla massima prevista per legge (10,5).