URBINO – Sono una cinquantina i presepi che, dal 7 dicembre, illuminano i vicoli del centro storico di Urbino tracciando un percorso che da piazza Raffaello termina a piazza Rinascimento. Non solo nelle chiese e dentro i palazzi storici, ma in quasi ogni angolo della città è possibile ammirare questi piccoli capolavori d’arte e di ingegno realizzati interamente dai cittadini. Guardandoli si può intuire la storia delle persone: il presepe tradizionale di Catia Gnassi, nella chiesa di San Francesco, è stato creato da madre e figlia, unendo parti di villaggio costruite negli anni e conservate in soffitta; il presepe della famiglia Forlini, nella chiesa di San Domenico, con i suoi castelli di cartone che dominano sullo sfondo, è una dedica dei figli al padre. E sempre lì, nella cappella degli universitari, si trova il presepe artistico più grande. Realizzato da Luciano Biagiotti è una riproduzione fedele della città ducale, ci sono i torricini, la casa e la statua di Raffaello, c’è persino l’orto botanico. Il percorso della tradizione conduce poi al Collegio Raffaello dove sono esposti 21 presepi. Ce ne sono di tutti i tipi: in ferro battuto, di stoffa o di marmo, scavati nel tronco di un albero o adagiati su un ramo. “Le vie dei presepi” non finiscono qui e, dopo l’esordio dello scorso fine settimana, i punti espositivi resteranno aperti al pubblico, dal 21 dicembre fino al 6 gennaio.