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Elezioni comunali a Urbino, polemiche nel Pd sulle regole delle primarie

di e    -    Pubblicato il 13/01/2014                 
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Maria Clara Muci

Maria Clara Muci

URBINO – I dibattiti interni e l’incertezza agitano le acque di quasi tutti gli schieramenti politici in vista delle elezioni comunali di Urbino della prossima primavera. Un mese fa, le scelte dei partiti sembravano più definite di ora. Ma il nuovo anno sembra aver riportato la confusione. Soprattutto nel Partito democratico.

Se a dicembre si ipotizzavano tre candidati per le primarie di coalizione di centrosinistra, ora i nomi certi sono sempre tre ma non gli stessi annunciati un mese fa.

Non si sa, ancora, come si svolgeranno le consultazioni, ma si ipotizza già una data: il 2 marzo. Maria Clara Muci,  Giorgio Londei e Piero Sestili sono i candidati ufficiali del partito guidato da Renzi. Federico Scaramucci invece, dato per certo nelle scorse settimane, continua a non confermare la sua candidatura. Il motivo sono i criteri di adesione alle primarie: se i candidati del Pd devono attenersi alle regole stringenti del partito, agli altri basterebbe invece presentare soltanto 80 firme. Anche il vice-sindaco Lorenzo Tempesta (Verdi) rimprovera il Pd che rischia di “tirare troppo sul discorso delle regole”.

Ed è proprio il consigliere comunale del Pd ad aizzare la polemica nel partito, dove, secondo lui, si starebbe consumando un “regolamento di conti tra correnti”, quelle degli ex sindaci: uno sceso in campo in prima persona (Londei, primo cittadino dal 1980 al 1993) e l’altro (Massimo Galluzzi, sindaco dal 1993 al 2004) che avrebbe in Sestili il “suo” candidato. Confermato anche un candidato esterno al partito, proveniente dai Verdi, che verrà annunciato nei prossimi giorni.

Sulla stessa linea di Scaramucci anche Sel, che non parteciperà alle primarie ma aspetterà di avere un “interlocutore”, cioè attenderà di conoscere il nome che uscirà dalle urne. Al momento, il partito di Vendola non si ritiene soddisfatto da quanto stanno facendo i democratici a livello locale. E, se la situazione dovesse rimanere questa, potrebbe decidere di presentare un proprio candidato e “andare così all’opposizione”, come spiega il responsabile del partito a Urbino, Giovanni Torrisi. Uno scenario possibile se il candidato del Pd non inserirà nel proprio programma alcuni punti cari a Sel: “Diritti civili e creazione del registro delle unioni civili comunale, iniziative per colmare il deficit partecipativo della cittadinanza e inserimento di nuovi stimoli per l’imprenditoria”.

Qualche certezza arriva, invece, dalle liste civiche. Due sembrano già sicure: una prima capeggiata da Bruno Malerba, che ha annunciato la sua candidatura già ad agosto dello scorso anno, e l’altra chiamata “Con Demitri per Urbino”. A capo ci sarà Piero Demitri, professore all’Accademia di Belle Arti, che sta raccogliendo le firme per presentare un programma che rilanci Urbino dal punto di vista culturale e turistico. “Non solo università – spiega Demitri – l’obiettivo è quello di rendere la città ducale più simile a centri culturali in fermento, come Ferrara, Mantova e Siena”.

Non ci sono grosse novità nel Movimento 5 Stelle, che ancora aspetta di ufficializzare il suo candidato sindaco. E, soprattutto, ancora attende la certificazione a livello nazionale che doveva essere approvata entro fine dello scorso anno.

Ancora più incerto è il destino del centrodestra urbinate. Alcune fonti parlano del ritiro di due candidature forti di cui si era parlato in passato: i consiglieri comunali Lucia Ciampi e Alfredo Bonelli. Pare che si voglia puntare su un nome nuovo, qualche giovane emergente, magari. Ma ancora non sono definite le alleanze. E si aspetta qualche segnale di vita dai neo-alfaniani del Nuovo Centro Destra che proprio in questi giorni si sta formando a livello provinciale e regionale.

Temporeggia anche Scelta Civica che si dice certa dell’alleanza con la lista Liberi per Cambiare e che dà per “molto probabile” una coalizione che includa anche il centro destra, come spiega Alfredo Sparaventi. ” Siamo aperti a tutti quelli che vogliono il cambiamento -continua Sparaventi – incluso il Movimento 5 Stelle”. Impossibile, invece, l’alleanza  con lo schieramento capeggiato dal Pd, “colpevole della cattiva amministrazione della città”. E, secondo Sparaventi, anche l’Udc finirà per entrare in questa coalizione.

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