URBINO – Giorgio Londei, Maria Clara Muci, Federico Scaramucci. Da questi tre nomi potrebbe uscire fuori quello del prossimo sindaco. D’altronde, si sa, a Urbino il Pd parte con un vantaggio netto rispetto ai suoi avversari. E i probabili candidati sembrano essere proprio loro tre, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Nessuno conferma (manca ancora l’ufficialità), ma allo stesso tempo nessuno dei tre nega.
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La più decisa è Maria Clara Muci: “A me, se ci sono le condizioni – spiega l’attuale assessore comunale -non dispiacerebbe entrare nella competizione”. Anche Giorgio Londei, ex sindaco di Urbino, parla di condizioni da rispettare: “La città mi ha chiesto con insistenza di candidarmi, ma prima di dichiarare la mia disponibilità, aspetto di vedere le regole. La volontà c’è”. In sostanza, la candidatura di Londei “non è scontata, ma probabile”. Il più titubante dei tre è Federico Scaramucci, consigliere comunale: “Non sono candidato. Finché non ci sono le regole non posso dire di esserlo”.
Le regole, quindi, sono il punto condiviso da tutti e tre i probabili candidati. Londei chiede che le primarie “siano aperte a tutti, senza dover per forza appartenere al partito o firmare il documento programmatico”. E anche i costi, secondo Londei, devono essere minimi: “Si potrebbe chiedere un contributo volontario”. La Muci aspetta che il partito dia le regole, confermando che le “primarie sono lo strumento migliore per scegliere il candidato, basandosi su merito e competenza della persona”. Anche Scaramucci vuole sapere cosa il Pd farà esattamente, prima di ufficializzare la sua candidatura, data comunque già per scontata da ambienti interni al partito.
L’unica cosa certa è che le primarie a Urbino si faranno. Probabilmente a febbraio. Ma sulle regole sembra ancora esserci confusione.
Mentre Londei chiede l’apertura a tutti i cittadini, il segretario del Pd di Urbino, Gianfranco Fedrigucci, sembra convinto che presto si prenderà una decisione: “La prossima settimana si chiuderà la coalizione e poi si sceglierà il regolamento. Il pd ne ha uno interno, ma se qualcun altro vuole candidarsi ci vogliono comunque delle firme e poi si decide”. Non pare essere dello stesso avviso il consigliere comunale, Francesco Andreani, che parla di primarie non di coalizione: “Il Pd farà la campagna elettorale, insieme a Socialisti e Verdi, ma sulla possibilità di un eventuale candidato unico ci ragioniamo più tardi”. Intanto, il Pd, secondo Fedrigucci, ha già ideato una “carta d’intenti”, un programma che tutti i candidati dovranno condividere e che prevede come punti principali il turismo, l’unione dei Comuni e lo snellimento amministrativo.
Allora, il nuovo interrogativo riguarda la coalizione. Fedrigucci assicura che “Sel, Psi, Verdi e Udc andranno alle elezioni col Pd”. Come spiegato dal segretario comunale del Partito Democratico, “nei mesi c’è stata una serie di incontri, circa una quarantina, con partiti, associazioni, forze lavorative e anche con il Movimento 5 Stelle”. La conferma arriva dai Verdi e dal vice sindaco Lorenzo Tempesta: “L’attuale coalizione che amministra il Comune sta ragionando sulle regole delle primarie e noi presenteremo un nostro candidato”. Alle primarie di febbraio, quindi, anche i Verdi presenteranno un nome: “Abbiamo già deciso di chi si tratta, ma per ora non lo comunichiamo – spiega Tempesta – è una persona super partes, che permetterà a Urbino di rilanciarsi”.
Al di là della mancanza di ufficialità, i nomi dei candidati sembrano essere delineati. E, curiosamente, i tre si sono divisi nel voto delle primarie nazionali di domenica scorsa. Scaramucci è riconosciuto da tutti come un renziano della prima ora. Non si può dire altrettanto per Muci e Londei. Quest’ultimo ha detto di aver “votato scheda bianca, perché c’erano cose convincenti e altre meno in ogni candidato”. La Muci, invece, ha “votato Civati, ma dall’8 dicembre c’è un unico segretario, che è Renzi”, che la Muci definisce il “suo segretario”, apprezzando le nomine avvenute per la segreteria e il premio “dato al merito con la forte presenza di donne”.