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Crisi, nel 2013 a Urbino chiuse 24 attività commerciali

di    -    Pubblicato il 28/01/2014                 
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Commercio estero in crescita

URBINO – Immagine della crisi economica nella città di Urbino sono le 24 saracinesche abbassate per sempre durante il 2013. Un’ondata di chiusure non compensata dalle undici nuove attività che hanno aperto i battenti durante lo scorso anno nella città ducale. La situazione delle imprese a Urbino e nella provincia è stagnante e non si può ancora parlare di ripresa.

A livello provinciale, nel 2013 il Registro delle Imprese della Camera di Commercio ha rilevato a Pesaro-Urbino una flessione pari a 240 imprese: ne sono nate 2.479 a fronte di 2.719 cessate. I settori più colpiti dalla crisi sono quelli dell’agricoltura (-260 con uno stock di 5.900), del legno, dei prodotti in metallo, dei mobili. Ma segno meno anche per la costruzione degli edifici e il trasporto. Lievissimo miglioramento per commercio, ristorazione e attività immobiliari.

In questo ultimo campo, però, Urbino è in controtendenza. Molte le chiusure, soprattutto nel centro storico. “Un caso particolare – spiega Egidio Cecchini, presidente di Confcommercio Urbino – costituiscono gli esercizi commerciali legati alle sigarette elettroniche. Ci sono state cinque nuove aperture nel corso del 2013 ma molti negozi hanno chiuso pochi mesi dopo. Tra le nuove imprese, invece, la maggior parte non ha a che fare con il settore alimentare. Perlopiù si occupano di abbigliamento e ottica”.

Bar e ristoranti rimangono stabili: due chiusure bilanciate da due nuove aperture. “Ma il problema – continua Cecchini – è che le imprese appena nate e quelle rimaste in piedi, comunque, producono un volume d’affari molto basso. Sono realtà che per resistere e andare avanti hanno bisogno di strategie di marketing turistico e interno, cui dovrebbe pensare anche l’amministrazione locale”.

A pesare sull’attuale quadro economico sarebbe l’incertezza sui tempi e sull’intensità della ripresa. Fattori che ostacolano gli investimenti e diffondono una generalizzata perdita di fiducia.

“Durante il periodo natalizio – racconta il segretario di Confcommercio Urbino – alcuni esercizi commerciali hanno fatto rete e hanno messo in atto un sistema di omaggi e di rimandi tra negozi del centro storico e attività commerciali del Consorzio. Le imprese gestite da giovani e soprattutto da donne sono molto orientate all’innovazione. Ma hanno bisogno del sostegno di una politica di marketing”.

Dello stesso parere anche Roberto Annibali, presidente del Cna di Urbino: “Non si può parlare di ripresa, certo, perché i dati relativi alle imprese per il 2013 sono pressoché invariati rispetto all’anno precedente. Ma non possiamo neanche parlare  di catastrofe. Dobbiamo alimentare le speranze di chi opera nel settore”.

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