URBINO – Ha fondato il movimento “Urbino capoluogo” e in quella definizione sta tutta l’idea di Giorgio Londei per rilanciare la città ducale come punto di riferimento culturale e turistico in Italia e in Europa. Ritiene Vittorio Sgarbi, candidato alle primarie con i Verdi, “una risorsa e non un problema”. Chiede maggiori chiarimenti sulla tutela della privacy minacciata dalle telecamere nel centro storico. Avrebbe sperato in un progetto più coraggioso che presentasse Urbino in Europa come Capitale della Cultura, per esempio ripristinando la linea ferroviaria. Ma soprattutto va controcorrente a proposito della discarica a Ca’ Lucio: “Va chiusa subito”. In una chiacchierata col Ducato Londei esprime le sue posizioni su alcuni temi caldi della politica e della vita urbinate, spesso in controtendenza con le decisioni prese dalla maggioranza o dall’Amministrazione comunale.
“Montesoffio e Urbino hanno già dato – ribadisce a proposito della discarica che i comuni del territorio, Urbino compresa, hanno intenzione di ampliare per altri 20 anni – quindi la discarica dopo 24 anni deve chiudere, non è accettabile portarla avanti fino al 2034″. Da sindaco sarebbe pronto a frenare quella che ormai sembra la decisione anche del comune di Urbino: “Sarò pronto a mettere in discussione le decisioni di ampliamento prese finora e con la Provincia a scegliere il sito migliore per risolvere il problema”.
Già primo cittadino di Urbino dal 1980 al 1993 e poi senatore per i successivi 14 anni, Londei è il politico più navigato tra i candidati alle primarie del Pd urbinate. Oggi presiede l’Ami, l’azienda di trasporto pubblico, e l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Il suo programma punta proprio su cultura e mobilità con un occhio all’ambiente e al riequilibrio dei rapporti tra popolazione studentesca e residenti.
A chi invoca il rinnovamento generazionale, Londei risponde con la promessa di portare facce nuove: “Con me – dice – può crescere una nuova generazione politica che guidi la città mettendo insieme la mia esperienza e la gioventù”. Non parla direttamente all’altro candidato democratico, Federico Scaramucci, che si presenta come novità giovane nella politica cittadina, ma il riferimento è chiaro: “Il rinnovamento – rintuzza Londei – non può essere solamente anagrafico: le primarie saranno vinte sulla sfida delle idee”. Dovesse vincere, non chiuderà la porta agli altri candidati: “Vedremo come andrà questa campagna per le primarie – chiarisce – l’obiettivo deve essere raccogliere le forze migliori per il bene del territorio”.
Secondo Londei sul tema dei giovani e il centro storico la vera sfida dei prossimi cinque anni sarà “trovare il giusto equilibrio con gli studenti universitari, considerando anche quelli dell’Isia e dell’Accademia. Come in tutte le città universitarie – aggiunge – i ragazzi hanno pieno diritto a vivere la città, ma bisogna rispettare anche il diritto alla privacy e al riposo dei residenti”. L’installazione di nuove telecamere per la video sorveglianza nel centro non lo entusiasmano: “Sono l’unico nella corsa alle primarie a non far parte del consiglio comunale e della giunta dove è stata presa la decisione, la questione deve essere approfondita”.
Vittorio Sgarbi fa da convitato di pietra nella competizione del centro-sinistra per la scelta del candidato sindaco di Urbino. La sua candidatura non è piaciuta da subito al mondo politico cittadino. Londei stempera gli animi: “Ho buoni rapporti personali con il professore e credo che sia una di quelle persone che potranno portare buoni contributi”. Non entra nel merito delle polemiche seguite alla scelta di Sgarbi di candidarsi: “Alle primarie si partecipa, così come faccio io, secondo le regole stabilite dalla coalizione”.
Negli ultimi tre anni da sindaco, Giorgio Londei ha seguito in forma embrionale il progetto del parcheggio a Porta Santa Lucia, dove oggi sta nascendo anche un ipermercato. Lo stesso Sgarbi ha provocatoriamente promesso di far bombardare la struttura se riuscisse a vincere le elezioni. “Non è stata una scelta della politica – ricorda l’ex sindaco – l’incarico fu affidato a Renzo Piano e con 4 miliardi di lire a fondo perduto serviva a liberare il centro storico dalle auto. Rispetto all’attuale collocazione però l’architetto genovese aveva pensato al lato opposto della strada che circonda la città: “Dopo il ’93 non ho più fatto parte della giunta – dice Londei – Sarebbe sbagliato però contrapporre i commercianti del centro con l’insediamento di Porta Santa Lucia: dobbiamo essere realisti e valutarlo come un nuovo e utile servizio che Urbino da ai residenti e ai turisti”.
Sulle politiche del turismo Urbino ha recentemente subito il colpo della bocciatura a capitale europea della cultura per il 2019. I buoni rapporti con l’attuale amministrazione comunale lo frenano nel criticare apertamente l’idea presentata, ma su una cosa è sicuro: “C’è stato poco coraggio nel non sostenere il progetto della ferrovia”. Puntando il dito su Ancona, aggiunge: “La Regione ha idee diverse, ma Urbino rimane un’anomalia in Europa con la linea ferroviaria soppressa dal ’87”.
Per i trasporti Londei vuole un potenziamento che valorizzi le attività culturali per le quali la città ha fama: “Urbino nel mondo vuol dire eccellenza nella grafica con gli istituti d’arte che abbiamo sul territorio. Ci vorrebbe – secondo il direttore dell’Accademia – un evento almeno biennale e di respiro internazionale sulle arti grafiche”. Ma sarebbe inutile senza un adeguato sistema di collegamenti con l’esterno: “L’Ami ha avviato la tratta Urbino – Crotone che collega quattro regioni e fa viaggiare migliaia di studenti e turisti, ma gli autobus non possono bastare, ci vuole la ferrovia”. Nel dibattito sulla scelta del tracciato per la superstrada Fano-Grosseto, Londei si schiera con i sostenitori del vecchio percorso: “In quella prima proposta c’era l’accordo delle tre regioni coinvolte: la nuova ipotesi porta con sé troppi problemi”.
L’ avrei visto volentieri alle molteplici iniziative proposte da Legambiente e dai vari comitati cittadini, che si battono da anni per la chiusura della discarica e per il ripristino della ferrovia. Non sarà forse che le elezioni imminenti hanno risvegliato il suo impegno a fianco dei cittadini? O ci troviamo difronte all’ ennesimo sproloquio preelettorale? Staremo a vedere.