URBINO – Se tutte le imprese artigiane delle Marche chiudessero domani, la regione perderebbe un miliardo e mezzo di euro in esportazioni e il tasso di disoccupazione volerebbe a oltre il 20% . È quanto sostenuto dalla Cna e dalla Confartigianato Marche, che ribadiscono quanto sia necessario e urgente tutelare i lavoratori e gli imprenditori artigiani, fondamentale tassello del sistema produttivo marchigiano.
Nelle regione ci sono 49.081 imprese artigiane. Secondo i dati elaborati da Cna e Confartigianato, il valore aggiunto della regione diminuirebbe di 9.913 milioni di euro, pari a un calo del 19% e l’esportazione calerebbe del 13,5%, pari a 1.509 milioni di euro (come se la provincia di Pesaro-Urbino smettesse completamente di esportare). Secondo l’ipotesi prospettata il numero dei disoccupati aumenterebbe del 102,2%, raggiungendo nella provincia di Pesaro-Urbino il 116,7%, e il tasso di disoccupazione passerebbe dal 9.6% al 20,9%.
Proprio per questo, secondo Giorgio Cippitelli, segretario Confartigianato e Otello Gregorini, segretario Cna Marche, c’è bisogno di rimettere in moto le aziende abbattendo i costi dello stato, la burocrazia, i ritardi nei pagamenti e tagliando le tasse sul lavoro. “Le imprese marchigiane non ce la fanno più”, denunciano, raccogliendo l’appello degli imprenditori artigiani della Regione, dopo la manifestazione di protesta a Roma.
Tra i problemi maggiori per le imprese ci sono i tempi di pagamento: per ricevere i soldi dalla Pubblica Amministrazione, infatti, devono aspettare 170 giorni, e tra i privati ci sono i cosiddetti “cattivi pagatori” che tengono in ostaggio le imprese e ostacolano la ripresa economica. La legge prevede 30 giorni per saldare il pagamento ma i ritardi costringono le imprese a chiedere prestiti in banca. Questo meccanismo è costato alle aziende marchigiane 45 milioni di euro di maggiori oneri finanziari. Ogni azienda spende in media 7.091 euro l’anno in adempimenti amministrativi. “Le leggi anti-burocrazia esistono, sono persino troppe – dichiarano Gregorini e Cippitelli- ma non vengono applicate. Occorre far valere le norme già esistenti e ‘semplificare la semplificazione’ ancora di più”.