URBINO – C’è il rischio che i malati di diabete di Urbino e delle Marche vedano ridursi i servizi. In vista della ristrutturazione della sanità a livello regionale, associazioni e medici lanciano l’allarme sul possibile accorpamento dei diabetologi ai reparti di medicina generale.
Luciano Donati, presidente dell’associazione diabetici di Urbino, e Mauro Andreani, responsabile del centro per le malattie metaboliche e diabetologia dell’ospedale di Urbino, sono concordi nel dire che se si prendesse tale decisione non sarebbe più possibile garantire lo stesso livello di cure assicurato oggi ai pazienti. Il rischio è che i diabetologi debbano in futuro occuparsi anche delle normali emergenze ospedaliere, sottraendo tempo alle visite per prevenire il diabete e seguire i malati. Venerdì i responsabili dei 12 centri presenti nelle Marche si sarebbero dovuti incontrare con l’assessore regionale alla sanità, Almerino Mezzolani, per capire quali scenari si prospettano, ma il vertice è stato rimandato.
Sono più di 3000 i pazienti sparsi tra Urbino e i territori circostanti, assistiti dal centro fondato nel 1985. Proprio per la frammentazione del territorio l’istituto è itinerante: una volta a settimana l’equipe si divide tra Urbino, Fossombrone, Pergola, Cagli, Urbania, Macerata Feltria, Mercatino Conca e Sassocorvaro, e una volta al mese visita anche i pazienti di Mondolfo.
“Il diabete è una malattia da prevenire. Quando i pazienti vengono ricoverati – spiega Andreani – significa che ci sono state delle complicazioni. Intervenire in anticipo aiuta sia i pazienti sia la collettività. Ricoverare un malato di diabete una sola volta costa più che seguirlo per un intero anno. I pazienti affetti da diabete di tipo 1 hanno bisogno di una visita al mese, mentre per quelli di tipo 2 ne basta una all’anno”. La presenza sul territorio del diabetologo assicura quella prevenzione ritenuta fondamentale degli esperti, spiega il direttore del centro.
“Il diabete è la vera pandemia del secolo – ammonisce Luciano Donati – ed è per questo che abbiamo lanciato una raccolta firme. Vogliamo far capire alla popolazione, alle istituzioni e alle forze politiche che la diabetologia andrebbe casomai rinforzata”.