URBINO – “A Urbino ci voleva Giancarlo De Carlo ancora vivo, ha lasciato un’eredità straordinaria a cui basterebbe attingere. Per realizzare degli impianti di risalita basterebbe solo avere il coraggio di progettarli”. Parola di Augusto Mazzini, architetto, grafico e urbanista, che interviene nel dibattito aperto da un sondaggio del Ducato sull’ipotesi di realizzare impianti di risalita in città. Secondo la maggioranza degli intervistati scale mobili, ascensori gratuiti o funicolari faciliterebbero l’accesso al centro storico, per questo i cittadini si sono detti largamente favorevoli alla costruzione di strutture di questo tipo.
L’idea di realizzare una funicolare per raggiungere il centro storico non è nuova, anzi. L’opera era stata prevista già da Giancarlo De Carlo nel suo piano regolatore. Mazzini, nato a Siena nel 1939, ha collaborato con De Carlo, conosce la città ducale e ritiene che la costruzione di uno o più impianti di risalita sarebbe sicuramente fattibile: “Urbino è una città molto simile a Siena – spiega – ha un centro storico posizionato in alto e a cui si accede da più direzioni. Bisogna avere il coraggio di progettare percorsi che si vedano, non interrati, che convivano con la storia e le bellezze della città”.
De Carlo non è stato l’unico a proporre la realizzazione di impianti di risalita a Urbino. Ad averci pensato è stato anche Michele Felici, ex direttore dell’ufficio Tecnico del Comune. Il suo “Progetto 2020″ prevedeva anche la costruzione di una funicolare a due vagoni che partisse dall’ex Fornace Volponi e arrivasse in via Santa Chiara. Tutto il progetto – come è scritto nelle prime righe del testo – era stato messo a punto “ponendo particolare attenzione alla popolazione più giovane che può dare dinamicità e impulso alle attività economiche”. Il progetto della funicolare messo a punto da Felici risale a tre anni fa: “I lavori poi sono stati sospesi – spiega l’ex dirigente – perché la ditta a cui furono affidati è fallita e perché nel punto di arrivo è stata ritrovata una casa romana”.
Lavori interrotti e trascurati, ma che per il Comune non hanno mai avuto come obiettivo la creazione di una funicolare: “Avevamo avviato i lavori per gli impianti di drenaggio di quel versante del centro storico – spiegano dal Comune – e pensato di creare una galleria tenendo conto della possibilità di un futuro impianto di risalita, lasciando dunque lo spazio adeguato”.
Mentre a Urbino scale mobili e funicolari sono ancora delle chimere, molte altre città italiane hanno fatto passi da gigante. “Il miglior esempio in questo senso è sicuramente Perugia – ricorda Mazzini – dove non solo ci sono quattro impianti di scale mobili e due ascensori, ma anche il minimetrò che è un ottimo esempio di architettura ben integrata”. E anche se l’architetto senese critica i tre impianti della sua città – “ci sono errori strutturali e in alcuni sono già comparse le prime infiltrazioni” – almeno la mobilità e l’accesso al centro storico sono garantiti. Lo stesso vale per Spoleto, Arezzo, Orvieto e tanti altri borghi sparsi nel territorio italiano.