URBINO – Non solo memoria ebraica, ma anche quella palestinese. Così nel giorno in cui il mondo ricorda l’uccisione di 6 milioni di ebrei per la Shoah, i ragazzi della Libera Biblioteca De Carlo hanno organizzato una mostra fotografica per ricordare un altro conflitto che si consuma ogni giorno.
L’esposizione (che rimarrà aperta anche per i prossimi giorni) è allestita nell’aula C3 del polo Volponi, occupata da quasi due anni, assieme alla proiezione del documentario This is my land Hebron, storia di una città di frontiera rivendicata sia dai palestinesi che israeliani per le tombe dei profeti.
Per loro oggi è importante rinnegare il nazifascismo senza chiudere gli occhi di fronte al conflitto palestinese. Un “lavoro diverso” così l’hanno definito “per ricordare il genocidio palestinese senza faziosità. Non siamo antisemiti, ma antisionisti contro l’occupazione israeliana”
Quaranta scatti ad opera di due ragazzi italiani. Venti narrano la cacciata dei beduini del deserto, 90mila nel 1948 quando venne riconosciuto lo stato d’Israele. Gli altri dalla valle del Giordano, a Betlemme, fino a Nablus, un campo palestinese in una delle più estese città della Cisgiordania, fermano su pellicola la quotidianità dei profughi. Infine una serie di pannelli ripercorre la cronistoria di questi territori: dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri.
Oggi i palestinesi sono ancora un popolo senza terra nonostante sia ormai riconosciuto dalla maggioranza della comunità internazionale. Le tensioni a Gaza e nei territori occupati e i rapporti con Israele e gli Stati Uniti però rendono questo un nodo ancora delicato da risolvere.