URBINO – Se il tribunale piange, tra carenze di personale e tetto da riparare, anche la procura non ride. Come denunciato dal presidente del tribunale di Urbino Francesco Nitri e come risulta dall’inchiesta del Ducato, la precaria situazione del personale e dei locali rallenta non solo i lavori del tribunale ma anche quelli al secondo piano del Palazzo di Giustizia di via Raffaello: quelli della procura.
E’ stata proprio la mancanza dei pm a far sbottare in aula, circa un mese fa, durante un’udienza, il giudice Egidio De Leone. C’era la necessità di aggiornare al pomeriggio uno dei dibattimenti in corso quella mattina, ma la pm non ci sarebbe potuta essere. E vista la sua indisponibilità, il giudice è stato costretto al rinvio, come troppo spesso succede nelle aule di via Raffaello. Davanti a tutti i presenti De Leone ha perso la pazienza: “Così non si può lavorare, abbiamo pochi pm. Non riusciamo a finire quanto dobbiamo, e da Roma ci vengono a dire che va tutto bene. Non va tutto bene”.
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L’inconsueto sfogo del giudice appare ben motivato. La scampata chiusura del tribunale del 2013 ha aggravato una situazione già molto critica anche per la procura. Alessandro Cannevale, il procuratore generale, andrà via proprio oggi. Diventerà procuratore generale di Spoleto. Fino a nuova nomina, il suo ufficio verrà retto dal sostituto procuratore Irene Lilliu. I pubblici ministeri della procura di Urbino rimarranno così, fino a data da destinarsi, in due: Lilliu, appunto, e il magistrato Simonetta Catani.
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Non solo: il direttore amministrativo Raffaele Suriano è in attesa del decreto di trasferimento, che arriverà entro l’estate. E da tempo manca un assistente giudiziario, ed è una commessa giudiziaria la “facente funzioni”.
Le difficoltà risultano ancora più gravi se si pensa che il 2014 ha visto crescere considerevolmente il numero delle notizie di reato segnalate alla procura di via Raffaello: dalle 1600 del 2013 alle 1900 del 2014. Trecento fascicoli in più (+20%) che, stanti i problemi di cui soffre la procura, rischiano di ingolfare l’attività amministrativa e giudiziaria di tutto il palazzo di Giustizia. In aumento sono soprattutto i reati contro la pubblica amministrazione (sono decine i casi di peculato e di abuso d’ufficio). Crescono anche i reati fiscali e le denunce per stalking e maltrattamenti, seguite spesso da provvedimenti restrittivi della libertà personale.
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Per sopperire alle carenze del personale la procura è stata costretta a fare di necessità virtù. Lo ammette senza mezzi termini il direttore amministrativo in uscita: “Per anni – spiega Suriano – ci siamo serviti di stagisti dell’Università Carlo Bo per far fronte all’accumularsi delle notizie di reato e dei procedimenti da istruire. Gli universitari sono stati sfruttati ben al di là degli impegni legati al loro stage non retribuito”.
Da qualche anno, invece, è anche l’apporto di due contrattisti a progetto formativo a cercare di far quadrare i conti. “Il tribunale è messo pure peggio – continua Suriano – i lavoratori con contratto a progetto sono addirittura sette”. Gli impiegati sono costretti a mansioni che non gli competono: ad esempio, una parte del personale di polizia giudiziaria è impegnata con compiti di cancelleria.
I fondi ministeriali assegnati alla procura non bastano a far fronte alle spese di cancelleria. “Basti pensare che, fino a 15 anni fa, il budget stanziato per le sole spese di cancelleria era di 22 milioni di lire. Oggi non ci assegnano più di 3500 euro”, lamenta Suriano.
Vista in prospettiva, la situazione non sembra essere destinata a migliorare nel breve termine. Se il Csm pubblicherà il “bando” per coprire il posto vacante entro la primavera, si prevede che il nuovo procuratore non arriverà prima della fine dell’anno o addirittura dell’inizio del 2016. Il direttore amministrativo andrà via entro l’estate e non si sa se verrà sostituito: le procedure per sostituire il personale amministrativo, che da accordi sindacali dovrebbero essere avviate annualmente, nei fatti non vengono pubblicate da almeno cinque anni. Quindi il posto rimarrà vacante praticamente sine die, mentre i fascicoli si accumulano.