URBINO – Poca conoscenza dell’inglese, difficoltà di collegamenti, cambi di programma dell’ultimo minuto: ecco il difficile arrivo a Urbino di uno studente Erasmus.
Agnieszka Pachocka, studentessa di psicologia di 23 anni, è arrivata a Urbino lunedì scorso (dove rimarrà per 6 mesi per l’esperienza Erasmus) e se al suo arrivo non avesse trovato i volontari dell’associazione studentesca Agorà il suo primo impatto con il territorio non sarebbe stato dei migliori.
“La difficoltà maggiore – spiega la ragazza – è rappresentata dalla lingua. In pochi parlano inglese e io non conosco l’italiano. Per fortuna al mio arrivo a Pesaro ho trovato ad aspettarmi una ragazza che mi ha aiutato a prendere l’autobus giusto per arrivare a Urbino”. Raggiungere la città del duca è già complicato per un italiano, visti i collegamenti, figuriamoci per una studentessa straniera. Scesa alla stazione del treno di Pesaro, provenienza Bologna, Pachocka conosceva però quello che doveva fare visto che la professoressa Rowena Coles, docente alla facoltà di Psicologia, l’aveva messa in contatto con i ragazzi di Agorà.
“Al terminal di Santa Lucia mi hanno accolto altri ragazzi che mi hanno portato nei vari uffici dell’università – continua Agnieszka – dove ho scoperto che l’ateneo mi aveva cambiato l’alloggio. La mia camera sarebbe dovuta essere al collegio Sogesta invece mi hanno spostato all’Aquilone. Sono più vicina al centro ma l’ho scoperto poco dopo essere arrivata. Se fossi stata da sola questo sarebbe stato il primo vero ostacolo da superare viste anche le difficoltà di comunicazione”.
Cambiata la camera è stata la volta dei documenti: “Ho firmato varie carte, tradotte in inglese, ma quando mi è stato dato il regolamento dei collegi non ho potuto capirlo perché era solo in italiano. E’ stato difficile anche richiedere la password di accesso al wifi”. Per poter usufruire del servizio internet dell’ateneo Agnieszka è dovuta andare prima all’ufficio Erasmus, passare all’Ersu e richiedere la tessera con cui ha ottenuto le credenziali per accedere ad internet. “Per contattare i miei genitori ho comprato una sim card italiana – spiega la studentessa – anche se ho avuto difficoltà perché io non ho il codice fiscale. Anche in questo caso mi hanno aiutato i ragazzi di Agorà. Se non ci fossero stati loro avrei avuto molti problemi”.
Agnieszka è stata fortunata ma i restanti 53 studenti Erasmus dell’università Carlo Bo di Urbino se la sono dovuta sbrigare da soli. Per questo l’associazione studentesca Agorà ha creato un nuovo progetto, ‘International Project’ per aiutare gli studenti stranieri a integrarsi nella realtà di Urbino. In molti atenei d’Europa è attiva un’associazione, l’Erasmus Student Network (Esn), che aiuta gli studenti stranieri.
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“Il fine ultimo di questo progetto – spiega Anna Guerra rappresentate studentesca del senato accademico – è riuscire a far nascere un’associazione Esn che possa aiutare ogni studente Erasmus dal momento che arriva a Urbino a quello in cui la saluta. La grande pecca nel territorio è la mancanza di persone che conoscano l’inglese. Le istituzioni dovrebbero creare un formulario negli uffici che accolgono questi ragazzi per aiutarli a comprendere meglio tutto. Ersu e università ci stanno aiutando e sono molto collaborativi”. Ma dall’Ateneo dicono anche che gli studenti stranieri devono essere capaci di parlare italiano al loro arrivo a Urbino.
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Domani i 23 ragazzi che passeranno l’intero secondo semestre alla Carlo Bo si incontreranno alle 18 al G Caffè dove Agorà inizierà un percorso di conoscenza e di integrazione degli studenti.