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Il nuovo algoritmo di Facebook: via le foto, lunga vita ai video

di    -    Pubblicato il 24/02/2015                 
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URBINO – Dimenticate i bei tempi in cui bastava postare qualche immagine virale, raggiungendo migliaia di persone con ogni singolo post: la timeline di Facebook non valorizza più le foto come accadeva fino a poco tempo fa. Il nuovo algoritmo ideato dal team di Zuckerberg ha cambiato le carte in tavola, dando maggiore visibilità ai video. I social media editor delle principali testate italiane non si sono fatti trovare impreparati. E anche all’estero c’è chi, pur di sfruttare al massimo la novità, pubblica addirittura le copertine del magazine in edicola in versione video, come Time.

Dall’ultima analisi di Socialbakers (sito specializzato in analisi sui social media) su un campione di 670.000 post presi da più di 4.000 fan page diverse, è emerso che le immagini sono il contenuto meno performante in termini di reach organica (portata gratuita di utenti di ogni singolo post): se le foto raggiungono il 3,7% degli utenti e il 2,3% di fan, con i video la percentuale riscontrata è più del doppio, 8,7%, con il 5,7% dei fan iscritti. Una differenza, tra i due dati, del 135%:

Se per status e link la percentuale resta costante, il predominio assoluto dei video è testimoniato anche da questa tabella relativa alle interazioni generate dai post:

Il social media editor. Come hanno reagito i social media editor alla luce di questi dati? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti del settore: Alessio Balbi, responsabile social media del gruppo Espresso, Carola Frediani esperta di social network ed ex social media editor de La Stampa, e Fabiano Medugno, social media editor del sito fantagazzetta.com.

“La strategia di Facebook è stata chiara sin dal principio – racconta Balbi – noi ci siamo già attivati in questo senso, aumentando i contenuti video rispetto al passato. L’importante è non abusarne. Bisogna trovare il formato giusto per il proprio target di riferimento”.

Un pensiero condiviso anche da Carola Frediani: “Il cambiamento c’è stato, ma non solo sui social network. Il web si sta spostando sempre più verso i contenuti video, una tendenza in corso già da qualche tempo. Noi ci siamo adeguati, senza mai strafare. L’obiettivo è trovare il mezzo giusto rispetto al contenuto da presentare”.

Sulla stessa scia Fabiano Medugno: “Sono a conoscenza del nuovo algoritmo. Stiamo preparando quasi ogni giorno dei video virali che, anche se non portano visite al sito, rientrano nel discorso di brandizzazione del marchio. Resta questo il mio vero obiettivo. Sono contrario alla pubblicazione di contenuti video ad ogni costo, preferisco creare uno zoccolo duro di utenti fedeli che conoscono perfettamente i contenuti delle nostre pagine”.

Marketing. Grande importanza, dunque, agli utenti e al target da raggiungere: “Aumentare le visualizzazioni ad ogni costo non è sempre la strada giusta da percorrere – prosegue Balbi -, va fatto con cognizione di causa. Un esempio vincente è quello delle copertine animate di Time pubblicate sui social: sfruttando il rating dei video, hanno riscosso un grande successo sul pubblico di riferimento senza sminuire il marchio.
Più interazione. Secondo i giornalisti che abbiamo interpellato il nuovo algoritmo non ha fatto altro che assecondare una tendenza che era già in atto. “Facebook è una piattaforma dinamica – aggiunge Frediani – la nostra équipe è sempre al lavoro per creare dei meccanismi virtuosi. L’interazione con il pubblico è fondamentale. L’algoritmo ha le sue regole, ma è un semplice contenitore. Il contenuto giornalistico non deve mai passare in secondo piano”.

“Valorizzare il brand è fondamentale – ribadisce Medugno – Fantagazzetta ha un alto numero di fan tra i 18 e i 24 anni, tutti amanti del calcio e del fantacalcio. Mi diverto a condividere i loro stati d’animo, gioco sui doppi sensi e uso spesso foto dei vari eroi della domenica, che possono essere oggetto di dibattito tra il pubblico. L’algoritmo conta, certo, ma il nostro “pubblico” vive di foto e io non posso non tenerne conto”.

C’è futuro per il social media editor? All’interno delle redazioni, negli ultimi anni si è sviluppato un dibattito su chi debba occuparsi di pubblicare le notizie sugli account social. Secondo alcuni la direzione è quella del giornalista-tuttofare. Alessio Balbi ribadisce però l’imprescindibilità del suo ruolo: “Non si può pretendere che tutti sappiano fare tutto. Chi lavora sui social deve tenere sempre sotto controllo l’universo del web. Il social media editor ha delle competenze specifiche ed è giusto che il suo lavoro resti indipendente”.

Diverso il parere di Carola Frediani, secondo la quale si va verso un’integrazione totale con la figura del giornalista: “A La Stampa i social media editor sono giornalisti. Certo, ci vogliono delle competenze specifiche per ricoprire questo ruolo. Ma ciò non vuol dire che la divisione debba essere netta. Poco a poco l’integrazione sarà totale”.

“Per la mia esperienza lavorare a stretto contatto con la redazione è fondamentale – conclude Fabiano Medugno – un bravo social media editor deve essere prima un acuto giornalista, nel senso più ampio del termine: capire le tendenze, guardare le apparenze, scoprire la notizia anche tra i commenti di un post. Il ruolo del giornalista è in evoluzione, c’è il pericolo di una possibile scomparsa della mia figura. Non credo, però, che succederà nel breve periodo. Per le grandi testate il nostro continua ad essere imprescindibile”.

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