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Pesaro Studi, studenti protestano al rettorato. Ad aprile la decisione sulla chiusura

di    -    Pubblicato il 17/03/2015                 
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Gli studenti protestano di fronte al rettorato contro la chiusura di Pesaro Studi

Gli studenti protestano di fronte al rettorato contro la chiusura di Pesaro Studi

URBINO- Si riapre il dialogo sul futuro di Pesaro Studi. Un dibattito aperto per discutere sulle sorti del polo universitario e il possibile trasferimento dei suoi corsi a Urbino è previsto giovedì 19 marzo alle 17 nella sede della Carlo Bo di Pesaro. Lo ha annunciato questa mattina, al termine del Senato accademico, il rettore dell’Università Vilberto Stocchi alla delegazione di più di 40 studenti di lingue orientali e scienze della comunicazione che a partire dalle 11 e 30 si sono riuniti fuori dal rettorato per manifestare contro la chiusura della sede universitaria di viale Trieste. Stocchi è uscito per parlare con gli studenti e rassicurarli: “Siamo consapevoli delle vostre preoccupazioni e vi siamo vicini, l’università capisce le vostre esigenze”. Alla riunione di giovedì, aperta a tutti i docenti e studenti della sede, oltre al rettore sarà presente anche il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci. Quando il rettore è rientrato, sono rimasti a rispondere alle domande degli studenti raccolti fuori dalla sede centrale di via Saffi il preside del corso di lingue orientali Piero Toffano e la direttrice del dipartimento di scienze della comunicazione Lella Mazzoli. Una studentessa si è rivolta subito alla professoressa Mazzoli: “Quando verrà presa la decisione finale sulla chiusura o meno del polo universitario?” La professoressa ha risposto: “la decisione sarà presa dagli organi dell’Ateneo ad aprile. Il Rettore non decide da solo, è una decisione comune, se ne deve discutere. L’università vuole tenere in conto i bisogni di tutti, per primi gli studenti. Una cosa però è certa: la qualità dei corsi di studi del polo di Pesaro verrà mantenuta in ogni caso”.

Da quattro anni Pesaro Studi rischia la chiusura. A fine ottobre, il comune di Pesaro ha deciso di non rinnovare il contributo di 300mila euro, quasi la metà dell’importo complessivo di 700mila euro necessario a mantenere in vita la sede pesarese dell’università. La mobilitazione degli studenti e docenti di Pesaro che dicono no alla trasferimento a Urbino si è intensificata nell’ultima settimana con assemblee, lettere al rettore e appelli al sindaco di Pesaro.

Questa mattina fuori dal rettorato in via Saffi gli studenti, per lo più del primo e secondo anno, hanno attaccato uno striscione bianco con la scritta “Pesaro Resiste” e si sono seduti di fronte alla sede dell’ateneo intonando il coro: “Pesaro Studi, Pesaro Studi la,la,la”. Gli studenti sono contro la chiusura, ma se proprio dovesse essere necessaria chiedono almeno di poter terminare a Pesaro il corso iniziato. E speravano che già oggi dal Senato Accademico arrivasse una decisione.

Per molti di loro un possibile trasferimento a Urbino comporterebbe grandi disagi. Giorgia Pecorelli frequenta il primo anno di lingue orientali a Pesaro. Fa la pendolare da Cesena, dove lavora part-time. Se le lezioni venissero trasferite a Urbino non sarebbe più in grado di frequentare il corso: “Già ho un’ora di viaggio da casa per Pesaro, arrivare fino a Urbino sarebbe impossibile. Oggi per essere al rettorato alle 10 mi sono svegliata alle 6”.

Prima di iscriversi aveva sentito delle voci sulla possibile chiusura di Pesaro Studi e aveva chiesto chiarimenti in segreteria: “Mi avevano assicurato che avrei potuto concludere il ciclo di studi, se chiudesse la sede penso che cambierei ateneo. Mi sento sfiduciata e un po’ presa in giro”.

A lamentarsi sono anche gli studenti fuori sede. Floriano Aprile è di Siracusa: “Vogliamo sapere cosa succede quanto prima, a Pesaro spesso si fanno contratti d’affitto che durano due anni e mandare la disdetta all’ultimo momento significa perdere la caparra”. Altri temono che gli alloggi di  Urbino non possano ospitare i borsisti di Pesaro. E’ il caso di Danjana e Marilde: “Siamo borsiste e viviamo al collegio universitario a Pesaro. Siamo preoccupate che a Urbino non ci sia posto.”

Studenti e docenti lamentano soprattutto la mancanza di comunicazione. “Tutte le notizie che abbiamo ricevuto ci sono arrivate dai giornali, c’è stato un susseguirsi di annunci e smentite, da quattro anni la sede rischia la chiusura ma di ufficiale l’Università non ci ha comunicato ancora nulla” ha commentato la docente di lingua cinese Yafang Chang , che da 13 anni insegna nella sede di Pesaro e sostiene le richieste degli studenti. “Sono contraria alla chiusura, il corso di studi in Lingue orientali funziona bene. Abbiamo un centro linguistico tutto per noi che ci permette di mantenere alta la qualità della didattica. Temiamo che un accorpamento a Urbino significhi una riduzione delle risorse ad oggi disponibili”.

In questi anni il dipartimento di Lingue orientali di Pesaro Studi ha creato un legame stretto con le imprese sul territorio che lavorano con la Cina: Benelli, Scavolini chiedono stagisti all’università e spesso gli studenti lavorano da loro una volta finiti gli studi. Gli studenti sono attaccati alla sede di Pesaro e intendono continuare con azioni concrete. Durante il presidio non sono mancate le discussioni sulle possibili prossime azioni: c’è chi ha proposto di chiedere finanziamenti alle aziende o chiedere una riduzione dell’affitto dei locali all’Inps, proprietaria degli edifici.

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