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Sensualità a corte: i nudi di Mannelli e quello di Cleopatra fra le mostre di Palazzo Ducale

di e    -    Pubblicato il 30/03/2015                 
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DSC_0057URBINO – Sacro e profano, alto e basso, arte classica e provocazione contemporanea, da Artemisia Gentileschi ai nudi di Mannelli. Ricomposto lo Studiolo del duca Federico e dopo il ritorno a casa della Muta di Raffaello, la città ducale da ieri ospita tre nuove mostre che saranno visibili fino a giugno. Incantazioni e anatomie dello spirito e Artemisia Gentileschi. Cleopatra sono i due nuovi allestimenti ospitati nella Sala del Castellare di Palazzo Ducale. Nell’Oratorio di San Giuseppe è invece esposto il capolavoro manieristico della Resurrezione di Prospero Fontana.“Urbino sta tornando ad essere la capitale culturale che è sempre stata”, rivendica con un pizzico di orgoglio Vittorio Sgarbi, che ieri ha presentato le esposizioni.

Se la Cleopatra, il capolavoro giovanile di Artemisia Gentileschi che ha meritato da solo il buio dell’intera prima Sala del Castellare, ha messo tutti d’accordo, ad attirare la curiosità e a sorprendere è stato il secondo allestimento delle sale del Castellare. Dedicato alle incisioni di Felicièn Rops, con i suoi raffinati soggetti erotici, e alle illustrazioni, sullo stesso tema, di Riccardo Mannelli, Incantazioni e anatomie dello spirito esibisce nudi maschili e femminili spesso grotteschi, che rifuggono totalmente la bellezza estetica per descrivere quanto più realisticamente possibile le passioni più alte e gli istinti carnali più bassi.

Mannelli, una delle matite italiane più taglienti e incisive, illustra ogni giorno la vita politica sul Fatto Quotidiano. “Noi non abbiamo pregiudizi o limiti politici, come si è visto con Tonino Guerra o Ezra Pound. È la politica a essere subalterna a queste logiche, non certo l’arte”.

“Dopo la stagione natalizia -ha continuato Sgarbi- con L’adorazione dei Magi di Tintoretto e La Bella Principessa di Leonardo, per la stagione pasquale abbiamo fatto le cose in grande. Avesse dovuto farla qualcun altro, questa mostra, si sarebbe schiantato contro il muro della burocrazia: noi dalla sera alla mattina, e in economia, abbiamo organizzato un evento così importante”.

L’idea delle due mostre era nata per celebrare la giornata della donna, l’8 marzo. In quel periodo, però, Palazzo Ducale stava allestendo le stanze del Duca per il ritorno, dal museo del Louvre di Parigi,  degli uomini illustri nel famoso Studiolo di Federico da Montefeltro. Si è quindi deciso di dedicare ugualmente una mostra alla bellezza femminile, anche se in un’altra data: “Ho pensato di esporre un’opera di Artemisia Gentileschi, prima donna a denunciare il maschio che approfitta di lei e la prende in malafede. La più caravaggesca dei caravaggeschi; molto più di tanti pittori uomini, femminei e decorativi, che hanno una delicatezza, nel tratto, del tutto estranea al Caravaggio”.

Sgarbi ha presentato anche, nel secondo appuntamento culturale della giornata di ieri, il capolavoro manieristico della Resurrezione di Prospero Fontana, esposto nell’Oratorio di San Giuseppe. Un’”opera ospite” a Urbino, proveniente dalla mostra Da Cimabue a Morandi attualmente in corso a Palazzo Fava a Bologna.

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