URBINO – Garanzia Giovani è partito a pieno regime anche nelle Marche, portandosi però con se le polemiche sulla sua effettiva utilità. Il programma, cominciato circa un anno fa e che ha fatto ottenere a 738 ragazzi della Provincia di Pesaro-Urbino tirocini formativi in azienda, è cofinanziato dalla Ue e ha lo scopo di inserire nel mondo del lavoro i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati nel ricevere un’istruzione o una formazione e non hanno un impiego. La ripartizione dei circa 30 milioni stanziati dal Governo è stata decisa dalla Regione, che ne ha destinati più di 14 proprio ai tirocini sottraendoli agli altri tipi di contratto previsti come, ad esempio, l’apprendistato.
E il fulcro del dibattito risiede proprio qua: sono i tirocini la forma più adatta per avvicinare questa fascia di popolazione al lavoro? O fanno comodo solo alle imprese? Il Capo ufficio del Centro per l’impiego di Urbino Stefano Raia è soddisfatto, e comunque “piuttosto che niente è meglio piuttosto”. Negativo invece il commento di Jacopo Cesari, responsabile del Servizio orientamento lavorativo della Cgil. “Il tirocinio – dice – non dovrebbe essere usato per mascherare il lavoro dipendente”.
A chi conviene il tirocinio. “Il tirocinio – ribadisce Cesari – non è lavoro dipendente, non maturi contributi, non maturi disoccupazione, non ci sono contributi per la pensione e il datore può recedere il rapporto in qualsiasi momento”. Fra gli addetti ai lavori, poi, ciò che tutti pensano ma nessuno dice è che ci sono associazioni degli imprenditori che hanno interesse ad ottenere tirocinanti: “A chi non fa comodo avere ragazzi che lavorano per sei mesi senza nessun costo e obbligo per l’azienda?”. Anche Raia non nasconde che “il tirocinio è uno strumento più facilmente digeribile da un’impresa”: in pratica, alle imprese conviene avere tirocinanti. Però difende il lavoro svolto per i 738 ragazzi di Pesaro-Urbino: “A livello complessivo sono soddisfatto. E comunque l’obbiettivo di Garanzia Giovani è quello di far uscire dall’inattività una certa fascia di popolazione e ci stiamo riuscendo”.
I fondi. Il primo problema con i tirocini nasce a monte, ovvero in Regione. È qui infatti che si decide la ripartizione dei fondi concessi per Garanzia Giovani, che vanno divisi fra 9 misure offerte ai ragazzi. Fra questi, oltre al tirocinio formativo, è prevista l’attivazione di apprendistati e l’inserimento nel servizio civile. Inizialmente le risorse, circa 30 milioni di euro, erano assegnate proporzionalmente fra i vari servizi ma in seguito a una redistribuzione i tirocini si sono visti raddoppiare la disponibilità: da 7 milioni a 14 milioni. Altri servizi sono stati invece tagliati, come per esempio l’apprendistato che è passato da 2 milioni di budget a soli 136mila euro, rendendo evidente che nelle Marche si è voluto puntare soprattutto sui tirocinanti.
Le caratteristiche del tirocinio. La differenza tra apprendistato e tirocinio è sostanziale. Il primo è un contratto di lavoro che può essere assimilato a un contratto a tempo determinato (anche se sul sito Garanzia giovani si legge erroneamente “a tempo indeterminato”); la durata minima è di 6 mesi, al termine del quale l’azienda stabilirà se proseguire il rapporto oppure recedere, fornendo il preavviso secondo quanto stabilito dal contratto collettivo. Al contrario i tirocini formativi in azienda non si configurano come un rapporto di lavoro, ma consistono in un periodo di orientamento e formazione all’interno di un’impresa per la durata di 6 mesi, percependo un’indennità di massimo 500 euro mensili corrisposti tramite i fondi della Garanzia Giovani.