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Gianluca Carrabs in corsa per le regionali: “Rappresenterò il territorio di Urbino”

di    -    Pubblicato il 13/04/2015                 
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Carrabs 1URBINO – Gianluca Carrabs torna in campo: il presidente onorario della Federazione dei Verdi delle Marche ha annunciato infatti la sua candidatura alle prossime elezioni regionali. “Mi candido perché nelle Marche non ci siano più territori di serie A e territori di serie B”, ha affermato l’ex assessore regionale che sarà capolista di “Uniti per le Marche”, gruppo nato dall’unione di Verdi, Idv, Psi e liste civiche a sostegno del candidato presidente Pd Luca Ceriscioli.

Secondo Carrabs, infatti, ci sono state evidenti disparità nel modo in cui gli attuali amministratori regionali hanno trattato le diverse zone delle Marche, privilegiando la costa rispetto all’interno e dividendo in due l’entroterra, con la creazione di un’Area pilota del “Basso Appennino pesarese e Alto Appennino anconetano”. Questa zona beneficia di una quota dei 625 milioni di euro stanziati per le Marche dal Fondo sociale europeo (Fse) e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e destinati a finanziare progetti a sportello per promuovere il rilancio economico. All’opposto, l’entroterra dell’alto pesarese, dal comune di Pergola al confine con l’Emilia-Romagna, resta tagliato fuori dalla possibilità di usufruire di questi fondi.

“La disparità di trattamento – afferma Carrabs – è dovuta all’assenza di un rappresentante di questo territorio in Consiglio regionale”. Tra gli obiettivi della sua candidatura c’è anche la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino: “È un’operazione necessaria – dichiara l’ex assessore – e i prossimi amministratori dovranno tenere conto delle forti prese di posizione da parte dei sindaci che hanno approvato ordini del giorno in favore della riapertura della tratta”.

Nel programma del presidente onorario dei Verdi ci sono poi la manutenzione del territorio regionale, dalla costa all’interno, “l’unica grande opera pubblica da attuare”, secondo Carrabs, e la riconversione del modello di sviluppo della Regione. “Il modello delle piccole imprese è esaurito – conclude – dobbiamo puntare sulle nostre eccellenze e vocazioni naturali”.

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