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Ogunlesi (Africa Report): “Una Al Jazeera africana contro i pregiudizi occidentali”

di    -    Pubblicato il 15/04/2015                 
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Toli Ogunlesi, giornalista di Africa Report

PERUGIA – Un continente, 54 stati, tante lingue e differenze enormi tra una regione e un’altra. Ma per giornali e tv occidentali – e non da oggi – è tutto un unico grande Paese. Le sfumature si perdono. I lettori non conoscono l’Africa e per questo i media si sentono legittimati a dire quasi qualsiasi cosa. “Raccontare l’Africa senza stereotipi è una sfida per i giornalisti occidentali, ma anche in Africa dobbiamo sviluppare i media locali e renderli una fonte affidabile per le testate occidentali. In Africa ci informiamo sui siti della Bbc e della Cnn anche per sapere cosa succede a casa nostra e questo è un problema”, spiega Tolu Ogunlesi, giornalista nigeriano di Africa Report e corrispondente per il New York Times e il Financial Times.

Tolu ha parlato al Ducato a margine del convegno“L’Africa rappresentata nei media occidentali: errori, approssimazioni, omissioni” che si è svolto al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia il 15 aprile. “Bisogna trovare nuovi modi di comunicare l’Africa – ha spiegato Tolu – è importante raccontare le storie locali da una prospettiva africana, lontana dai luoghi comuni”.

Quali sono gli errori più comuni che i media occidentali fanno quando parlano di Africa?
In occidente giornali e tv spesso partono dai una determinata idea che hanno dell’Africa e che vogliono raccontare al loro pubblico. Quando sono sul posto i giornalisti cercano conferme a queste idee e raccolgono testimonianze che possano supportarle. Spesso evidenziano cose che non sono rilevanti agli occhi degli africani. Per esempio, appena è stato eletto il nuovo presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan molti media occidentali hanno dato risalto soltanto alle sue intenzioni di combattere Boko Haram anziché analizzare l’evento da un punto di vista politico e spiegare i motivi che hanno portato alla sua vittoria.

Quando si parla della divisione religiosa in Nigeria si presenta il paese come spaccato in due: musulmani a nord e cristiani a sud. Ma la realtà è più complessa, spesso ci sono questioni più gravi e profonde all’interno della stessa comunità religiosa, tra etnie diverse.

Altre volte vengono omesse delle informazioni importanti: recentemente l’inglese ha sostituito il francese come lingua ufficiale del Ruanda perché il paese voleva lasciarsi alle spalle il passato coloniale. Di questo in Europa non se ne è parlato.

Come sono coperti dai media africani i grandi eventi nell’occidente?
Imprecisioni ed errori non esistono solo nella stampa occidentale, anche noi cadiamo in stereotipi e luoghi comuni per spiegare realtà diverse dalla nostra. L’Italia viene collegata ai problemi di mafia, gli Stati Uniti a quelli di criminalità. Ma in realtà i media africani non parlano tanto dell’occidente, la maggior parte dei giornali e delle tv non hanno fondi per mandare inviati all’estero. Sarebbe bello se ci fosse una tv nigeriana a seguire le elezioni americane, ma oggi chi si vuole informare sui grandi eventi dell’occidente li segue su internet o direttamente sulla Cnn e la Bbc.

Il linguaggio usato dai media occidentali parlando di Africa è corretto?
Il linguaggio è un altro elemento che contribuisce a creare informazione imprecisa sulle realtà africane. In alcune testate occidentali spesso emergono discorsi quasi coloniali e paternalisti. Si parla di cosa andrebbe fatto in Africa, ma non vengono intervistate persone sul posto. Ho letto diversi articoli sulla diffusione dell’Ebola in Liberia in cui non veniva riportata alcuna testimonianza. Per migliorare l’informazione in occidente un primo passo sarebbe lo sviluppo dei media locali in Africa.

Cosa manca ai media locali africani per ottenere la stessa visibilità e influenza che hanno i grandi media internazionali?
Mancano inanzitutto soldi. Bisogna trovare i fondi e investire nello sviluppo tecnologico dei media e nella formazione dei giornalisti. Solo in questa maniera si può produrre un’informazione che possa competere con quella dei grandi media stranieri e ottenere credibilità. Ma, per far sì che i paesi occidentali si interessino a ciò che succede in Africa è necessario che gli stati si sviluppino economicamente. La speranza è che i media locali africani possano produrre informazioni sempre più approfondite e accurate e avere un giorno la stessa influenza dei grandi media internazionali. Creare un punto di vista africano per un pubblico africano e internazionale.

Ci sarà un Al Jazeera africana?
Sì, ci vorrà tempo, ma come insegna l’esperienza mediorientale un canale come Al Jazeera offrirebbe al mondo e all’Africa una prospettiva nuova e lontana dai luoghi comuni.

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