URBINO – Il Tribunale di Urbino ha inoltrato diverse richieste per migliorare la sicurezza dell’edificio, in particolare per regolare gli ingressi e per avere del personale di vigilanza, ma senza successo. Tre mesi fa ha chiesto al Comune di mettere dei tornelli meccanici per regolare l’accesso e permettere il passaggio di una persona per volta. Al Ministero della Giustizia, inoltre, era stata fatta domanda per avere dei vigilantes per la sorveglianza. Entrambe le richieste sono state rifiutate: “Per mancanza di fondi non sono stati ancora realizzati i sistemi di sicurezza necessari – spiega il direttore amministrativo della Procura Raffaele Suriano – dopo la sparatoria di Milano la Procura Generale ci ha chiesto se qui era tutto a posto. Ora speriamo che dopo quello che è successo, il Ministero della Giustizia sia più sensibile alla questione sicurezza in tutti i tribunali italiani”.
Il 9 aprile, un imprenditore accusato di bancarotta ha ucciso tre persone all’interno del Tribunale di Milano, ora il personale e gli avvocati che lavorano a Urbino sono ancora più sensibili alla necessità di aumentare le misure di sicurezza all’ingresso del palazzo di giustizia.
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Avvocati, giudici, personale, cittadini: il Tribunale di Urbino, nei giorni di udienza, è un via vai di persone. Ma chiunque può entrare e uscire dal palazzo di giustizia senza essere fermato. La porta è aperta e all’entrata, a regolare il passaggio, non ci sono vigilantes, né metal detector o tornelli. A lato del portone d’ingresso, c’è un campanello con annessa telecamera, ma viene usato solo quando l’edificio è chiuso al pubblico.
“Il tribunale di Urbino non tratta reati gravi, ma le pazzie succedono ovunque”, afferma un avvocato fuori dall’aula delle udienze. “I capi d’accusa – aggiunge un collega – sono collegati poco con il livello di rischio, anche qui ci sono udienze penali e fallimentari. A Milano la sparatoria è avvenuta in un’aula dello stesso grado di questa”. I due avvocati, che al tribunale di Urbino dicono di sentirsi comunque tranquilli anche se non disdegnerebbero più controlli, lavorano su tutto il territorio della provincia e spesso hanno udienze a Pesaro, dove la situazione è diversa: “Lì, all’entrata, ci sono due porte di vetro, che regolano il flusso di persone, e subito dopo ci sono due metal detector e una guardiola. È strano che qui non ci sia nulla”. Anche a Macerata c’è un sistema di sicurezza all’entrata, come racconta l’avvocato Francesco Lamanna: “Si passa attraverso un metal detector e gli avvocati devono mostrare il tesserino. Qui a Urbino non c’è neppure una guardia giurata, mentre sarebbe necessario per la sicurezza di tutti. Al di là del caso specifico, il tribunale è sempre un luogo dove si trattano casi delicati e quindi è bene assicurarsi che nessuno entri armato.”