L’ingegnere pesarese e il fisico urbinate, gli specchi di Virgo sono nelle loro mani

A sinistra Matteo Montani; a destra Francesco Piergiovanni
di ANTONELLA SCARCELLA e MARTINA NASSO

URBINO – Matteo e Francesco, per lavoro, si ‘prendono cura’ degli specchi. Ma non per vanità: sono loro infatti che realizzano le sospensioni per quelli installati sull’interferometro per onde gravitazionali di Cascina (Pisa). Per i superstiziosi uno specchio rotto porta sette anni di sciagura. Per due scienziati del gruppo Virgo le conseguenze possono essere anche più gravi: una carriera finita.  L’assoluta stabilità degli specchi, infatti, è fondamentale al suo funzionamento. 

Matteo Montani e Francesco Piergiovanni sono i due ricercatori dell’Università di Urbino responsabili della progettazione delle fibre di una parte della sospensione degli specchi, quella composta da quattro fibre di vetro, che riducono ulteriormente il rumore per evitare che lo strumento che cattura le onde gravitazionali sia disturbato da movimenti del terreno. Oltre al sistema di isolamento sismico dell’interferometro italo-francese, si occupano anche di analisi dei dati. Sono in partenza per Cascina, dove continueranno i lavori per il miglioramento di Virgo: l’apparato dovrebbe essere ultimato in primavera così da essere attivo in autunno. “I nuovi rivelatori – hanno spiegato al Ducato – saranno come degli osservatori per guardare l’Universo. Riusciremo a vedere molto meglio di adesso”

Matteo è nato a Pesaro e ha studiato ingegneria elettronica a Bologna. “Dopo il dottorato sono tornato nella mia città per lavorare in uno studio di progettazione. Nel 2011, però, ho deciso di cambiare vita –  ha raccontato – e mi sono abilitato per insegnare matematica nelle scuole, nello stesso periodo ho iniziato un dottorato in matematica a Urbino”.  Finito il contratto di ricerca, Matteo è diventato papà e proprio in quel periodo ha vinto il bando di ricerca in Fisica, come esperto in fibre di vetro. Così è entrato nel mondo dell’Università di Urbino e, a fine 2013, in Virgo.

Le altre storie dei ricercatori di Virgo: Marica Branchesi e Jan Harms – Filippo Martelli – Giuseppe Greco

Francesco invece è nato proprio sotto i torricini, ad appena 30 chilometri di distanza. Nel 2004, dopo la laurea in Fisica a Bologna, è tornato a Urbino, è entrato in Virgo e ha vinto il dottorato in Scienza della Complessità. “Già alle superiori volevo fare fisica – ha detto il ricercatore – per quattro anni ho avuto la cattedra, ma poi sono entrato come tecnico all’università. Così ora posso lavorare più liberamente perché non sono legato a un singolo progetto di ricerca”. Nella sua vita non c’è spazio solo per i calcoli, ma Francesco li ama così tanto da aver sposato una professoressa di matematica, da cui ha avuto due bambini.

I due ricercatori sono ancora emozionati per la grande scoperta annunciata l’11 febbraio da Ligo-Virgo a tutto il mondo. Il gruppo di ricerca di Urbino continuerà a lavorare al fianco dei colleghi internazionali. “A volte è strano leggere ‘Università di Urbino’ accanto ad esempio al nome di ‘Caltech’, una delle università scientifiche più importanti del mondo – sorridono – ma forse siamo noi a sottovalutarci. Ogni giorno andiamo al lavoro, ci sediamo alle nostre postazioni e tutto ci sembra normale. Adesso ci rendiamo conto che con il nostro piccolo contributo partecipiamo a una grande rivoluzione”.