L’appello di Carlo Cottarelli: “I politici dicano come abbatteranno il debito pubblico”

di DANIELE ERLER

URBINO – “Se l’Italia fosse un condominio, noi chiederemmo all’amministratore quali sono le spese. Ai politici durante la campagna elettorale dobbiamo chiedere come intendono coprire le loro proposte”. L’economista Carlo Cottarelli combatte da tempo contro l’enorme indebitamento italiano. Lo ha fatto da commissario alla spending review nel governo Letta. Lo fa oggi come direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica a Milano. E ne ha parlato anche all’Università di Urbino, in un incontro all’aula magna del Rettorato.

La campagna elettorale

Per Cottarelli il debito è una sorta di grande “macigno” che incombe sulle teste degli italiani. In tempi di campagna elettorale sarebbe doveroso, dice l’economista, proporre delle soluzioni per abbatterlo, in linea con quanto ha chiesto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “E invece no – dice Cottarelli al Ducato a margine della conferenza – in questa campagna elettorale non si parla abbastanza di come eliminare il macigno, semmai si fanno proposte per renderlo più grosso. Perché si parla di aumenti di spesa o di tagli di tasse finanziati in deficit”. Tutti provvedimenti che rischiano di far crescere ancora il fardello, con rischi concreti per la tenuta dei conti pubblici.

“I partiti politici stanno promettendo molto, il problema è che molto spesso non viene detto come queste proposte saranno coperte”. La flat tax proposta da Forza Italia? “La copertura va però trovata in un quadro complessivo che porti alla riduzione del deficit e del debito pubblico del Paese”, dice Cottarelli. Il superamento del limite del 3% nel rapporto fra deficit e Pil, come sostiene il Movimento Cinque Stelle? “È un errore, bisogna invece puntare al pareggio di bilancio”.

E allora l’Osservatorio sui conti pubblici diretto da Cottarelli ha deciso di scrivere ai partiti: “Ho chiesto che mi dicano non solo le cose che intendono fare, ma anche quanto costano. E come intendono intervenire sul debito pubblico”. All’appello di Cottarelli hanno già risposto Forza Italia, Energie per l’Italia e +Europa. Le altre forze politiche hanno promesso di rispondere prima del voto. I programmi saranno pubblicati sul sito dell’Osservatorio sui conti pubblici.

Spending review

Il debito italiano ha superato la soglia del 130% rispetto al Pil. Con una soglia così alta, secondo Cottarelli, ci sono tre possibili pericoli: “C’è il rischio di attacchi speculativi”, soprattutto se si diffonde l’idea che il Governo possa impugnare il debito e dichiarare la bancarotta, come stava per fare nel 2012. “Inoltre un debito pubblico così elevato non fa crescere l’economia, soprattutto nel medio periodo”, spiega Cottarelli. E poi c’è un altro problema: un Paese con un debito così alto non può indebitarsi ulteriormente quando serve davvero, come durante la crisi economica del 2009. In recessione l’Italia si è trovata a difendersi con un fucile scarico.

Ora però l’economia italiana sta crescendo, anche se di poco. È questo il momento – secondo Cottarelli – per intervenire. “Cosa farebbe una famiglia se fosse indebitata? – chiede l’economista –. Inizierebbe a risparmiare. Così dovrebbe fare anche chi ci governa”. “Basterebbe contenere la spesa per tre anni per raggiungere il pareggio di bilancio. E poi se si volessero ridurre le tasse, allora basterebbe tagliare ulteriormente la spesa”.

Qualche esempio di spending review? “Ci sono tante cose da fare: bisogna affrontare la questione dell’organizzazione dello Stato, la spesa di gestione delle pubbliche amministrazioni, ma anche degli enti territoriali – dice Cottarelli – Quanti comuni ci sono in Italia, quante Prefetture, quante forze di polizia? La guardia forestale è stata fusa con i carabinieri ma il risparmio è stato zero. Perché si fanno certe cose se non c’è il risparmio? C’è ancora tutta la questione dei trasferimenti che la pubblica amministrazione fa a famiglie e imprese. Il tema più grosso sono le pensioni: la questione è se si debba in qualche modo ricalcolare il loro livello, ovviamente al di sopra di una certa soglia di reddito”. Il taglio delle spese è per Cottarelli la “via maestra” da seguire. Proprio come farebbe un buon amministratore, se l’Italia fosse un condominio.