Urbino e i ‘suoi’ defibrillatori: la mappa salvavita della città ducale

di MATTEO MARIA MUNNO

URBINO – Stadio San Paolo di Napoli, il terzo stadio più grande d’Italia con circa 60.000 posti a sedere: si tratta dello stesso numero delle vittime di un arresto cardiaco in Italia nel 2016. Uno stadio intero che può essere salvato con un semplice apparecchio: un defibrillatore. Su tutto il territorio della città di Urbino i defibrillatori sono presenti in 21 luoghi, tra università, scuole e zone dove si allenano le varie società sportive della città: ma in proporzione non si arriva nemmeno ad un dispositivo ogni 700 urbinati senza considerare il numero di studenti. È davvero così importante avere un defibrillatore a portata di mano in caso di arresto cardiaco? E a Urbino dove si trovano?

“I primi 5 minuti a partire dall’arresto cardiaco sono fondamentali – ha spiegato il direttore sanitario dell’Ares 118 Domenico Antonio Ientile ai microfoni di Report – ogni minuto che passa le possibilità che il cuore riparta si riducono del 10%”.

Per le società sportive – sia dilettanti che professionistiche – si avvicina la scadenza della Legge Balduzzi, fissata per il 30 giugno di quest’anno, per regolarizzarsi. La norma obbliga la dotazione di defibrillatori semiautomatici esterni (Dae) nei luoghi dove si pratica attività sportiva e ne consiglia il posizionamento nei luoghi pubblici. “C’è volontà di cardio-proteggere i luoghi di aggregazione – spiega Gabriele Lani, infermiere di Urbino e formatore in materia di primo soccorso a livello nazionale con la Croce Rossa – ma non ci sono obblighi di legge dettati dalla Balduzzi per luoghi come musei o ristoranti”.

Valentino Borrelli

“Saper usare un defibrillatore correttamente, all’interno di una catena di sopravvivenza – spiega al Ducato il professor Valentino Borrelli, titolare della cattedra di Teoria, tecnica e didattica del primo soccorso all’Università di Urbino – ed essere parte attiva in un soccorso è molto importante perché è un atto concreto per salvare una vita”. Borrelli, coordinatore di un progetto di formazione nelle scuole su scala provinciale, ha rivestito un ruolo importante anche nell’installazione dei tre defibrillatori presenti nell’Ateneo urbinate.

Il numero di apparecchi, spiega il responsabile del Servizio prevenzione e protezione’ dell’Università Oliviero Gessaroli, è destinato ad aumentare: “Con il Rettore abbiamo valutato la possibilità di acquistare altri tre defibrillatori e uno di questi sarà destinato con certezza alla piscina della facoltà di Scienze Motorie. Presto renderemo pubblico anche l’elenco del personale già formato per l’uso del defibrillatore”. L’università, forte dei suoi tre defibrillatori e di oltre 20 persone abilitate al suo utilizzo, è dunque “cardioprotetta”.

DAE ITIS Mattei

Uno dei defibrillatori dell’Itis ‘Enrico Mattei’

Le strutture sportive principali della città di Urbino, cioè lo stadio Montefeltro e il PalaMondolce sono dotate di un defibrillatore: le associazioni sportive che utilizzano gli impianti sfruttano il presidio installato dalla città, ma si sono occupate singolarmente del personale da formare, in attesa dei termini di scadenza della quarta proroga della Balduzzi. Il ‘portabandiera’ delle società sportive urbinati è la New Football Team ‘Sandro De Crescentini’ di Urbino, che nel 2013 ha donato due defibrillatori destinati ai luoghi dello sport della città ducale. Un caso particolare coinvolge le realtà urbinati del ciclismo, sprovviste di defibrillatore perché “metterlo in uno zaino è scomodo”. La situazione, già nel 2015, era stata evidenziata dalla Federazione Ciclistica Italiana con una lettera al Ministero della Salute: una criticità che, per ora, non sembra avere una soluzione chiara.

Non solo attività sportive: esclusi i tre presidi della Carlo Bo, altre due scuole sono dotate di un defibrillatore. Sono l’Itis Enrico Mattei e il liceo Scientifico Luciano Laurana. Lo hanno acquistato con un bando regionale, che ha coperto il 60% della spesa, a dimostrazione dunque di una volontà da parte della Regione di cardio-proteggere determinati luoghi al di là dei vincoli legislativi. Presto l’elenco dei poli salvavita aumenterà: l’Iis Raffaello, l’Itc Paolo Volponi e il Palazzo Ducale di Urbino sono in procinto di acquistarne uno.

La sede della Croce Rossa di Urbino, in via Sasso

“Per incentivare la formazione – spiega Lani – con il Comitato della Croce Rossa di Urbino abbiamo predisposto corsi con il solo rimborso per il materiale didattico. Abbiamo cercato di promuovere formazione spontanea. È un costo – conclude Lani – ma come Croce Rossa ci sentiamo in dovere di aiutare le varie realtà della città dal punto di vista burocratico e formativo”. Al netto di un conteggio che si ferma a 21 defibrillatori su tutta la città, molte realtà di Urbino si dicono pronte a formarsi e a mettersi in gioco per salvare una vita, sperando che non ce ne sia bisogno.