Francesco Giorgino agli studenti dell’Ifg: “Il giornalismo ora è per freelance competenti e autorevoli “

di MARIA CONCETTA DE SIMONE

URBINO – “L’atteggiamento che un giovane deve avere verso questa professione è lo stesso che abbiamo quando ci innamoriamo. Quando uno prende una cotta alla prima difficoltà scappa, se però è amore una persona è disposta a sopportare tutto pur di arrivare al suo obiettivo. Il giornalismo va vissuto così”. Questo l’invito di Francesco Giorgino, giornalista e conduttore del Tg1, ai praticanti della scuola di Urbino che hanno “fatto una scelta”, nonostante il giornalismo sia una professione in crisi. E della crisi del giornalismo ha parlato a lungo, spiegando come secondo lui sia sempre più una professione per freelance.

“Che il giornalismo fosse una professione in crisi si diceva già negli anni ’80, io sono comunque andato avanti nonostante avrei potuto scegliere una strada più semplice e diventare avvocato come mio padre. Ebbi la fortuna di incontrare alla scuola media una professoressa che aveva un metodo alternativo di insegnamento. Ci faceva fare delle esperienze sul campo: ci mandava in giro a fare domande con un registratore e un microfono. Sarà stata questa cosa, sarà stata la visita alla Gazzetta del Mezzogiorno, dove io restai tutto il giorno a guardare le rotative, sarà stato il corso di giornalismo fatto ad Andria (la sua città natale ndr), ma a 16 anni sapevo già cosa volevo fare.”

Giorgino, studioso di Scienze sociali e Sociologia della comunicazione, autore di diversi saggi e docente della Sapienza e alla Luiss di Roma, ha chiuso il ciclo di incontri con le personalità del mondo del giornalismo tenendo prima una lezione agli allievi dell’Ifg e poi presentando il suo ultimo libro “Giornalismi e società“.

Nel corso della lezione si è parlato di come la cultura stessa della professione sia cambiata. “Non è più una professione compatibile con la tipologia di lavoro a tempo indeterminato. È un lavoro che si misura con un mercato fatto di tempi determinati e di freelance che devono sentirsi comunque utili, importanti e autorevoli. Esisto sul mercato finché ho una competenza specifica. Vi si chiede di acquisire una capacità spendibile a tutto tondo per le esigenze del mercato, ma il giornalista non deve essere tuttologo. Dobbiamo saper praticare tanti territori provando però a specializzarci in un settore che ci consenta di mantener in piedi il principio di competenza. Darà a ognuno di voi il senso della presenza sul mercato. Bene la diversificazione, bene la flessibilità ma manteniamo un focus specifico”.

Il cambiamento però si sta verificando sotto diversi aspetti. Quando facciamo una riflessione sul presente e sul futuro del giornalismo dobbiamo partire dai dati. All’Ordine sono iscritte oltre 112 mila persone ma i giornalisti attivi sono circa 35 mila. Il paradosso è che, secondo i dati dell’Agcom, “è aumentato il numero di giornalisti laureati, oggi circa il 68%, ma non c’è un ricambio generazionale”.

E poi il web, che è “una straordinaria visione di come sta andando il giornalismo”. Una classifica del Censis ha mostrato come gli italiani non sappiano distinguere un prodotto realizzato da un professionista dell’informazione e un prodotto realizzato da un qualunque utente del web. Al primo posto della classifica ci sono i telegiornali generalisti, ma al secondo troviamo Facebook.

“Se gli italiani hanno dato questo tipo di informazione è perché su Facebook sono veicolati contenuti percepiti come informativi. Questo è un campanello d’allarme che ci dimostra quanto sia difficile discernere i contenuti mainstream dai contenuti delle piattaforme. Il web ci sta chiamando a una sfida inedita. Il pubblico è interattivo: produce contenuti e allo stesso tempo li consuma. Noi giornalisti dobbiamo adattarci al cambiamento e a una logica cross-mediale. Se qualcuno mi chiedesse qual è la forma di concorrenza che mi spaventa di più, risponderei il social perché lì un utente ha la possibilità di vedere un video ore prima rispetto alla messa in onda del Tg e la stessa cosa vale per i giornali. Allora chiediamoci cosa dobbiamo dare in più noi al lettore, al telespettatore?”

Un approccio nuovo, quello che Giorgino invita ad avere verso il mondo del web che è un concorrente ma che può essere anche un grande alleato nel lavoro. “Non approcciatevi con noia a certi argomenti, ci sono molti giornalisti che credono ancora che le fonti da utilizzare siano le agenzie di stampa, non è più così. Rendetevi conto di ciò che vi accade intorno”.