Elezioni 2018, con il Rosatellum Urbino non ha un suo collegio. Foschi (Fi): “Penalizzati rispetto a Pesaro”

di MARIA CONCETTA DE SIMONE e GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – L’Italia è tornata a un sistema elettorale in parte maggioritario e in parte proporzionale, in cui un terzo di deputati e senatori è eletto in collegi uninominali, ovvero un solo candidato per coalizione, e i restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale di lista. Era così fino al 2001, quando l’Italia andò al voto con la legge Mattarellum, ma se Urbino in quel caso aveva un suo collegio, in primavera con il Rosatellum sarà difficile che un rappresentante della città ducale sieda in Parlamento, considerato che Urbino non è la città più importante del suo collegio: è Pesaro.

Città più grandi hanno ovviamente un peso elettorale maggiore e quindi in ogni collegio si esprimeranno probabilmente candidati dei centri più grandi.

Le Marche manderanno a Roma in Parlamento sedici deputati e otto senatori.

Alla Camera

Nella quota maggioritaria della legge nota come Mattarellum i collegi uninominali erano 12: i centri di riferimento erano Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo, Macerata, Civitanova Marche, Osimo, Ancona, Jesi, Senigallia, Fano, Pesaro e Urbino. Con il Rosatellum i collegi per l’elezione della Camera dei deputati scendono a otto per tutto il territorio regionale. Sei quelli uninominali in cui vige il sistema maggioritario.

Meno collegi vuol dire collegi più grandi: e così Urbino è stata unita a Pesaro.

Dieci invece i deputati che saranno eletti a Montecitorio con i listini bloccati nei collegi plurinominali – più candidati per coalizione – con sistema proporzionale. La Regione in questo caso sarà divisa in due grandi circoscrizioni. A sud con Ascoli, Civitanova e Macerata (Marche 1) e a nord con Ancona, Fano, Pesaro e Urbino (Marche 2).

Al Senato

Il meccanismo è lo stesso, solo che i collegi sono ancora più grandi e i candidati dovranno cercare voti in più comuni: qui nell’uninominale Urbino starà addirittura con Fano, Pesaro e Senigallia.

La legge prevede tre collegi uninominali con sistema maggioritario e un solo collegio plurinominale (su tutta la regione) con sistema proporzionale, che elegge 5 senatori.

Reazioni politiche

Che Urbino perda la centralità che aveva con il Mattarellum sembra preoccupare solo Forza Italia, che boccia il Rosatellum. “Ritengo che il rapporto elettore-eletto lo garantisca il sistema che è in vigore per le elezioni amministrative: tutti i rappresentanti devono essere scelti con le preferenze”, sostiene Elisabetta Foschi, presidente del Consiglio comunale ed esponente di Forza Italia.

“Il collegio – continua la Foschi – così com’è disegnato penalizza Urbino e rende Pesaro dominante”.  La Foschi spiega anche che ancora non si è parlato di candidature, anche perché “all’uninominale il candidato va deciso a livello di coalizione e ancora non ci sono state riunioni. Per la selezione dei candidati non faremo primarie”.

Opposta l’opinione del Movimento 5 Stelle. Emilia Forti, consigliera comunale, sostiene: “È difficile valutare se Pesaro sia dominante, ma onestamente non credo sia un danno il fatto che sia nello stesso collegio di Urbino. Per noi la lista si baserà sulle primarie, non abbiamo ancora pensato a candidature”.

D’accordo anche la sinistra. Lorenzo Santi, segretario Pd Urbino, afferma: “Non penso sia un danno che Pesaro e Urbino siano nello stesso collegio, serve sinergia tra i territori. Stiamo definendo le candidature, per il momento non stiamo pensando alle primarie, dipende da cosa sarà deciso a livello nazionale”.