di ADRIANO DI BLASI
URBINO – Stretta di mano decisa, sorriso amichevole e una spigliatezza con l’italiano che racconta molto del suo passato. Peter Aufreiter, il nuovo direttore della Galleria Nazionale delle Marche, ci accoglie così nel suo ufficio della Sopraintendenza ai beni culturali. Sulle pareti quattro grandi dipinti rinascimentali: “Belli, vero?” esordisce lui, che si è insediato martedì, ma sembra essere a suo agio dietro la scrivania.
Austriaco, 40 anni e una laurea in storia dell’arte, Aufreiter è uno dei sette direttori non italiani che guideranno alcuni tra i più grandi musei del nostro Paese. “Penso sia importante un punto di vista esterno. Il ministro Dario Franceschini – commenta il neo direttore – ha voluto iniziare un percorso per dare più autonomia ai 400 musei statali in Italia, bloccati dalla burocrazia e dalle scelte da condividere obbligatoriamente tra Ministero e singola galleria. In Austria il sistema è più semplice da gestire. Da almeno 20 anni, ad esempio, c’è solo una commissione che valuta il lavoro dei due dirigenti, uno incaricato per la parte scientifica e l’altro per quella economica”.
E sulla polemica nata dalla presenza di direttori non italiani, l’ex dirigente del museo Belvedere di Vienna aggiunge: “È normale che accada, ci sono tanti vostri connazionali che dirigono importanti musei all’estero, ad esempio Gabriele Finaldi alla National Gallery. Inoltre, la mia esperienza precedente può essere utile in questo percorso verso una gestione più autonoma”.
Il suo legame con Urbino, tra l’altro, ha radici profonde. Aufreiter trascorse alcuni mesi nella città ducale per l’Erasmus, uno dei primi organizzati in Europa, e in quell’occasione ha conosciuto la moglie. “Ci siamo incontrati durante un corso di lingue – racconta – mentre studiavo il Rinascimento italiano. Siamo sposati da 12 anni e abbiamo due figli di cinque e nove anni. Si può dire che il mio rapporto con Urbino non si sia mai interrotto”.
Così il neo direttore è diventato una presenza fissa sotto i Torricini: “Quando sono arrivato la prima volta nel 1999 non sono potuto nemmeno entrare nel Duomo, chiuso a causa del terremoto del 1997. Da quel momento, però, sono tornato almeno tre volte l’anno a Urbino. Si può dire – afferma con un sorriso – che ormai conosco le gallerie di palazzo Ducale meglio di alcuni musei di Vienna”.
Nei prossimi giorni incontrerà l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi: “Forse anche questa sera – spiega – ho saputo che si trova a Urbino”. Nonostante il giudizio negativo espresso dal critico rispetto alle scelte del ministro, Aufreiter dice di essere felice di poter collaborare con una personalità del genere: “Fino a oggi ci siamo sentiti solo per e-mail, ma l’attuale giunta ha fatto un ottimo lavoro”.
Sul tema dei prestiti ad altri musei italiani delle opere, assume una posizione pragmatica: “Sono d’accordo con l’idea dei prestiti, ma dato che si tratta di capolavori di livello mondiale, deve essere comunicato chiaramente il contributo di Urbino. E magari si potrebbe organizzare anche qualche contro-prestito”.