Effetto Jobs act: a Urbino 400 contratti in più

di ALESSANDRA VITTORI

URBINO – Sono circa 400 i nuovi contratti di lavoro, di tutte le tipologie, firmati a Urbino nel 2015. A fornire questi dati è la Cna, Confedarzione nazionale dell’artigianato e della media impresa, specificando che le nuove ‘movimentazioni in entrata’ sono diretta conseguenza dell’entrata in vigore del Jobs act, la riforma che si propone di ridurre la segmentazione del mercato del lavoro incentivando così l’occupazione. Promosso, secondo l’opinione della maggior parte delle aziende del territorio, il nuovo contratto a tutele crescenti, introdotto dallo stesso Jobs act.

Positivi anche i dati relativi alle posizioni lavorative in provincia. Stefano Raia, coordinatore del centro per l’impiego di Urbino, riferisce che i contratti in più nella provincia sono circa 900, il 3,1% in più rispetto a quelli firmati nel primo semestre dell’anno scorso: 28mila 878 nel primo semestre 2015 rispetto ai  27 mila 971 nel primo semestre 2014. Numeri significativi, se pensiamo che nel 2008, anno dell’inizio della crisi, i contratti erano circa 10mila in più. Qualcosa, quindi, si sta muovendo.

Il numero delle assunzioni é sicuramente aumentato, ma bisogna sottolineare che non stiamo parlando solo di contratti a tempo indeterminato. Per quanto il numero dei rapporti di lavoro di questo genere sia sensibilmente aumentato, è doveroso dire che rispetto all’anno scorso l’incremento di assunzioni è avvenuto grazie a questa tipologia, ma anche grazie ai contratti per il lavoro occasionale accessorio, pagato in ‘buoni lavoro’ (voucher). Nel 2014 i contratti a tempo indeterminato erano l’8,4% a fronte del 61,4% dei contratti a tempo determinato. Quest’anno invece il numero del tempo determinato è sceso (58,2%) in favore dell’aumento degli indeterminati che sono il 15,8%. Sono diminuite anche tutte le altre tipologie: l’apprendistato è sceso al 4,9% rispetto al 5,8%, il lavoro a chiamata è al 6,9% rispetto al 7,8% e le collaborazioni al 4,1% rispetto al 5,5% del 2014.

Secondo un sondaggio della Cna il contratto che le piccole aziende preferiscono è quello a tutele crescenti, la nuova forma a tempo indeterminato introdotta con il Jobs act. Infatti per il 53% delle attività questa tipologia rappresenta una semplificazione necessaria delle tipologie contrattuali esistenti. Questo tipo di stipula porterà vantaggi alle piccole e medie imprese perché le esonera dal versamento dei contributi all’Inps e questo, secondo un imprenditore su cinque, porterà ad aumentare il numero delle assunzioni, come già stanno dimostrando i dati del primo semestre 2015.

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Alessandra Victori