di CLAUDIO ZAGO
URBINO – Non ci sarà un election day a livello nazionale, ma a Urbino sì, e questa soluzione consentirà di dimezzare le spese. Nella città ducale, al referendum sulle trivellazioni off-shore si unirà quello sulla fusione per incorporazione con il Comune di Tavoleto. Le due consultazioni del 17 aprile costeranno il 50% in meno di quanto si sarebbe speso se, a dicembre dello scorso anno, ci fosse stato il referendum sulla fusione tra i due Comuni.
“Le spese per gli onorari dei presidenti di seggio e degli scrutatori saranno ripartite al 50% tra Stato ed ente locale – dicono dall’Ufficio elettorale del Comune di Urbino – così come le spese straordinarie per il personale e l’allestimento dei seggi, che vengono effettuate una volta sola per le due consultazioni proprio in virtù dell’accorpamento”.
“Che siano uno, due o tre votazioni diverse, con l’election day le spese rimangono sempre le stesse: è per questo che abbiamo chiesto al ministero dell’Interno di procedere all’accorpamento delle votazioni”, spiega il sindaco di Urbino Maurizio Gambini. “E poi –continua – causeremo meno inconvenienti alle scuole che ospiteranno i seggi”.
A essere più precisi, i costi verranno ripartiti fra Regione e Stato. Nel caso dei referendum consultivi – quale è quello sulla fusione di Tavoleto a Urbino -, infatti, i costi per lo svolgimento della votazione sono a carico delle Regioni, che versano agli enti locali interessati un forfait posticipato a copertura di tutte le spese sostenute.
Proprio per questo, Urbino si vedrà presto rimborsata dei 20.000 euro spesi per il referendum saltato nel dicembre scorso a pochissimi giorni dal voto. “Abbiamo speso la metà dei 40.000 euro previsti, ma la Regione ce li rimborserà non appena avrà ultimato i prospetti di riepilogo per la rendicontazione”, spiega al Ducato Gambini. “Quei 20.000 euro li abbiamo spesi – dice – perché avevamo già avviato tutte le procedure necessarie per le votazioni”.
Quanto costerà la tornata elettorale del 17 aprile? L’ufficio elettorale non ha ancora elaborato una stima. La somma, comunque, dovrebbe aggirarsi intorno ai 40.000 euro. Il Comune, spiegano dall’ufficio elettorale, anticiperà le spese per stampare le schede elettorali e la modulistica per il referendum sulla fusione. “Come anche – dicono – le cartoline da inviare agli urbinati all’estero, che per votare al referendum comunale dovranno tornare a Urbino, mentre per quello nazionale potranno esprimersi per corrispondenza”. I costi saranno disponibili fra qualche giorno.
LE DUE CONSULTAZIONI
Urbino-Tavoleto. Col primo, urbinati e tavoletani saranno chiamati a dire sì o no all’incorporazione del Comune di Tavoleto in quello di Urbino. Era stato indetto per il dicembre scorso ma fu rimandato appena qualche giorno prima della votazione, per l’effetto domino innescato dalla decisione del Tar di Ancona di sospendere una consultazione analoga sulla incorporazione dei comuni di Pesaro e Mombaroccio. Il secondo, invece, è un referendum abrogativo che interrogherà tutta Italia e punta a fermare le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi a largo delle nostre coste.
Piattaforme off-shore. Il referendum sulle trivellazioni off-shore punta all’abrogazione dell’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, che riguarda la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa italiana. Se vincerà il sì, alla scadenza delle concessioni verranno fermati i giacimenti in attività anche se c’è ancora gas o petrolio. In caso contrario, lo sfruttamento dei giacimenti da parte delle società petrolifere potrà cessare progressivamente secondo la scadenza “naturale” fissata dalle compagnie petrolifere e della Stato originariamente, al momento del rilascio delle concessioni.