di YURI ROSATI
URBINO – Trenta poster che ripercorrono la storia dello sport più prolifico per i colori azzurri, un presentatore d’eccezione e sei medaglie olimpiche. La tradizione italiana del tiro a volo nelle competizioni olimpiche 1956-2016 è il titolo della mostra organizzata a Palazzo Battiferri dall’Università di Urbino, da Fiocchi Foundation e dalla Federazione italiana tiro a volo.
Ospiti speciali per l’inaugurazione tre campioni olimpici: Giovanni ‘Johnny’ Pellielo (tre argenti e un bronzo da Sydney 2000 a Rio 2016), Jessica Rossi (oro a Londra 2012) e Marco Innocenti (argento a Rio 2016).
A introdurre gli atleti e coinvolgere con simpatia i tanti studenti arrivati nell’aula magna di Economia l’inviato di Striscia la Notizia Valerio Staffelli. Non tanto in veste di giornalista quanto nel ruolo di grande appassionato. “Sono qui – ha spiegato – perché ho iniziato col piattello 10 anni fa e se in principio ci scherzavo adesso mi sono davvero innamorato di questo sport che meriterebbe più spazio anche in televisione”.
Uno sport ‘minore’ solo per “chi non ha la cultura per dare altre definizioni”, ha detto il professore di Metodi e didattiche delle attività motorie Ario Federici. Il tiro a volo infatti “è lo sport che nella storia ha portato più medaglie al Coni” ha puntualizzato Marzio Maccacaro, direttore commerciale di Fiocchi munizioni, una delle aziende più importanti che si occupano di attrezzatura per il tiro a volo. “Per questo siamo qui – ha continuato – per far conoscere meglio questa disciplina all’interno delle università”.
Non solo una giornata celebrativa quindi, ma anche l’occasione per pubblicizzare la nuova iniziativa Neofitav: “Un progetto che vuole avvicinare alla disciplina i ‘neofiti’ della Fitav (Federazione Italiana Tiro A Volo, ndr) – ha spiegato Marco Cioppi, professore di Internet Marketing – attraverso un sito che permette di prenotare online una prova gratuita con dei professionisti in una struttura che aderisce”. I risultati presentati da Cioppi sono notevoli: solo l’anno scorso 2.000 nuovi tiratori grazie alla piattaforma online.
Quali migliori sponsor per questo sport se non tre campioni come Pellielo, Rossi e Innocenti. Uno sport per cui serve il porto d’armi, è vero, ma che è tra i più sicuri in assoluto: “Il nostro è uno sport di persone per bene – ha tenuto a dire Pellielo – rispetta le regole ecologiche, di sicurezza e non è contaminato dal doping. Quello che ci vuole è una grande capacità di sacrificio”.
Dopo un breve saluto gli atleti azzurri sono stati tempestati di domande dal pubblico. “Oggi è un po’ come essere in pedana – ha detto Pellielo – anche lì gli spettatori ci guardano, ci giudicano e con il loro occhio critico ci aiutano a migliorare”.
A chi le ha chiesto come fossa nata la sua passione per il tiro a volo Jessica Rossi ha risposto: “Mi si è accesa la lampadina quando ho visto i nostri atleti vincere le Olimpiadi nel 2004. È stato un momento molto emozionante e ricordo perfettamente che fu questo particolare a convincermi che anche io avrei dovuto partecipare”. E se per Innocenti è stato naturale iniziare col tiro a volo nel campo che gestiva il padre, per Pellielo è stato fondamentale leggere della realtà separata descritta dallo scrittore peruviano Carlos Castaneda: “Se il primo e l’ultimo pensiero che ti viene in mente durante la giornata è colpire il piattello allora quella dev’essere la tua strada”.