Ferruccio De Bortoli: ” Nel giornalismo bisogna crederci”

Ferruccio De Bortoli
di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Il giornalismo è e rimane ancora oggi una professione straordinaria. Parola di Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera e attuale presidente della casa editrice Longanesi, intervenuto lo scorso 9 marzo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Istituto superiore industrie artistiche (Isia) con la lectio “Disegnare un giornale“. Mezz’ora di approfondimento in cui ha analizzato il ruolo delle immagini e della grafica editoriale per un quotidiano . Dopo l’incontro, l’intervista su giornali, giornalismo e fake news.

Direttore, quali immagini possono essere considerate informazione?
“Oggi i lettori e gli utenti sono i primi produttori di immagini e video e dunque dell’informazione. Ma resta un problema di fondo, scegliere una fotografia che abbia un significato e che sia in grado di determinare un cambiamento grazie alla sua grande espressività. La fotografia infatti racconta molto più di un testo”.

Le immagini in prima pagina incidono sulle vendite delle copie del giornale?
“Sì, alcune hanno un impatto notevole ma penso invece che davanti a immagini raccapriccianti e che non aggiungono nulla di rilevante sia giusto fermarsi. Penso alle foto dei talebani arrivati a Kabul con le teste mozzate di chi avevano appena ucciso mentre diverso è il caso del piccolo bambino siriano Aylan, simbolo della tragedia dei migranti”.

Come deve essere un giornale per interessare al pubblico?
“Deve avere il suo carattere e la grafica è il ‘vestito’ che ne rappresenta anche la storia e l’identità. La grafica deve dare ordine e contenuto al tutto. Il giornale classifica le notizie in base alla loro rilevanza e le contestualizza”.

L’avvento del web come ha inciso sulla grafica del giornale?
“Si è iniziato a pensare a una grafica tridimensionale; nel web i link e i video permettono di avere una profondità impossibile con i giornali e con le impaginazioni classiche. Così adesso si ragiona con un approccio più moderno e mutuato dal web, anche se rimane il problema di rendere il più facile possibile il percorso di lettura per l’utente, senza però banalizzare”.

Informazione e fake news, un giornalista che rapporto deve avere con le false notizie?
“Le fake news sono sempre esistite, basti pensare al giornale ‘Il Male’ (diffuso negli anni ’70, ndr) che falsificava le prime pagine dei quotidiani, anche del Corriere della Sera e di Repubblica. Oggi la tecnologia consente una diffusione molto rapida delle notizie false e le amplifica, ma il problema sta nel fatto che i nuovi mezzi rendono verosimili queste notizie. La vera novità è che spesso le notizie false tendono ad acquisire un grado di verosomiglianza per il semplice fatto di essere cliccate e condivise, specie sui social network. Quindi anche se sappiamo che si tratta di notizie non vere, nasce comunque il dubbio che possa esserci un legame con la realtà”.

Un consiglio per i giornalisti di domani…
“Intanto crederci, nonostante le difficoltà, perché questo rimane un mestiere straordinario. Il grande privilegio è quello di essere testimoni del proprio tempo, anche se magari non ce ne accorgiamo. Una buona informazione è un’architrave della democrazia, con benefici per tutti i cittadini”.