di YURI ROSATI
URBINO – Minaccia il padrone di casa con un coltello e gli chiede 50.000 euro. L’uomo lo denuncia per estorsione, ma si ritrova a sua volta accusato di violenza sessuale sulla moglie del suo aggressore. E’ una storia di denunce incrociate quella che da Tavoleto è finita nelle aule del tribunale di Urbino, dove si stanno celebrando due diversi processi con gli stessi protagonisti. Che si scambiano le parti: una volta sono accusati, l’altra accusatori.
Al centro della vicenda ci sono due coniugi moldavi, residenti da tempo nel comune di 865 abitanti a 20 chilometri da Urbino, e il loro proprietario di casa, un anziano di 76 anni. L’uomo è accusato di aver abusato sessualmente della sua inquilina, che al momento dei fatti aveva 21 anni. Le violenze secondo la giovane si sarebbero svolte in più occasioni, dal dicembre 2012 al marzo 2014.
L’anziano si è sempre professato innocente. E le accuse contro di lui non hanno convinto del tutto nemmeno la Procura, che con il pm Irene Lilliu ha chiesto per due volte l’archiviazione del caso senza ottenerla. Il giudice dell’udienza preliminare, infatti, ha disposto l’imputazione coatta dell’anziano, mandandolo a processo.
Ma il padrone di casa dichiara a sua volta di essere vittima del marito della sua accusatrice: prima della querela per abusi sessuali, l’anziano aveva infatti denunciato un tentativo di estorsione da parte del suo inquilino. Ha raccontato che l’uomo è entrato in casa sua, gli ha puntato un coltello alla gola e lo ha minacciato chiedendogli 50.000 euro. Una scena che si sarebbe svolta davanti ai familiari dell’uomo, presenti in casa quella sera.
La coppia si difende dicendo che quella è stata soltanto la reazione del marito venuto a conoscenza delle violenze subite dalla moglie. Per il difensore del padrone di casa invece è “assolutamente inconcepibile che un uomo di quell’età violenti ripetutamente una donna che, per di più, lo lascia entrare in casa ogni volta che lui bussa”.
“I casi di abuso sessuale sono situazioni complesse da valutare perché è sempre la parola di uno contro quella dell’altro – dice l’avvocato della donna – per di più mi sembra che il pm sia molto orientato verso le tesi della difesa”.
Non è finita. Se il proprietario di casa dovesse essere scagionato dall’accusa di violenze sessuali, per la coppia potrebbe scattare la querela per calunnia. Il processo, al momento, è fermo: uno dei giudici del collegio, infatti, si è dichiarato incompatibile. Deve già occuparsi delle vicende dei tre nell’altro processo, quello per estorsione in cui l’anziano è parte lesa.