Dove osano le rane. Storie dal Palio di Fermignano

Foto Pro Loco Fermignano
di GIACOMO BARDUCCI e WILLIAM MARZI

FERMIGNANO – Un’enorme riproduzione di una carriola, alta almeno un paio di metri e nascosta in una strada sterrata vicino al centro. L’ha costruita anni fa la contrada di San Lazzaro e ora il loro progetto è di spostarla dove tutti la possano vedere. Così da far capire subito a chiunque passi per Fermignano qual è la specialità della casa. Il Palio della rana torna dal 21 al 23 Aprile, con le sue tradizioni e i suoi appuntamenti che già vi avevamo raccontato.

Tra rivalità culinarie e tecniche di ‘scarriolata’, Fermignano ha tante storie da raccontare. Una città che ha ‘sconfitto’ anche le polemiche degli animalisti, parlando alle rane e benedicendole in chiesa.

La carriola gigante costruita dalla contrada di San Lazzaro

Il Palio si “corre” anche ai fornelli

L’allenamento degli atleti per il palio si intensifica nelle ultime settimane quando iniziano a correre anche con la carriola, ma senza rana che “conosceranno” solo la domenica di gara. La vera sfida però sembra essere a tavola, dove ogni contrada si sfida con la propria specialità. Piccione contro polenta, agnello contro fritto di pesce. E sulla coratella di agnello non è mancata una disputa tra taverne di diversa ‘bandiera’. Oggi è nel menù di San Lazzaro ma Calpino ne rivendica la proprietà nel fermignanese.

L’unica contrada specializzata in rane è invece Ca’ l’Agostina. Non c’entrano nulla con quelle del palio e nel menù ci finiscono fritte, in porchetta o in sugo insieme alle tagliatelle.

Bramante, l’uomo che sussurrava alle rane

San Silvestro comanda la classifica delle vittorie con 15 ma, come colpita da una maledizione, non vince da 16 anni. La Pieve è la contrada campione in carica e il trofeo, gelosamente custodito per 12 mesi, è pronto a essere rimesso in palio. Rappresenta uno “scarriolante” su una base di sette lati, come sette sono le contrade a sfidarsi e sette sono le foto interattive che abbiamo preparato attraverso le quali potete scoprire la loro storia.

Il campionissimo della corsa è Bramante Paoloni con 5 vittorie proprio per San Silvestro. La figlia, oggi “priora” della stessa taverna, rivela il suo segreto. “Con la rana ci parlava, calmandola e chiedendole di rimanere ferma”. La carriola è in legno ma con una ruota anteriore mista a ferro che la rende pesante e difficile da controllare. Paoloni la teneva quasi in verticale, altri preferiscono scuoterla continuamente.Tutti concordano che la rana vada tenuta in salita per renderne più complicata l’uscita.

Paolo Brandi, ‘priore’ della contrada La Pieve, campione in carica

Curioso che in 53 edizioni mai abbia partecipato una donna. Nessuna riga del regolamento lo vieta e negli anni qualcuna pareva pronta alla corsa ma non se ne è mai fatto nulla. Così le uniche donne a trasportare le rane in carriola saranno le bambine che, insieme ai ragazzi fino a 11 anni, partecipano alla “corsa dei putti” del sabato.

Una storia iniziata nel 1966 che conta 53 edizioni in 52 anni. E non è un errore perché nel 1991 la RAI chiese e ottenne di organizzare un secondo palio straordinario da trasmettere in diretta nazionale. E Fermignano colse l’occasione.

Voce fuori dal coro

Un po’ fuori dal centro, di fronte al palazzetto dello sport, c’è la contrada Calpino. Lo stand è il più grande, un vero e proprio tendone da Oktoberfest. Ti aspetti entusiasmo, trovi un po’ di sconforto. “Se non si fa qualcosa per cambiare – spiega il priore Luca Ceccarini – la manifestazione è destinata a finire. Qua è sempre più difficile trovare volontari e dai giovani non è più una festa sentita come una volta”.

Visione un po’ drastica che non ha trovato conferme ma è opinione comune che trovare dei lavoratori del posto, soprattutto da quando la festa è stata estesa all’intero week-end è cosa più complicata. Il discorso cambia quando si parla della corsa. Quei 170 metri con i colori della propria contrada tutti vogliono correrli.

Animalisti e benedizioni

L’unico caso di rana morta durante la corsa risale al 2008 e i colpevoli furono addirittura gli animalisti, secondo la versione dei fermignanesi. Alcuni volontari della Lav, la Lega anti vivisezione, presero una rana come atto dimostrativo e, stringendola troppo, finirono per ucciderla. Fu il più alto contrasto di una battaglia che ha portato a qualche cambiamento. La Regione Marche ha iniziato a proibire la cattura di rane e ora possono essere utilizzate solo quelle degli allevamenti. Inoltre a livello nazionale sono state proibite tutte le corse con animali. Restano solamente quelle di tradizione storica. Così la rana resterà per sempre un’esclusiva di Fermignano.

Giovanni Romitelli è il veterinario della manifestazione. “Quello che verifico è che le rane prima della partenza siano in salute, sveglie e in grado di saltare. Poi c’è la ramanzina a tutti i concorrenti, la rana va trattata con cura e, se cade, appoggiata di nuovo sulla carriola e mai lanciata. A fine gara rifaccio lo stesso controllo, se le rane non saltano più scatta la squalifica”.

Giorgia Bronchini, ‘priora’ di Ca’ l’Agostina, l’unica taverna che propone un menù a base di rane

Se non bastasse questo a proteggere le rane c’è pure la benedizione della domenica, che viene impartita dal parroco prima della corsa insieme a tutti i manifestanti.

Dove nascono le rane

Francesco Milesi, 74 anni, è l’uomo che ogni anno porta 150 rane dalla sua Roncobello a Fermignano. Rane che dopo la corsa sono lasciate negli stagni della zona per ripopolarla. In provincia di Bergamo ha costruito un habitat per proteggere una specie, quella della rana temporaria, che soffriva la mancanza di spazi acquatici per la riproduzione.

Nei suoi 12 stagni nascono 120 milioni di girini ma solo uno su 2000 supera il periodo di gestazione che dura tre anni. Non finiscono nei ristoranti ma solo alla Pro loco di Fermignano, che a lui è arrivata grazie ad un annuncio su internet messo da qualche giovane conterraneo. Francesco è andato spesso al Palio a portare di persona le rane ma negli ultimi anni ha iniziato invece a spedirle in un corriere, dentro a cassette che ricreano il loro habitat.

“Queste rane temporarie hanno caratteristiche speciali – spiega al Ducato – non ne esiste nessuna con il colore uguale all’altra, sono uniche. Ogni anno devo rifiutare richieste da altri comuni che vogliono organizzare corse simili al palio ma che evidentemente non conoscono la legge”.

Ma esiste un modo per calmare questi piccoli anfibi lunghi appena 10 centimetri? “No, saltare è la loro natura però sono sensibili al clima. Più è caldo più scappano, più è freddo e più rimangono calme”. Con le temperature degli ultimi giorni è dunque possibile che domenica agli scarriolanti si presenti un compagno di corsa molto più facile da trattare.