di MARTINA MILONE
URBINO – La Torah ebraica in una preziosa edizione curata e realizzata da artisti internazionali, arriva a Urbino. Presentato in anteprima mondiale al pubblico a Palazzo Ducale, il volume (30 x 50) di 350 pagine ha visto la luce dopo tre anni di realizzazione. Oltre 300 persone hanno lavorato ai primi cinque libri dell’antico testamento, Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio, fondamento della religione ebraica. Sono divenuti dopo 3500 anni un capolavoro, il Torah Project, grazie anche al raffinato artigianato urbinate della stamperia Santa Chiara.
Prodotta in soli 126 esemplari, l’opera è stata realizzata dalla casa editrice spagnola Arte Scritta e grazie al mecenate Dan Tartakovski. Una piccola tiratura per un pezzo d’arte di grande valore. Molti volumi saranno donati ai musei, tra cui i Musei Vaticani, il Prado di Madrid e la stessa Galleria Nazionale delle Marche. Altrettanti verranno invece venduti per finanziare altri progetti artistici.
Una realizzazione che unisce contributi da culture e arti di tutto il mondo. Da Gerusalemme, il calligrafo Izzy Pludwinsky ha ideato una nuova scrittura ebraica appositamente per l’edizione, a Cuba, l’artista Baruch Salinas, 82 anni, ha dipinto le 26 lito-serigrafie presenti nel volume. Ma per testi storici dai “contenuti così moderni e attuali” l’editore, Ricardo de la Fuente, voleva un contenitore adatto. Cosa di meglio della città del libro, Urbino? È nato così il connubio artistico anche con gli artigiani made in Italy.
“Non voglio più lavorare con nessun altro”, ha commentato Salinas, dopo aver visto il lavoro dei maestri stampatori urbinati Marcello e Alberto Tiboni della storica stamperia Santa Chiara. Ma non solo loro. Gli intarsi in legno, che decorano la copertina, un’opera del 1940 raffigurante Gerusalemme dipinta da Regina Algaze de Salinas, madre dell’artista cubano, sono stati realizzati a mano dai Gentili di Fossombrone. Così come la rilegatura, che nodo dopo nodo è stata prodotta dalle mani degli Steri di Corciano, in Umbria.
Un lavoro minuzioso per il quale ogni opera del maestro Salinas è stata riprodotta su carta e cotone a strati sovrapposti così da risultare tridimensionale, in due formati. Il primo in cotone leggero per l’edizione del libro, il secondo, più spesso per realizzare il vero gioiello urbinate, la carpetta che ha richiesto un lungo lavoro a mano. Una confezione in edizione limitata con all’interno le 26 lito-serigrafie e una copia della Torah in versione “tascabile”.
Il volume può essere aperto su due fronti. Il lettore può aprire il libro all’occidentale, da sinistra a destra, per leggere i commenti di studiosi, e dalla quarta di copertina all’indietro, per leggere in ebraico il testo del Pentateuco.
I commenti sono stati scritti in quattro lingue, inglese, spagnolo, italiano e tedesco, da firme prestigiose della cultura ebraica e non: il Dott. Adolfo D. Rottman, curatore del museo di Gerusalemme, il Prof. Otello Lottini, cattedratico dell’Arte dell’Università di Roma, il Rabbino Abrahm Skorka, rettore del seminario rabbinico latino- americano, considerato come un fratello da Papa Francesco, e Monsignor Sergio Pagano, curatore dell’Archivio Segreto Vaticano.
Proprio in Vaticano il volume è stato presentato lo scorso 23 marzo. Papa Francesco ha dimostrato calore e affetto verso la comunità ebraica e ha deciso di consegnare alcune lettere di benedizione firmate di suo pugno con cui corredare l’apertura del testo.
Molte le personalità presenti alla presentazione. Dal direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Peter Aufreiter, al presidente dell’Accademia Raffaello, Luigi Bravi. Entrambi hanno sottolineato l’importanza per la città di Urbino di un lavoro così importante e di così ampio respiro internazionale. Un ruolo riconosciuto anche dallo stesso mecenate, Tartakovski, presente all’inaugurazione, che ha sottolineato la volontà di istituire una fondazione di stampatori urbinati dove poter far studiare anche gli studenti di arte della città ducale. “Fino a tre anni fa conoscevo Urbino solo come città natale di Raffaello, ora la adoro”, ha commentato ridendo Tartakovski.
Non ultima la Professoressa Maria Luisa Moscati, studiosa di storia dell’ebraismo, che ha sottolineato l’importanza della Torah, anche nel mondo moderno. Torah non significa solo legge, come i più pensano, ma soprattutto insegnamento. E in cinque libri di insegnamenti ce ne sono molti, come lei stessa ha ricordato. A partire dal primo, che non inizia con la lettera A dell’alfabeto ebraico, ma con la Bet, casa. Proprio la casa, ossia la famiglia, il focolare, è uno dei tre cardini dell’ebraismo che emergono dal Pentateuco. Dopo la famiglia vengono esaltate l’importanza della libertà dell’uomo e della giustizia. “Se vuoi essere un re a casa, tratta la donna come una regina”, ha sottolineato la Professoressa, che, citando un detto ebraico, ha evidenziato l’importanza della parità dei sessi e del ruolo della donna nella cultura ebraica.
“In principio Dio creò il cielo e la terra”. Non è un caso che proprio questa sia una delle frasi più conosciute al mondo: la Torah è, infatti, il libro con il più alto numero di ristampe, un vero e proprio best seller.