Il laboratorio analisi di Urbino, eccellenza nazionale: “Faremo fino a 6.000 esami all’ora”

Il laboratorio analisi di Urbino
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – Il laboratorio analisi dell’ospedale di Urbino è una delle eccellenze del nostro territorio grazie a un sistema innovativo, a livello mondiale, studiato dalle più importanti università italiane e non solo. Ed è destinato  a crescere sempre di più. Nei prossimi mesi è previsto l’arrivo di una macchina che permetterà di effettuare 6000 esami all’ora: “Saremo in grado di fare le analisi per tutta la provincia” ha dichiarato il direttore del laboratorio Oriano Tiberi.

Nell’ultimo mese ha ottenuto due importanti riconoscimenti: la certificazione UNI EN ISO 9001:2008, che sancisce l’eccellenza del laboratorio e riguarda tutta la parte organizzativa (dalla gestione del personale alla soddisfazione degli utenti interni ed esterni) e ha ottenuto eccellenti risultati nella valutazione esterna di qualità relativa al 2016. La valutazione, effettuata dall’azienda ospedaliera Careggi di Firenze, determina la qualità delle analisi effettuate dall’istituto urbinate.

La foto del primo laboratorio analisi di Urbino

Il successo e i risultati del centro di Urbino nascono da un’idea del direttore del laboratorio Oriano Tiberi: “Abbiamo raggiunto questo traguardo assieme ai responsabili dei nostri due principali fornitori, una multinazionale americana e una italiana – ha dichiarato il direttore – li abbiamo incontrati a Bruxelles a margine di un incontro e abbiamo proposto di integrare i loro macchinari e di utilizzarli in un’unica catena di lavoro. I risultati sono stati sorprendenti”. Le ditte sono rimaste talmente colpite dal progetto che hanno deciso di finanziare la ristrutturazione del laboratorio con 90.000 euro. Una riorganizzazione che risale al 2013 e che ha permesso di dare vita a una vera e propria catena di montaggio delle analisi.

La novità del laboratorio, primo tentativo mondiale, è stata quella di inserire nella stessa catena di analisi le strumentazioni per unire le analisi di chimica clinica, quelle di immunometria  e quelle di virologia. Ogni provetta, dotata di apposito codice a barre, viene inserita in un rullo e comincia il suo processo di analisi. Durante il suo viaggio verso il frigo, il campione viene “interrogato” dalle 6 macchine che incontra nel suo percorso, ognuna tarata per analizzare diversi analitici. Superati tutti gli step e le macchine, le provette finiscono in un frigo capace di contenere quasi 4000 provette. Prima era necessario avere più provette a seconda dei valori che si volevano ottenere, con questo sistema è sufficiente una provetta per avere tutti i dati necessari.

Sul muro, una foto in bianco e nero di come era il primo laboratorio molti anni fa. “In effetti sono cambiate un po’ di cose” racconta Tiberi. In fondo alla stanza è stata appositamente lasciato uno spazio vuoto. Uno spazio che rimarrà inoccupato ancora per poco: “È lo spazio per il nuovo macchinario, abbiamo previsto tutto”.  Il nuovo arrivo andrà ad aggiungersi a una serie di macchinari sempre più tecnologici gestiti da tecnici specializzati che si sottopongono a frequenti corsi di aggiornamento. Una completa automatizzazione del sistema che danneggia però l’occupazione giovanile: ”È vero, un lavoro che prima richiedeva 30 persone ora viene svolto da tre. Dal punto di vista operativo è però un risultato eccezionale, con dati al limite delle perfezione e che garantisce una standardizzazione del lavoro”.

I complimenti dei commissari

L’ufficio della Dottoressa Vandini

Daniela Vandini, responsabile per l’assicurazione qualità del laboratorio, racconta nel dettaglio i riconoscimenti ricevuti: “La valutazione esterna di qualità serve a garantire al cittadino che le prestazioni che riceve dal Sistema sanitario hanno una determinata qualità”. I controlli vengono effettuati dal Careggi di Firenze, che analizza i risultati di 546 laboratori pubblici e privati di sei regioni differenti. “Ogni mese dobbiamo analizzare dei campioni e spedirli a Firenze che analizza i nostri risultati valutando l’inesattezza e l’imprecisione”. In caso di risultato negativo è richiesta un’azione correttiva da parte del laboratorio che non rientra nei valori consoni. Un’azione che per legge non è però ancora richiesta in maniera formale: “I campioni che ci vengono forniti dal Careggi sono pagati dalla Regione Marche. Sarebbe giusto che le correzioni debbano essere documentate. Noi come laboratorio lo facciamo già in maniera autonoma”.

Oltre all’ottimo risultato che è stato ottenuto sull’analisi sul 2016 del Careggi, il laboratorio ha incassato i complimenti dei commissari durante la visita ispettiva dello scorso mese che hanno confermato per l’ottavo anno il certificato Iso 9001-2008. “È la verifica che il lavoro che svolgiamo è conforme alle direttive di legge, non soltanto dal punto di vista delle analisi ma anche della gestione del personale, sul mantenimento della documentazione e su come vengono gestite le non conformità che si possono presentare nel laboratorio”. Il certificato non è richiesto dalla legge regionale delle Marche e viene richiesto dalle strutture per ottenere l’eccellenza nel proprio campo, mentre in Toscana e Emilia Romagna è obbligatorio.