di MATTEO MARIA MUNNO
URBINO – Un ciclista muore sulle strade italiane ogni 35 ore. E nelle Marche si rischia ancora di più di perdere la vita andando in bicicletta su e giù per i nostri colli: la media è superiore di più di un punto a quella nazionale. E nelle Marche la “maglia nera” è della provincia di Pesaro e Urbino: più di un terzo degli incidenti su due ruote avviene nel nostro territorio: 168 su 471 totali.
Sono questi i drammatici dati riportati in primo piano dalla morte della maglia rosa del 2011 Michele Scarponi, il ciclista rimasto ucciso mentre si allenava sulle strade intorno a casa sua, in provincia di Ancona. Perché si muore? È colpa delle strade? Dell’imprudenza degli automobilisti? Dei ciclisti?
Un metro e mezzo
Le strade sono le prime a essere sotto accusa. Cattiva manutenzione, incroci con poca visibilità, regole non rispettate. Giuseppe Gori le strade intorno a Urbino le conosce bene, e parla a nome di tutti i ciclisti della Ciclo Ducale, la più importante della città. “Certo che le strade sono le prime responsabili – accusa – Da noi, anche volendo non si potrebbero rispettare le regole in vigore in Spagna e Francia. Come quella che obbliga gli automobilisti a non accostarsi troppo alle biciclette: almeno un metro e mezzo e la distanza stabilita. Da noi anche se ci fosse questa regola non la si potrebbe rispettare, visto che i margini delle strade della provincia sono stretti e ci mettono in condizione di dover scegliere tra una pedalata tra le buche o il rischio, ancora più grande, di pedalare praticamente in mezzo alla strada”. La distanza ‘spagnola’ è la stessa che hanno proposto il ministro dello sport Luca Lotti e il viceministro ai trasporti Riccardo Nencini: dopo il passaggio in Senato, la proposta è ora alla commissione trasporti pubblici della Camera, e potrebbe arrivare in aula dopo l’estate.
Le strade da evitare
Secondo Gori sono tre le strade sulle quali è meglio, per il momento, non andare a pedalare, o andarci usando molta prudenza: l’Apecchiese, la Metaurense e la Urbania-Piobbico. Da valle si arriva pian piano in cima: il Passo dello Stregone e il monte Nerone, due punti toccati dalla Straducale – manifestazione ciclistica che si sviluppa attorno a Urbino – non sono nella condizione ideale per un giro in bicicletta. Le panoramiche sono praticamente un tabù per i ciclisti urbinati e non: anche gli accessi al monte Catria e al monte Petrano non possono essere affrontati sul sellino senza una soglia di attenzione più alta del solito. L’unica da ‘bollino verde’ nei dintorni è la Bocca Trabaria, di fatto l’unica via d’accesso a Urbino: l’Anas, un anno e mezzo fa, è intervenuta sull’asfalto messo alla prova anche dal ‘nevone’ del 2012. La ‘recensione’ è confermata dai numerosi ciclisti (ne abbiamo intercettati una decina, anche stranieri) che si allenano quotidianamente su questi tratti, oppure venuti qui per sfidare le salite ducali.
Servono mappe e strade nuove per i cicloturisti
Se chi si allena per le gare ha bisogno di strade asfaltate, percorsi lunghi e veloci, per il cicloturista i problemi sono diversi. Chi sceglie di visitare la nostra zona su due ruote ha ugualmente bisogno di strade, ma soprattutto di percorsi poco trafficati e periferici.
“Le esigenze del cicloturista sono diverse – spiega l’ex ciclista Mauro Fumagalli, oggi a capo della Marchebikelife, azienda specializzata nel turismo in bicicletta – la maggior parte del movimento si sviluppa sulle strade di campagna, quelle che portano a contatto con i prodotti e le realtà locali”. A mancare, a questo punto, è una semplice mappa, strumento che Fumagalli raccomanda ai sindaci della zona: “Ci vogliono mappe delle strade esterne – spiega l’ex ciclista – con un investimento sui cinquantamila euro, si possono attrarre cicloturisti stranieri e si può esprimere tutto il potenziale di un territorio”. Il potenziale dell’entroterra di Urbino è stato già individuato dal Comune di Pesaro e dalla Marchebikelife: da un mese, le due realtà sono impegnate per costruire percorsi che collegheranno la costa all’entroterra, passando dalla pizza ‘Rossini’ di Pesaro alla crescia sfogliata di Urbino.Un settore monitorato anche dalla Regione, pronta a costituire un consorzio per il cicloturismo sulla base dell’agenda condivisa dal consigliere regionale Andrea Biancani e dall’assessore al turismo Moreno Pieroni. A sottolineare la condizione delle strade, però, è il presidente di Confturismo Marche Nord Amerigo Varotti: “Il settore del cicloturismo e del ciclismo – spiega Varotti – è in forte espansione in tutta la provincia di Pesaro e Urbino. Il Consorzio regionale sarà indubbiamente lo strumento principale per lo sviluppo di questo segmento strategico. I cicloamatori che scelgono la nostra terra – riporta pu24.it – denunciano costantemente la pessima manutenzione della nostra rete viaria, che potrebbe diventare l’elemento frenante lo sviluppo di questo settore, orientando i cicloamatori verso altre regioni vicine, sicuramente più attente alla condizione delle strade”.
Articolo aggiornato il 10 maggio 2017 specificando la fonte dell’elenco di strade con più problemi: Giuseppe Gori e i ciclisti sentiti dal Ducato in città e lungo i tratti interessati