Di GIACOMO TIROZZI
URBINO- Il Consiglio comunale ha approvato il bilancio consuntivo del 2016 e ha una disponibilità di 117.000 euro, che potranno essere utilizzati dall’amministrazione per spese future. L’ammontare del bilancio è di 22,4 milioni di euro. “Con le poche risorse che abbiamo a disposizione mi ritengo soddisfatta dei risultati ottenuti” ha dichiarato l’assessore al Bilancio Maura Magrini.
Le tasse non riscosse. L’avanzo di bilancio ammonta a 5.000.000 di euro, ma per via di un fondo destinato a crediti difficilmente esigibili, circa 3,5 milioni la parte disponibile è di 117.000 euro. Questa voce di bilancio si riferisce a multe, tasse e altri crediti che l’amministrazione non riesce a riscuotere. Ai crediti si aggiunge il denaro vincolato per altre spese, circa 1,3 milioni.
Sono queste le due voci che hanno portato la disponibilità a soli 117.000 euro, cifra inferiore rispetto agli anni precedenti: era di 490.000 euro nel 2014 e di 394.000 nel 2015. “Stiamo decidendo come spendere questi soldi a seconda delle richieste dei singoli uffici” ha dichiarato Magrini. Gli investimenti invece ammontano a 58.000 euro.
L’opposizione: “Pochi investimenti sul sociale”. Di diverso avviso è il consigliere di opposizione del Pd Maria Clara Muci secondo la quale nel bilancio si è data poca attenzione al sociale. Per l’ex candidata sindaco “manca l’idea di un progetto di sviluppo della città. La Protezione civile è ancora in un container e la sede dell’ex Megas al Sasso non è ancora stata ristrutturata”. Muci ha anche sottolineato come molte spese messe nel bilancio di previsione siano poi state eliminate in quello consuntivo. “Erano previsti 10.000 euro per rivitalizzare Borgo Mercatale ma poi questa voce di spesa è stata cancellata, cosi come 7.000 euro per un progetto da svolgere con gli studenti dell’Isia (l’Istituto superiore per le industrie artistiche)”. Sono state spostate all’anno successivo le spese per la costruzione di un parcheggio in via Giro dei Debitori (100.000 euro), della rotatoria di Canavaccio (55.000 euro), per il marciapiede di Gadana (250.000 euro) e per il rifacimento di quello in viale Gramsci – Comandino (70.000 euro). Compiuta invece la ripavimentazione di alcune vie del centro storico per un totale di 200.000 euro.
Le entrate. Il bilancio è stato approvato venerdì 28 aprile durante il consiglio comunale. Dal rendiconto sono emerse le principali entrate del Comune:
- 3,8 milioni di euro dai servizi pubblici (il 18%);
- 3,5 milioni (il 17%) per l’Imu, imposta sulla casa
- 3,2 milioni (il 15%) per la Tari, la tassa sui rifiuti)
- 2,4 milioni di contributi della Regione (l’11% del totale).
Se invece analizziamo le entrate per settore il grosso proviene dalle tasse che i cittadini pagano al comune per un totale di 12 milioni di euro, il 55% delle entrate complessive. Di queste il 29% provengono dall’Imu e il 27% dalla Tari. Il fondo di solidarietà comunale (una ripartizione nazionale delle imposte comunali in base a chi ne ha più bisogno) copre il 20% di questa tipologia di entrate con 2,3 milioni di euro, mentre l’aliquota Irpef (imposta sul reddito) il 13%, cioè 1,5 milioni.
Addio alla Tari, meno fondi regionali. Se l’addizionale Irpef è rimasta stabile nel corso degli anni e l’Imu e la Tari sono lievemente aumentate, le entrate provenienti dalle imposte comunali sono diminuite rispettivamente di 200.000 euro nel 2015 e di 450.000 euro nel 2014 per la considerevole riduzione della Tasi (tassa sui servizi comunali come manutenzione delle strade e illuminazione comunale), che non si applica più ai possessori di prima casa. L’imposta è passata da poco più di 1 milione del 2014 a 800.000 del 2015 fino a 37.000 euro per il 2016. Diminuiti anche i fondi provenienti dalla Regione passati da 3 milioni del 2014 a 2,4 del 2016.
Il 25% delle uscite per pagare i dipendenti. Per quanto riguarda le spese il 62% è dovuto all’erogazione di beni e servizi, per un totale di 12 milioni di euro. L’altra spesa rilevante riguarda i dipendenti dell’amministrazione che costano al Comune 4,9 milioni, il 25% delle spese totali. Il trend di questa voce è comunque in diminuzione se consideriamo che le spese per redditi da lavoro dipendente erano state di 5,2 milioni di euro nel 2015.