Morte Francesco, la Procura cerca la verità su video e chat di Whatsapp tra medico e genitori

di PATRIZIA BALDINO

URBINO – Né i  genitori né i nonni del piccolo Francesco Bonifazi – il bambino morto sabato 27 maggio per un’otite curata solo con prodotti omeopatici – per il momento hanno denunciato il medico Massimiliano Mecozzi. L’omeopata non è stato quindi oggetto di alcun esposto della famiglia Bonifazi ma è indagato per omicidio colposo in concorso. È la stessa accusa rivolta a Maristella e Marco, genitori del bambino. Nessuno dei tre indagati è stato convocato dalla procura di Urbino che per ora non ha intenzione di sentirli. Proseguono intanto le indagini su video e chat che medico e genitori si sono scambiati durante i quindici giorni di malattia del bambino.

Francesco Bonifazi (Corriere Adriatico)

La procura ha requisito il cellulare e il computer del medico, e i telefonini dei genitori, con cui il medico si sentiva tramite Whatsapp: l’obiettivo è capire che genere di rapporto li legasse e se davvero Mecozzi avesse spaventato la madre sull’uso di antibiotici e tachipirine, come aveva raccontato il nonno materno di Francesco al Resto del Carlino il giorno della morte del piccolo: “Mia figlia mi ha chiamato dicendo di andare di corsa in ospedale. Il bambino stava peggiorando. Ha mandato anche un video del bimbo al dottor Mecozzi dicendogli che il piccolo stava entrando in coma. Lui ha risposto che si trovava fuori di casa, che non poteva esprimere nessuna valutazione da un video e che se proprio ci tenevamo, non si opponeva al ricovero ospedaliero”.

Una testimonianza a cui si unisce quella di Mirko Volpi, operatore del 118 chiamato il 23 maggio per soccorrere il bambino, ormai in coma. Nella conversazione telefonica Mecozzi è contrario al trasporto di Francesco in ospedale, tanto da dire: “Pronto mi sente? Allora voi dovete fare una semplice terapia domiciliare al bimbo, d’accordo?”. E quando Volpi gli risponde che il bambino è da codice rosso e ha bisogno di un ricovero, Mecozzi sbotta: “Faccia come crede”. E subito dopo interviene la mamma di Francesco che dice all’operatore: «Non gli dia la tachipirina», con il soccorritore che replica: «Signora la tachipirina la diamo anche ai neonati».

Il perito della Procura Luca Russo ha 30 giorni di tempo per studiare i supporti elettronici alla ricerca delle conversazioni tra i coniugi Bonifazi e Mecozzi. Nell’analisi sarà affiancato da Stefano Ovani, consulente informatico nominato dai genitori di Francesco. L’omeopata per il momento si è riservato di nominare un proprio consulente.

Cellulari e computer saranno probabilmente utili anche a svelare modalità, tempistiche e dosaggi dei rimedi omeopatici presi dal piccolo, su cui lavora il medico legale Mauro Pesaresi. Per ora l’autopsia ha svelato che la causa della morte di Francesco è stata un’encefalite, probabilmente sviluppatasi a causa dell’otite. I risultati degli esami istologici ancora non sono pronti, arriveranno nelle prossime settimane.