Bambino morto per otite, parlano due pazienti di Mecozzi: “Niente farmaci ma ci consigliò l’ospedale”

Francesco Bonifazi (Corriere Adriatico)
di VIRGINIA CAMERIERI

URBINO – “Devi continuare a curarti esclusivamente con farmaci omeopatici perché l’assunzione di medicine tradizionali annullerebbe l’effetto benefico della cura”. Quello che il dottor Massimiliano Mecozzi ha messo subito in chiaro ad Elisabetta, sua ex paziente, è che una volta che si è seguiti da lui, la medicina convenzionale deve essere messa da parte. Almeno nel suo studio. Alcune sue pazienti raccontano però che era lui stesso a invitarle a farsi vedere in ospedale nel caso la terapia omeopatica non avesse avuto successo. Invito che però sembra non abbia rivolto ai genitori di Francesco Bonifaziil bambino di 7 anni, originario di Cagli, deceduto a causa di un’otite. Una mancanza che potrebbe costare cara al dottore ora accusato di omicidio colposo assieme al padre e alla madre del bimbo.

La prima visita è per elaborare una cura di base e per stabilire il primo rapporto fra medico e paziente: “La mia intenzione era quella di avere una cura generale capace di equilibrare la mia persona. Molta attenzione è data all’aspetto psicologico, infatti mi ricordo la seconda visita molto simile a una seduta psicologica”. Quello che il dottore ha subito chiarito ad Elisabetta è stato il contrasto, a suo dire, esistente fra la medicina tradizionale e quella omeopatica. Ma nella realtà dei fatti qualsiasi medico omeopata è, prima di tutto, un dottore laureato in medicina generale. A confermarlo è anche una sentenza della Corte di Cassazione del 21 maggio 2003, numero 1735.

Una volta che il paziente è preso in carico si procede con la ‘cura’ prescritta: “Se poi non ha effetto puoi chiamarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte per avere indicazioni su un possibile cambio o perfezionamento della cura”. Mecozzi è un medico omeopata molto conosciuto in zona e ha moltissimi pazienti: “Prendere la linea è un casino”, spiega Elisabetta. Il suo telefono è sempre occupato ed è difficile raggiungerlo per fissare un appuntamento nel suo studio a Pesaro. La lunga lista d’attesa non permette di fissare più di un incontro all’anno per paziente.

Per Susanna, altra sua paziente, il dottor Mecozzi “è una persona molto seria, sempre disponibile”. Madre di due bambini anche loro erano seguiti dal dottore. “Le volte che stavano male era lui a dirmi di portarli in ospedale per fargli prescrivere le medicine da assumere”. Dunque una prescrizione di medicine convenzionali che Mecozzi non faceva mai direttamente pur potendo e dovendolo fare. “Una volta il più piccolo aveva la febbre a 40, ‘curata’ con sole cure omeopatiche. L’ultimo fatto di cronaca mi rattrista. Forse il dottore era solo in contatto telefonico con i genitori del piccolo e per questo non si è reso conto della gravità della situazione”.