Cagli ricorda il bimbo morto di otite, preghiera e silenzio per il piccolo Francesco

La chiesa di san Pier Damiani dove si è tenuto il rosario dedicato al piccolo Francesco BonifaziLa chiesa di san Pier Damiani dove si è tenuto il rosario dedicato al piccolo Francesco Bonifazi
di YURI ROSATI

CAGLI – La città di Cagli si chiude nel silenzio come chiesto dalla famiglia Bonifazi e nella preghiera per ricordare il piccolo Francesco. Hanno i volti scuri e poca voglia di parlare, sono una ventina le persone che hanno partecipato al rosario pomeridiano dedicato al bambino, morto il 27 maggio ad appena sette anni per la mancanza di cure mediche adeguate – sostiene la procura di Urbino che indaga sul caso – che hanno trasformato una semplice otite in un’encefalite fatale.

IL CASO – Bimbo morto di otite: per Francesco fatale un’encefalite. I genitori chiedono silenzio

Poche parole e qualche offesa per i giornalisti che chiedono un ricordo del piccolo Francesco alle persone riunitesi alla chiesa di san Pier Damiani. “Rispetto” e “silenzio” sono le risposte più frequenti. Anche il parroco preferisce non rilasciare nessuna dichiarazione sulla vicenda.

La chiesa di san Pier Damiani dove si è tenuto il rosario

La chiesa di san Pier Damiani dove si è tenuto il rosario dedicato al piccolo Francesco Bonifazi

“Non è venuto nessuno della famiglia” si lascia sfuggire qualcuno scendendo gli scalini della chiesa. Infatti né i genitori né il nonno sono presenti. Chi è venuto lo ha fatto perché conosceva la coppia e vuole portare il suo sostegno.

La vetrina del negozio dove lavora la mamma di Francesco Bonifazi

Tra i primi ad arrivare ci sono i vicini di casa che, prima di accomodarsi vicino all’altare della chiesa, ricordano i primi giochi in giardino e le prime parole del bambino. Attorno a loro ci sono poco meno di venti persone tra i quali alcuni clienti del negozio di pasta fresca della madre di Francesco e qualcuno a cui il padre aveva venduto camicie e pantaloni. Qualcuno scopre solo parlando coi giornalisti che il bambino di cui si discute tanto in televisione è il figlio della coppia. Altri lo vengono a sapere dal cartello appeso alla porta dell’esercizio che dice: “Chiuso per lutto”. La maggior parte dei cagliesi però lo sa perché in un paese di 9.000 anime tutti si conoscono e la notizia si è diffusa in fretta.

“Hanno fatto delle scelte sbagliate pensando di fare il meglio per il figlio” dice una signora prima di entrare per la funzione. “Sono delle persone meravigliose e mai mi sarei aspettato che potesse succedere loro una tragedia simile” aggiunge il marito che la tiene a braccetto. Poi entrano e si uniscono alla preghiera.