di PATRIZIA BALDINO
URBINO – Si presenterà martedì mattina nella sede dell’Ordine dei medici, a Pesaro, Massimiliano Mecozzi, il medico omeopata indagato per la morte del piccolo Francesco Bonifazi. Il bambino è deceduto il 27 maggio per un’encefalite provocata da un’otite curata solo con prodotti omeopatici. I colleghi dell’Ordine e il presidente Paolo Maria Battistini decideranno, dopo aver sentito la sua testimonianza, se prendere provvedimenti nei suoi confronti. La famiglia Bonifazi nei giorni scorsi ha chiesto la radiazione del medico. Che, secondo la loro versione, avrebbe imposto alla madre del bambino di non somministrargli antibiotici e di curarlo in casa, senza l’intervento del pediatra.
“I miei assistiti non vogliono vendetta – ha sottolineato a Il Ducato Federica Mancinelli, legale dei nonni materni – ma è doveroso per loro chiedere che, dopo questa tragedia che li ha distrutti, gli altri pazienti di Mecozzi vengano tutelati. Consideriamo la radiazione dall’albo un atto necessario e siamo certi che l’Ordine dei medici ci darà ascolto”.
Mecozzi, indagato per concorso in omicidio colposo con i genitori del bambino, dovrà spiegare inoltre con quali titoli esercitasse l’omeopatia. “Non mi interessa rispondere”, era stata la sua risposta via mail all’Ordine qualche mese fa.
Dalla settimana scorsa Mecozzi è tornato a fare il suo lavoro. Tre giorni dopo la morte del bambino ha avvisato via WhatsApp i suoi 3000 pazienti che da subito hanno preso le sue difese. Mecozzi non ha mai tenuto nascosta la sua contrarietà alla medicina tradizionale e ai vaccini, tanto da avere come immagine del profilo WhatsApp una foto di Roberto Gava, cardiologo “no vax” radiato ad aprile dall’Ordine dei medici di Treviso.
Intanto si è scoperto il batterio che ha provocato l’otite al piccolo, individuato dai ricercatori dell’ospedale Meyer di Firenze: si tratta del fusobacterium necrophorum, curabile con una semplice penicillina.