Per 23 volte sulla cima del Petrano, doppia ‘scalata’ dell’Everest. L’impresa di “Zico” per ricordare Scarponi

Zico Pieri (al centro) con gli altri ciclisti davanti al monumento dedicato a Scarponi e alle altre vittime della strada sul Monte Petrano
di LORENZO PASTUGLIA

URBINO – Dice un detto popolare che a volte le imprese sono difficili da realizzare “quanto scalare il monte Everest”. C’è però chi l’Everest l’ha scalato per ben due volte, metaforicamente. Non con piccozza, funi o stivali, bensì con una bicicletta. Un appassionato ciclista di Cagli dal nome di Giacomo Pieri, conosciuto a tutti con il soprannome di “Zico”, 44 anni, ha percorso un tragitto con un dislivello totale di più di 18.000 metri in tre giorni scalando per ben 23 volte il monte Petrano, montagna situata nel territorio cagliese.

L’uomo dei record

Con questo record “Zico” è così entrato nella “Hall of fame” dell’Everesting, un’iniziativa nata da un gruppo di ciclisti australiani che consiste nel percorrere una salita a scelta ripetutamente fino ad accumulare 8848 metri, gli stessi dell’altezza del monte Everest.
Ma entrare nell’albo dei trionfatori dell’Everesting non è una novità per il ciclista di Cagli. Già a maggio di quest’anno, infatti, “Zico” aveva scalato il monte Nerone. Lì il dislivello era più alto del Petrano (1.000 metri contro 800) e i giri erano stati di meno, ovvero nove. L’impresa è diventata ancora più fenomenale dopo il doppio Everesting di domenica scorsa. Un record raggiunto nel mondo solo da quattro ciclisti.

Zico festeggia l’impresa sul Petrano

“La difficoltà della prova è sopratutto mentale”, racconta “Zico”. “Dovevo partire da Cagli sabato alle 8:30 del mattino ma alla fine sono partito venerdì pomeriggio alle 16:30. Domenica sera alle 20:30 ho raggiunto il mio traguardo”.

L’omaggio commosso a Michele Scarponi

Nel mezzo solo alcune pause per mangiare e una dormita breve di solo un’ora la domenica mattina, prima della ripartenza per presenziare a un’importantissima iniziativa: l’inaugurazione del monumento dedicato a Michele Scarponi e a tutti i ciclisti ‘vittime’ della strada, ad opera dello scultore cagliese Ettore Gambioli.
Oltre ad essere un abile ciclista, “Zico” ha il merito di aver organizzato l’evento insieme agli altri cinque colleghi del comitato Mastini-Avis di Cagli. Sulla cima del Petrano, ha preso la parola davanti a numerosi ciclisti commossi che hanno assistito alla presentazione e lo hanno poi accompagnato nel suo record. Presenti anche i genitori di Scarponi, Giacomo e Flavia, il presidente del Fan Club, Fabio Bucco e Giancarlo Polidori, ex ciclista marchigiano professionista degli anni ’60 e ’70.
Lo stesso Fan Club ha omaggiato “Zico”, per la sua ultima scalata, con una maglia blu dedicata al ciclista scomparso lo scorso aprile. La stessa maglia è già in vendita sul web e il ricavato andrà in favore delle associazioni che sostengono le vittime della strada. “Ero un suo tifoso. Ho avuto modo di incontrarlo due volte: una pedalando a Cagli, poi alla partenza di alcune tappe regionali. Era una persona umile, semplice, solare, e socievole con tutti”, così “Zico” ricorda “l’Aquila di Filottrano”.

Più sicurezza per i ciclisti

  • Il ciclista di Cagli tiene poi a precisare il motivo di tale evento: “Con quelli del comitato volevamo richiamare l’attenzione della gente sull’iniziativa e non sulla mia impresa. L’idea era quella di sensibilizzare automobilisti e ciclisti al rispetto delle regole e delle persone in generale. L’automobilista tende a non considerarci ma in realtà siamo tutti uguali”. Per “Zico” ci vogliono progetti seri di manutenzione stradale per la sicurezza di ciclisti e cittadini: “Creiamo percorsi separati e piste ciclabili. Vorrei invogliare sempre più persone all’andare in bicicletta perché, per sensibilizzare le amministrazioni in una maggiore tutela al ciclista, dobbiamo essere in tanti a chiederlo”.

Alla fine della cerimonia, le ultime quattro scalate e poi, finalmente, “Zico” ha potuto festeggiare il suo record: “Alla fine di tutto ero soddisfatto, leggero per aver portato a termine la cosa e aver contribuito alla realizzazione dell’evento. Ero sorpreso perché fisicamente stavo bene. Forse sono stati i genitori di Michele (Scarponi, ndr) che mi hanno stimolato a concludere nella mia impresa e mi hanno dato la giusta carica”. E ancora: “Pedalare non è solo una sport ma anche libertà e riflessione. Pedalando puoi fare tante cose: allenarti seriamente, rilassarti, caricare. Ci sono tanti modi per farlo e questo i ciclisti lo devono capire”.
A conferma di tutto, il ciclista di Cagli ha inviato i dati della scalata a quelli di Everesting con un gps tramite “Strava”, l’applicazione che registra i tragitti e i dislivelli percorsi.

Il “Pirata” Marco Pantani

Un messaggio importante rivolto a tutti

“A Cagli tutti mi considerano un eroe. Il messaggio che però voglio lanciare è che se io, un semplice carpentiere, sono riuscito in questa impresa, – continua “Zico” – tutti possono farlo. Con la determinazione e l’impegno si possono compiere cose eccezionali”.
Molti chilometri macinati e tanti ancora da fare con un obiettivo piuttosto chiaro: “Da piccolo ero appassionato del Giro d’Italia, in particolare quello del ’98 dove vinse il “Pirata” Marco Pantani. Quell’anno fu magico dato che Marco fece doppietta con la vittoria anche al Tour de France. Ho deciso che in futuro pedalerò fino a Cesenatico per andare a trovarlo, senza dimenticare Filottrano e la sua ‘aquila’ Michele Scarponi”.