A Urbino vibra il jazz texano degli studenti di San Antonio: “Qui è fantastico, il panorama sembra un film”

Uno studente dell'università di San Antonio (Texas) suona un vibrafono
di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Già a metà mattinata la musica inonda i vicoli dalle finestre della Cappella Musicale. A far vibrare l’aria in via Valerio, nel pieno centro storico di Urbino, è un gruppo di studenti universitari venuti dal Texas. Sono 14 e frequentano l’università di San Antonio. Rimarranno nella città ducale fino a fine aprile assieme ad altri colleghi che studiano architettura, giunti qui per una full immersion nella cultura rinascimentale della città ducale.

I ragazzi: “Urbino è magnifica”

Probabilmente alcuni urbinati li hanno già sentiti all’opera. Sabato 28 gennaio hanno improvvisato un concerto in uno dei locali più frequentati del centro, il Twenties in via Battisti. “Gli italiani sono tutti molto gentili e socievoli, e questa è una città fantastica”, dicono. Seleste ha 21 anni e racconta: “Mi piace esplorare la città e camminare per i vicoli del centro. Le strade sono strette e creano un’atmosfera unica”.

Camille suona il violino da 10 anni e ama studiare a Urbino: “Il Palazzo Ducale è magnifico, in America un po’ di gente conosce Raffaello. Di lui mi piacciono i colori dei suoi dipinti, sono unici e dai suoi quadri si capisce la sua personalità. Se potessi vivrei qui per sempre!”, esclama con convinzione. Thomas invece suona chitarra e trombone e vorrebbe diventare un compositore professionista. La sua passione non nasce per caso, ma è condivisa in famiglia. Suo nonno era un jazzista, sua nonna invece suonava il pianoforte. La città di Raffaello ha già conquistato anche lui. “Urbino è una delle città più belle, il panorama che si vede dalle colline del Montefeltro sembra quello che si vede nei film. È fantastico, ti toglie il fiato”.

Il progetto

Drew Stephen, coordinatore del progetto per i ragazzi americani e loro accompagnatore insegna storia della musica classica ed è un ricercatore sulle opere europee, con particolare interesse per la musica del compositore pesarese Gioacchino Rossini. Oltre a loro ci sono anche otto studenti di linguistica e 39 di architettura. In tutto sono 61 i ragazzi che per 13 settimane vivranno a Urbino.

“Il progetto ‘Music in Urbino‘, simile all’Erasmus, permette ai ragazzi di svolgere qui il secondo semestre del loro corso di studi. Gli studenti hanno lezione con alcuni dei musicisti professionisti più importanti della zona. Ma studiano anche la storia della musica classica e la lingua italiana”, spiega Stephen. La maggior parte dei ragazzi ha 21-22 anni e studiano molti strumenti: percussioni, flauto, violino, chitarra, oboe, vibrafono (simile allo xilofono) per citarne alcuni. L’università del Texas da tempo ha una partnership con l’ateneo ducale. Il corso di laurea dura quattro anni e inizia dopo che i ragazzi sono usciti dalle scuole superiori (high school).

Per Drew è la terza volta ad Urbino, per i ragazzi la prima. Urbino ha per lui un fascino molto particolare: “È una città piena di arte e cultura – dice il professore -la scorsa settimana siamo stati anche a Pesaro per visitare la casa natale di Rossini e il Conservatorio”. Dell’Italia amano lo stile di vita e sono molto felici di essere qui. “Scoprono cose da soli, anche questo fa parte del programma e della loro esperienza”, aggiunge. Dopo aver visitato Fano e Pesaro nei prossimi giorni e settimane andranno anche a Bologna, Firenze, Roma e Venezia per il Carnevale.

Il progetto è partito sei anni fa, ed è cresciuto molto negli ultimi due. Tra i migliori insegnanti della zona per i ragazzi americani c’è anche il compositore e direttore d’orchestra Michele Mangani, urbinate e direttore artistico dell’orchestra di fiati delle Marche. Oltre a lui ci sono anche il chitarrista Giovanni Scaramuzzino, il fanese Marco Pacassoni (per jazz, percussioni e vibrafoni) e il tenore Patrizio Saudelli.

L’obiettivo del progetto è chiaro, ed è il professor Drew a spiegarlo: “Lo facciamo per gli studenti, per dar loro l’opportunità di vivere un’esperienza irripetibile. Far capire loro come è fatta la musica, grazie anche a corsi che in America non abbiamo, senza dimenticare che così possono incontrare molte persone di culture diverse”. Anche i luoghi in cui si fa lezione non sono casuali: invece delle aule, i ragazzi si esercitano all’interno della Cappella Musicale del Santissimo Sacramento, in pieno centro storico, costruita nel 1507. Un’esperienza fondamentale per la loro carriera: molti aspirano a diventare musicisti professionisti, alcuni vogliono diventare compositori, altri ancora insegnanti di musica.

“Non riuscivamo a dormire, così abbiamo deciso di suonare”

James è uno dei ragazzi che si è esibito lo scorso 28 gennaio, intrattenendo i clienti del Twenties a suon di jazz. Il violino è il suo “compagno”, dell’Italia gli piace il cibo e il fatto che sono tutti molto amichevoli. Perché avete deciso di suonare nel locale? “Beh, è semplice – risponde – alcuni di noi non riuscivano a dormire per colpa del fuso orario dato che eravamo arrivati da poco. Abbiamo chiesto al proprietario del locale se potevamo suonare lì è lui è stato d’accordo. Le persone hanno apprezzato la nostra musica”.

Conner ha 21 anni e suona il fagotto, strumento a fiato della sezione dei legni. Una scelta particolare, suo fratello al liceo suona il tamburo, così lui si è detto:”‘Ehi, devo suonare uno strumento che nessun altro utilizza’. Ecco allora il motivo per cui ho scelto il fagotto”. Nonostante la sua giovane età, ha già le idee chiare su cosa vorrebbe fare nella vita: “Prima di tutto vorrei essere felice, e poi vorrei insegnare nelle band al liceo”. Lo stesso obiettivo ce l’ha anche Robert, ma alle scuole medie. Suona l’eufonio, strumento musicale della famiglia degli ottoni. Vorrebbe fare l’insegnante. Perché non ti piacerebbe diventare un musicista professionista? “Per lo stipendio – dice ridendo – fare il musicista professionista purtroppo non è facile”.