di STEFANO GALEOTTI
URBINO – “Vogliamo una sanità alla portata di tutti e che sia equamente distribuita sul territorio”. Daniela Ciaroni, già assessore alle Politiche sociali della provincia di Pesaro e Urbino, in corsa con Liberi e uguali nel collegio uninominale della Camera di Urbino, ha chiara la priorità per il territorio urbinate. E respinge l’idea che la scissione dal Pd, “un momento di grande sofferenza”, possa essere il motivo di una vittoria della destra: “Noi diamo voce a quel popolo di sinistra rimasto senza riferimento: il Partito democratico era diventato un partito di élite”.
Qual è il problema della sanità nell’entroterra?
È da troppi anni incentrata solo sull’ospedale. Ci vogliono dei servizi diffusi sul territorio e appropriati alle esigenze: la società del futuro sarà composta da persone sempre più anziane. E i servizi alla persona possono essere un volano per creare posti di lavoro.
L’occupazione è un altro tema critico di questo territorio.
Questa provincia più di altre ha subito i danni della crisi. Va ricostruito il tessuto produttivo del territorio. La piccola manifattura è stata tranciata di netto e va ricostruita puntando sui settori più all’avanguardia. Così come il turismo, che va potenziato dal punto di vista dell’immagine e della comunicazione: il patrimonio artistico che va valorizzato.
Ma il problema principale è l’isolamento.
Il collegamento con altre zone produttive dell’Italia è fondamentale per non essere tagliati fuori dalle grandi vie di comunicazione delle merci e delle persone. Bisogna completare subito la Fano-Grosseto: è indispensabile per lo sviluppo economico dell’entroterra.
Qual è la vostra posizione sulla ferrovia Fano-Urbino?
Deve essere realizzata mantenendo particolare attenzione all’ambiente e diminuendo allo stesso tempo gli altri tipi di trasporto su strada. E va riprogettata in base allo sviluppo del territorio attuale: i punti produttivi e abitativi della vallata sono diversi da quelli che c’erano 50 anni fa.
Nel vostro programma l’università è un tema centrale.
Abbiamo un’idea chiara e semplice: l’università va finanziata con soldi pubblici per ottenere poli di alta qualità. Vogliamo creare sinergie per avere un’istruzione universitaria di alto livello, ma anche collegata con il tessuto produttivo e sociale del territorio.
Perché ribadite tanta distanza rispetto al partito dal quale provenite?
Il Partito democratico è ormai un partito di élite più che di popolo. Io sono uscita da poco: è stato un passaggio sofferto, ma negli ultimi tempi non c’era più attenzione ai problemi della gente comune. Noi possiamo dare una risposta al popolo di sinistra che in questi anni è andato verso l’astensione o al voto di protesta. Dopo il caso Cecconi, penso che ora qualche dubbio stia venendo a chi aveva votato i 5 Stelle solo per la questione morale.
Una sinistra divisa, sostengono dal Pd, favorisce la destra.
Non credo che sia stata la divisione a portare voti alla destra, ma la politica degli ultimi anni che ha fomentato odio e diversità, cominciando dalle singole persone. Dobbiamo raccogliere in modo costruttivo la protesta e il malcontento.